Due associazioni tarantine che vi consigliamo di seguire per le cose che realizzano. Non solo per la bellezza della cultura in sé ma anche per gli scopi sociali, ovvero il progetto Alzheimer Più per il quale si raccolgono soldi anche con queste iniziative per dare luce al periodo più buio di questa terribile malattia.
Veniamo allo spettacolo teatrale. L’idea del treno che si ferma in aperta campagna, con occasionali viaggiatori che parlano del loro viaggio ma anche con riferimento alla loro vita, ha impegnato neo attori che hanno dimestichezza con la poesia e la scrittura e per loro non è stato davvero inverosimile scrivere monologhi interessanti e accattivanti che hanno rapito l’attenzione del pubblico che ha riempito tutti i posti a sedere e non solo.
Una geniale regia messa a punto da Antonio Fanelli, ha corredato di aspetti scenici e sonori essenziali per offrire a causali attori il giusto spazio per due ore di vera magia. Altre date di rappresentazione di questo spettacolo, che ieri ha avuto il battesimo del pubblico al Nanì, saranno prossimamente divulgate anche da questa testata.
Vale davvero la pena riflettere sul senso del viaggio, talvolta non è importante la meta, vivaddio per tutti ben fissa là in fondo, quanto piuttosto il fermarsi a gustare il paesaggio, ma anche i singoli viaggiatori, gli occhi, gli sguardi, e persino le esilaranti macchiette che spingono un pettegolo viaggiatore a sparlare di tutti. Insomma, buona la prima.
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