ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Martedì, 11 Agosto 2015 10:28

Caro senatore a vita Giorgio Napolitano

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  “Perché la riforma del Senato non minaccia la democrazia”, oggi a pag. 11 de la Repubblica, chiarimento nella lettera spedita al fondatore del giornale, chiama un’altra domanda fondamentale: perché la Costituzione della Repubblica non riceve ancora risposte all’articolo 49 della Costituzione (Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.).

Io sono un 67 enne, nato il giorno prima dell’entrata in vigore ad ogni effetto della nostra Costituzione. Aspetto leggi attuative al 49 da allora: associazioni, sindacati pubblici, partiti disciplinati dalla legge.

Ieri, ho chiesto giustizia per il licenziato Fausto Scandola contro i sindacati privati. So che non l’avrà. Dovrebbe dipendere da associazioni pubbliche, soggette ai magistrati pubblici. La nostra Costituzione nacque in un ambiente che cercava di liberarsi dalle corporazioni, dimensioni fascistiche del comunismo. 

Dunque difetta nell’art. 39, che vieta revisioni normative sui sindacati.

Oggi mi rivolgo a te; oso darti del tu, perché sono un figlio politico di Riccardo Lombardi, che ci insegnò l’alternativa socialista. Tu sei un politico migliore di lui perché la praticasti: da comunista sei diventato il presidente della repubblica ed hai attuato una via italiana, che, per fortuna, non ha portato al comunismo!

Io ti ringrazio di aver fatto senatore a vita l’accademico Mario Monti, che ci tirò fuori dal naufragio rischiato col mediarca, l’elusore fiscale al quale il premier

Matteo Renzi si sta rivolgendo per continuare nella sua navigazione. L’operazione di salvataggio Monti basta a riassumere la tua abilità politica.

La democrazia sta nell’equilibrio di reggimento delle cose di tutti, con possibilità di alternanza col controllo giudiziario.

Noi non abbiamo ancora il partito legale! La corruzione dilagata in tutte le istituzioni è radicata in una concezione del partito e del politico sovraordinato alle leggi.

Con la legge sul partito ogni cittadino avrebbe la facoltà di chiedere ad un giudice il rispetto delle norme democratiche, la verifica della regolarità della selezione dei rappresentanti e delle idee, il controllo della contabilità di ogni flusso di denaro, ovvero l’ordine! Con questa legge sarà piacevole votare per scegliere chi deve condurre.

Il popolo dovrebbe restare l’elettore diretto dei senatori, ai quali chiederemmo la funzione di controllare la bontà delle leggi alla prova del lungo periodo.

Infine, l’art. 49 dovrebbe darci la semplicissima legge sulle associazioni: -Un’associazione è un insieme di cittadini che si vincolano ad un regolamento rispettoso delle leggi dello Stato-. Il mafioso diventerebbe immediatamente un delinquente per associazione.

Io non pretendo di conoscere la legge, come dovresti conoscere tu.

Da popolano, ti chiedo: sei sicuro di vegliare bene sulla democrazia?

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