ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 23 Luglio 2017 00:00

Mio re

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Non entrerà in essa nulla di impuro, né chi commette abominio o falsità, ma solo quelli che sono scritti nel libro dell’Agnello. Apocalisse, 21, 27

Osservate nel sintagma ‘mio re’ come il mio re abbia spostato il senso in ‘mio’:

mi2-u8

  ewe lamb (‘female’ + ‘ewe’) [1].

MI2-u5-a

  selected for breeding (‘female’+ ‘to mount’ + nominative)[2].

mi2 femminilizza mentre il discernimento di mi va sul colore al di là del sesso in mi:

mi

  (cf., gig2; gi6 [v., to be black or dark])[3].

 

re7; re6, ri6, ra2, ir10; e-re7; er, ir

  to accompany, lead; to bear; to go; to drive along or away; to take possession; to stir, mix (suppletion class verb; plural hamtu e.re7-er; cf., du, gen, sub2)[4].

La parola re o er sottolinea il cammino accompagnato. Così Zu.me.er = ‘-cammino accompagnato dalla regina-er LunaZu con la sua parola creativame.

Il mio re è l’amato del mio cuore.

Santa Maria Maddalena, festa

Cantico dei Cantici 3,1-4a. 
Così dice la sposa: 
"Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato 
l'amato del mio cuore; 
l'ho cercato, ma non l'ho trovato. 
"Mi alzerò e farò il giro della città; 
per le strade e per le piazze; 
voglio cercare l'amato del mio cuore". 
L'ho cercato, ma non l'ho trovato. 
Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda: 
"Avete visto l'amato del mio cuore?". 
Da poco le avevo oltrepassate,

Salmi 63(62),2.3-4.5-6.8-9. 
O Dio, tu sei il mio Dio, all'aurora ti cerco, 
di te ha sete l'anima mia, 
a te anela la mia carne, 
come terra deserta, arida, senz'acqua. 

Così nel santuario ti ho cercato, 
per contemplare la tua potenza e la tua gloria. 
Poiché la tua grazia vale più della vita, 
le mie labbra diranno la tua lode. 

Così ti benedirò finché io viva, 
nel tuo nome alzerò le mie mani. 
Mi sazierò come a lauto convito, 
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. 

A te che sei stato il mio aiuto, 
esulto di gioia all'ombra delle tue ali. 
A te si stringe l'anima mia 
e la forza della tua destra mi sostiene. 



Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 20,1-2.11-18. 
Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro. 
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». 
Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro 
e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. 
Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». 
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. 
Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo». 
Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! 
Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». 
Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto


[1] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 175.

[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 175.

[3] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 175.

[4] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 218.

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