ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 02 Luglio 2017 00:00

Perché Charlie non ha nessuna speranza di sopravvivere

Written by 
Rate this item
(0 votes)

"E' una rara sindrome senza speranza". Lo dice il genetista Bruno Dallapiccola, interpellato dall'AGI sul caso di Charlie Gard, il bambino inglese di dieci mesi affetto da deperimento mitocondriale, una malattia genetica ritenuta incurabile per il quale l'equipe medica che lo ha in cura ha deciso di staccare la spina alle macchine che lo tengono in vita.

Concessa qualche ora in più a Charlie

I medici hanno concesso ai genitori di Charlie Gard un po' più di tempo per dire addio al loro bambino, probabilmente tutto il fine settimana. Charlie, 10 mesi, è affetto da una rara malattia genetica incurabile, una sindrome di deperimento mitocondriale.

"Morirà sapendo che lo abbiamo amato", hanno detto i genitori, che volevano portare il piccolo negli Stati Uniti per una cura sperimentale e invece hanno perso la battaglia legale terminata davanti alla Corte europea per i diritti umani. I genitori hanno saputo giovedì 29 giugno dell'intenzione di staccare la spina.

Secondo il Daily Mail i genitori di Charlie potranno stargli accanto almeno fino a domenica sera se non lunedì. Il tabloid sottolinea che sarà garantito l'anominato ai medici e a tutto lo staff che materialmente porrà fine alle sofferenze del bimbo per timore di rappresaglie.

"E' una situazione sulla quale posso esprimermi sulla base delle notizie che riportano i giornali - sottolinea Dalla Piccola - perché, per esprimerci in modo ancor più appropriato dovremmo essere lì. Da quello che ho appreso, si tratta di una situazione senza speranza. Il bambino è tenuto in vita dalle macchine e così sarebbe per sempre. La sua è una sindrome da deflessione dei mitocondri e l'esito è letale. Ci sono dei deficit, non c'è ad esempio sviluppo cerebrale. Questi bambini sono totalmente dipendenti dalle macchine e non esiste soluzione terapeutica. La decisione di interrompere - ha spiegato ancora il genetista - probabilmente è adottata per porre fine a quello che può sembrare un accanimento terapeutico. In prospettiva non ci sono soluzioni e sembrerebbe che continuare a far dipendere il bambino da una macchina sia non corretto. Diventa più un accanimento che una terapia. Ma, ripeto, sono interpretazioni che diamo sulla base delle notizie che sono rimbalzate. Non siamo sul posto".

Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore

Sostengo Agorà Magazine
Read 1494 times

Utenti Online

Abbiamo 1107 visitatori e nessun utente online

La tua pubblicità su Agorà Magazine