Secondo fonti di agenzia, un gruppo di circa cento militanti chavisti è entrato con la forza nella sede del Parlamento e circa 350 persone sono rimaste sotto assedio per oltre nove ore. Deputati, funzionari e giornalisti che si trovavano dentro hanno subito aggressioni, si parla di una decina di feriti. Alla fine dell’assalto, Julio Borges, il Presidente dell'Assemblea nazionale ha dichiarato alla stampa: "questo gruppo di persone, pagate dal governo, è venuto in questa sede per sequestrare non i deputati o i giornalisti, bensì la sovranità popolare venezuelana, la nostra democrazia...".
Attraverso i social media, sono pervenute a Fides numerose condanne di questo atto violento sia da parte dei governanti di molti paesi sudamericani che dal Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani. Solo pochi giorni fa, il Card. Urosa Savino, Arcivescovo di Caracas, aveva definito la posizione del governo del Presidente Maduro come "guerra di un governo contro il popolo", e aveva spiegato: "Noi Vescovi chiediamo al governo nazionale di riconsiderare la situazione, di deporre l'atteggiamento di voler impiantare in Venezuela un sistema totalitario militarista-marxista; e, naturalmente, chiediamo di desistere dall'utilizzare risorse legali per smantellare lo stato. Tutto ciò è riprovevole e intollerabile e non è ciò che desidera la maggior parte del popolo venezuelano".
Papa Francesco, all’Angelus di domenica scorsa, 2 luglio, aveva ricordato che il 5 luglio ricorre la festa dell’indipendenza del Venezuela, assicuro la sua preghiera “per questa cara Nazione” mentre lanciava un appello “affinché si ponga fine alla violenza e si trovi una soluzione pacifica e democratica alla crisi”.
(CE) (Agenzia Fides)
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