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Venerdì, 21 Luglio 2017 15:34

Taranto - Comune il sindaco è Melucci o Emiliano? Liviano, «anche la città ha bravi tecnici»

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Le prime nomine del Sindaco Melucci sono oramai di pubblico dominio, e nell'esternare un plauso per aver resistito finora all'attacco dei portarori di preferenze, come l'ex vicesindaco di Stefàno, col quale, scrive la stampa locale, c'è gelo, non possiamo che dare spazio a Gianni Liviano che, con un comunicato stampa, ci invita a riflettere. 

 Scrive infatti il consigliere Liviano: "Nel più profondo rispetto verso le quattro persone, (alcune delle quali conosco anche personalmente) chiamate a svolgere il ruolo di assessore nella giunta Melucci, mi pare che le prime scelte parlino di una giunta tarantina made in Bari.

Valentina Tilgher, viene dall’esperienza con il gruppo Spreafico, un’azienda leader nel settore ortofrutticolo; Massimiliano Motolese è stato un collaboratore stretto dell’on. Pelillo; Aurelio Di Paola, figlio dell’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, era stato nominato proprio di recente nel comitato di gestione dell’Autorità portuale di sistema dello Jonio; Rocco De Franchi ha un passato da assessore con Michele Emiliano quando questi era sindaco di Bari.

Sinceramente questa scelta racconta una sudditanza da Bari che mi pare eccessiva. Legittimo il rapporto politico con il presidente Emiliano, che subito Melucci ha rivendicato aderendo a Fronte Democratico; assolutamente inopportuna l'individuazione di assessori baresi che poco o nulla sanno della nostra città. Mi pare evidente - afferma in conclusione Liviano -  che anche a Taranto ci siano professionisti di grande spessore che bene potrebbero ricoprire il ruolo di assessori tecnici"

Una raccomandazione che ci sentiamo di sottolineare. E per tornare alla vicenda del "gelo" il disappunto è  per la mancata poltrona? Ma non si era detto che ci si candidava per il bene comune? Certo che dall’anno scorso, quando Stefàno indicava Lonoce come suo successore è passata tant’acqua sotto i ponti e si è arrivati al prode Rinaldo in campo, dal nome che richiama un crociato che deve conquistare Gerusalemme, che insiste col non fare nomi che possano richiamare la vecchia amministrazione.

C’è da recuperare il consenso dei cittadini perché troppo pochi hanno votato e se si abbassa di molto la partecipazione al voto, il sentimento urbano rischia di essere indifferente al palazzo e a quello che lì si dice o si fa. E non è una bella cosa.  Plauso a Melucci dunque che non si fa tirare dalla giacchetta e tira dritto. Ma una vera autonomia anche dal presidente regionale sarebbe auspicabile per conquistare il cuore dei tarantini. O no?

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