ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 23 Agosto 2017 00:00

Dalle periferie del mondo

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Ora l'angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita; Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel tino per sottrarlo ai Madianiti. 
L'angelo del Signore gli apparve e gli disse: "Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!". 


Gedeone gli rispose: "Signor mio, se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: Il Signore non ci ha fatto forse uscire dall'Egitto? Ma ora il Signore ci ha abbandonati e ci ha messi nelle mani di Madian". 
Allora il Signore si volse a lui e gli disse: "Và con questa forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?". 
Gli rispose: "Signor mio, come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manàsse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre". 
Il Signore gli disse: "Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo". 
Gli disse allora: "Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. 
Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti". Rispose: "Resterò finché tu torni". 
Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un'efa di farina preparò focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. 
L'angelo di Dio gli disse: "Prendi la carne e le focacce azzime, mettile su questa pietra e versavi il brodo". Egli fece così. 
Allora l'angelo del Signore stese l'estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; salì dalla roccia un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime e l'angelo del Signore scomparve dai suoi occhi. 
Gedeone vide che era l'angelo del Signore e disse: "Signore, ho dunque visto l'angelo del Signore faccia a faccia!". 
Il Signore gli disse: "La pace sia con te, non temere, non morirai!". 
Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace. Esso esiste fino ad oggi a Ofra degli Abiezeriti. 


Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 19,23-30. 
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. 
Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli». 
A queste parole i discepoli rimasero costernati e chiesero: «Chi si potrà dunque salvare?». 
E Gesù, fissando su di loro lo sguardo, disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». 
Allora Pietro prendendo la parola disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne otterremo?». 
E Gesù disse loro: «In verità vi dico: voi che mi avete seguito, nella nuova creazione, quando il Figlio dell'uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù di Israele. 
Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna». 
Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi i primi

 

Papa Francesco ama ripetere di venire dalle periferie del mondo ed ha aperto il giubileo straordinario a Bangui, in Africa, per ricordare il vangelo di oggi: difficilmente si salverà un nato in Europa, molto più probabilmente va a salvarsi chi è nelle periferie. La salvezza è possibile con Dio perché con lui tutto è possibile. Seguire Cristo è possibile ed è una nuova creazione di tutto. Lasciati tutti gli affetti, la gioia del Salvatore ti illumina, ti corrobora, ti rasserena, ti rende capace di attraversare il mondo. 

Gedeone si pone lo stesso problema: come fare con Dio contro Madian [ma.di.an = ‘legatoma (al) diodi (del) Cieloan’] senza la consapevolezza di averlo con sé?

L’angelo del Signore si accampò sotto un terebinto di Ofra.

Io leggo te-eres-bin-tu a partire dal fondo, tu:

tu

  to interfere (cf., tud and tur5) [TU archaic frequency].

tu 15

  (cf., tumu –wind-).

La sillaba chiave sta in –bin- [vel bim = ‘propriobi dello spiritoim’]:

bi2-in-se

  they spoke (cf., e).

They, loro, la Trinità, parla con l’angelo del Signore.

La parte iniziale dell’espressione, tere, può esser semplice: ‘connessionete al camminoere’, o complessa, te-er-en, ‘connessionete al camminoer del signoreen [che può essere buono o cattivo]: te:

te, de4

  n., cheeck; skin; membrane; thorn, sting; characteristic symbol, tattoo (cf., temen; me-te) [TE archaic frequency].

  v., to prick, pierce; to dye red; to tattoo (usually reduplicated) (cf., te, de4, teg3; ten/ te-en).

  Emesal dialect interrogative, ‘when?; why? ’.

er, eren (cf., ir).

er2 …shesh2, 4/she2-she2

  to cry, weep (‘tears’ + ‘to weep’).

ser 2, sir2 [BU]

n., radiance; daylight (cf., sir2; se-er/ se(-er)-se-er) (Akkadian loan from seru(m) II, ‘morning’).

v., to shine brightly.

 

Ofra pare avere un riscontro in un mix di u2-hab2  + u4-bar.

u2-hab2

 a colored plant: an adjective for leather, possibly ‘gallnut dyed’.

u4-bar

midday.

Il lemma preciso sarebbe u-har via lcz u-hra. Mi piace pensare una traduzione comprensiva del momento del mezzogiorno –letto bar-u- e della pianta colorata.

In ogni caso marciamo nella bib.bi.a col Signore, En.

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