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Mercoledì, 23 Agosto 2017 00:00

Altro che vinile, Thomas Baur punta sulle musicassette. "Meglio di Spotify"

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Un ingegnere olandese apre l'unica fabbrica nel Benelux di nastri magnetici: "Sono molto più romantici di una play list"

E dopo il vinile, c’è una seconda vita anche per le audiocassette. L’idea è di un ingegnere olandese, Thomas Baur di 35 anni, irredimibile fautore delle tecnologie analogiche, che aprirà a settembre l’unica fabbrica di audiocassette di tutto il Benelux.

“Non ho alcuna intenzione di competere con la tecnologia moderna. Voglio piuttosto offrire un prodotto conosciuto e familiare alle persone che ne sono interessate. C’è sempre più gente desiderosa di recuperare i nastri magnetici”, spiega Baur, che sarà anche direttore della fabbrica, all’agenzia Efe. La cassetta compact nasce proprio da un’idea olandese, perché fu un ingegnere che lavorava alla Philips, Lou Ottens, che la varò nel 1963 per competere con la concorrenza della Sony e offrire un prodotto poco ingombrante e di facile utilizzo, con la possibilità di rimpiazzare il nastro senza la necessità di riavvolgere le bobine.

Un'icona per le vecchie generazioni

“Anche per la sua origine olandese, mi sento un po’ obbligato a mantenere intatta questa parte della nostra cultura continuando a produrre nastri” aggiunge Baur, il quale ha acquisito gli impianti dalla società Duplicase, che fabbrica cd e dvd e voleva dismettere i vecchi macchinari per le audiocassette da cui non ricavava alcun profitto.

La fabbrica di Baur si chiamerà Bandjesfabriek ("fabbrica di cassette", in olandese) e forse un giorno farà concorrenza al maggiore produttore di audiocassette del mondo che ancora sopravvive, la statunitense National Audio Company.

"La cassetta è incredibilmente facile e divertente da usare. Rappresenta una parte iconica dello sviluppo del XX secolo - continua l'ingegner Baur - e della musica per le generazioni degli anni sessanta, settanta e ottanta. Per chiunque sia interessato, è un mondo facile da scoprire". Baur stesso ricorda di essere cresciuto con le audiocassette, con cui registrava musica dalla radio e usava il microfono per registrare se stesso "come un giovane dj", per cui "mi sento legato alle cassette come le generazioni più giovani lo sono agli iPod".

Il rewind delle emozioni e dei ricordi

Le cassette non permettono soltanto l'ascolto di musica, ma "effondono emozione e ricordi", sottolinea Baur, perché "incidere un nastro è un processo che comprende anche un quando e un per chi... C'è molto più romanticismo in un nastro magnetico che in una play list di Spotify".

Per la fabbricazione, l'ingegnere ricorrerà a una fabbrica italiana che fornisce i gusci delle audiocassette, mentre per i nastri la cosa è più complessa: "Restano pochissimi produttori al mondo e sono tutti in Asia. Il prodotto è difficile da ottenere e la qualità non è buona". Per questo, Baur sta negoziando con diverse società europee lo sviluppo di nastri di alta qualità che gli permettano di confezionare "le migliori cassette degli ultimi cinquant'anni". "Penso che ci saranno sempre persone interessate a usare i nastri magnetici, come ci sono quelle che acquistano i dischi di vinile. Il mercato è piccolo e si compone soprattutto di consumatori alternativi. Non mi aspetto che la cassetta torni alla popolarità di trent'anni fa - conclude l'ingegnere - ma che torni a essere di facile reperimento".

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