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Martedì, 11 Luglio 2017 09:23

Taranto - Pignatelli e la cattiva sovraesposizione, finisce in querela

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Taranto - Riceviamo e pubblichiamo - Sulla bacheca facebook dell’attore e poeta Luigi Pignatelli, presidente della Hermes Academy Onlus e di Strambopoli, braccio operativo Arcigay nella provincia di Taranto, leggiamo:«Sette giorni fa ho denunciato alcune persone per diffamazione a mezzo stampa. Questo atteggiamento viene perpetuato da altri/e/*.

Io quasi mai nomino terzi e, nelle rare volte in cui lo faccio, utilizzo un linguaggio inclusivo e non giudicante. Ho una grande fantasia, so usare benissimo le parole, ma non ricamo né sulle vite altrui, tanto meno sulle vicende che mi riguardano.

Mi rendo conto che ricopro un ruolo abbastanza significativo e che, a prescindere da questo, sono noto nella mia provincia per via di attività artistiche e sociali che porto avanti dal 2005; ma questo non dà a nessuno/a/* il diritto di decontestualizzare le mie dichiarazioni, battute o versi poetici, tanto più se condivise sui social, che (teniamocelo ben chiaro in testa) non sono la vita reale! Il virtuale ha tante virtù, che, però, i difetti di fabbrica superano in numero ed efficacia. Da tempo, pubblicando anche cavolate, cerco di far capire ai più che dobbiamo prendere meno seriamente questa bacheca colorata.

Ciascuno/a/* ha tante questioni più o meno importanti da risolvere nella vita privata (anche io ho una vita privata, non crediate che trascorra le mie giornate mangiando, prendendo il sole e seguendo l’esempio di Onan) e non ho alcuna intenzione di spendere tempo ed energie in sterili polemiche in calce a foto o aggiornamenti di stato.

Apprezzo e valorizzo la pluralità di contenuti, punti di vista, opinioni, emozioni. Vivo di empatia, sorrisi e abbracci, pertanto, se sui social blocco chi utilizza un linguaggio scurrile e offensivo, è perché la polemica da tastiera ha per me solo un potere cancerogeno.

Il mio numero è pubblico: chi vuol chiarire, mi telefoni. Nel frattempo, ribadisco, nessuno/a/* è autorizzato/a/* a nominarmi a sproposito, diffamarmi, calunniarmi, mettermi in bocca parole che non ho detto e darmi del censore, falso, mitomane, tanto meno a dichiarare che invento aggressioni, incidenti in bici o altro per avere visibilità.

Un vecchio adagio recita “Che se ne parli bene o se ne parli male, l’importante è che se ne parli”. Io non condivido: la sovraesposizione è quanto di più dannoso possa esistere per un artista vero e, modestia a parte, io sono un artista e anche molto bravo secondo non poche anime.

La cattiveria di alcuni/e/* (soprattutto persone con le quali ho condiviso un importante tratto di vita) mi ha portato all’emarginazione, all’esclusione da progetti importanti. A causa di una pesante campagna diffamatoria io faccio la fame da molti, troppi anni.

Potrei rispondere a questi attacchi con il tragicomico leitmotiv di alcuni individui sordi e ciechi al mostro che fabbrica morte (#IlvaIsAKiller): “Vengo a mangiare a casa tua!”. No, non vado a mangiare a casa dei cattivi, perché il sapore del veleno che sgorga da quegli occhi e da quelle labbra non mi piacerebbe e mi farebbe morire in un battibaleno.

Taranto negli ultimi mesi ha dato il peggio di sé; ha mostrato al mondo la propria immensa ingratitudine. La storia e la letteratura ci insegnano che meccanismi come questo fanno parte dell’incantesimo chiamato vita e sta a noi riscrivere con inchiostro colorato il nostro destino. Ciascuno/a/* è l’eroe/eroina del proprio cammino verso la luce. Io seguo la luce, confidando nelle meraviglie che la mia città racchiude, senza rompere le scatole a persona alcuna. Il consiglio che posso dare e di fare la medesima cosa.

Grazie mille per l’attenzione!»

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