Se anche una grande banca svizzera prende le distanze da Maduro, vuol dire che il Venezuela è messo davvero male. Soprattutto se, come nel caso di Credit Suisse, l'istituto guidato da Tidiane Thiam ha invocato una questione di reputazione. A pochi giorni, oltretutto, dalle nuove sanzioni con cui Donald Trump ha vietato ai propri connazionali di fare affari con il regime di Maduro, trattato praticamente come un bandito.
In realtà, stando a diversi organi di stampa, con un memorandum interno Credit Suisse avrebbe già invitato i propri operatori finanziari a non trattare due obbligazioni venezuelane. Una è stata emessa direttamente dal Governo di Caracas, l'altra da Petroleos de Venezuela. In questo secondo caso la banca svizzera vuole evitare la figuraccia di Goldman Sachs che a fine maggio ha acquistato 2,8 miliardi di dollari di quel bond, con uno sconto del 70%. Di più: "I dipendenti di Credit Suisse - riferisce il tg della TV pubblica di Ginevra - hanno l'ordine di ignorare tutti i prodotti finanziari, emessi dopo il primo giugno del 2017 dal Governo di Nicolas Maduro".
Massima attenzione dovrà essere osservata, pure, nelle relazioni con imprese e privati del Venezuela. In realtà pare siano state proprio le sanzioni decise dagli USA a mettere in moto l'irrigidimento del Credit Suisse, verso Caracas.
Sostieni il tuo quotidiano Agorà Magazine I nostri quotidiani non hanno finanziamento pubblico. Grazie Spazio Agorà Editore