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Domenica, 10 Settembre 2017 00:00

Cosa diceva del diavolo (e di come sconfiggerlo) Padre Amorth, il sacerdote esorcista

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"Il Diavolo se ne va solo quando lo vuole il Signore". In un libro postumo il racconto della nomina e le vittorie, ma anche le sconfitte

E’ scomparso un anno fa (16 settembre 2016) il sacerdote esorcista Padre Amorth e le sue ultime confidenze sono contenute in un libro di prossima uscita di cui il Corriere anticipa qualche passaggio. Ma la vita e le misteriose vicende hanno incuriosito anche William Friedkin, che ha presentato fuori concorso all’ultimo Festival del Cinema di Venezia  “The Devil and Father Amorth”. Il regista, a 44 anni dal suo capolavoro ‘L’esorcista’, torna a parlare di possessioni demoniache e lo fa concentrandosi sulla storia di un esorcismo reale.

Ecco come sono diventato esorcista

Nel libro in uscita è lo stesso Padre Amorth a raccontare il momento in cui nel 1986 divenne esorcista. Un estratto lo riporta in un articolo Famiglia Cristiana:  “Questo pomeriggio non ho niente da fare, vado a trovare il cardinal Poletti e lo tengo allegro!’. Andai a casa sua, mi venne ad aprire lui… si chiacchierò… nel discorso si venne a cadere su padre Candido Amantini, esorcista alla Scala Santa, che io conoscevo. ‘Lei conosce padre Candido?’, mi chiese. ‘Sì!’. ‘Malato com’è, ha tanto bisogno di un aiuto!’. Prese un foglio e si mise a scrivere la nomina a esorcista. E io a dire: ‘Ma lei mi conosce, sa che sono un burlone, un buono a niente, solo a fare scherzi e monellerie…’. Niente da fare! Mi sono accorto che non c’era proprio niente da fare! Allora mi sono raccomandato alla Madonna: ‘Proteggimi sotto il tuo manto e lì sto al sicuro!’. E più volte il demonio mi ha detto: ‘A te non possiamo fare niente perché sei troppo protetto!’ Sono protetto sotto il manto della Madonna! È così che nell’86 sono diventato esorcista”.

La prima regola degli esorcisti è “agire con immensa umiltà”

“Penso che tutti gli esorcisti - si legge in uno stralcio riportato dal Corriere - abbiano una prova, che poi è una dimostrazione di fede verso il Signore: tutti devono agire con un’immensa umiltà. “Sono un buono a niente: chi agisce è il Signore, lo Spirito Santo”. C’era un grande esorcista, don Pellegrino Ernetti, che diceva: “L’importante al principio è invocare il Signore, la Madonna e lo Spirito Santo, poi quello che conta sono le preghiere di comando, tutto il resto è tempo perso!”. Lui dava di quelle legnate al demonio! Ma aveva anche riguardi verso se stesso; per esempio cercava di non ricevere sputi, pugni, e quindi faceva gli esorcismi stando alle spalle della persona da esorcizzare. Nella mia esperienza non ho mai visto dei frutti alla fine di un esorcismo, poi però alle volte mi è stato comunicato: “Sa Padre, dopo l’esorcismo sono stato molto meglio, è cessato questo disturbo…"; e io ho sempre risposto: “Ringraziate il Signore, io non c’entro!”. Le liberazioni eclatanti con tanto di urla o di espulsione degli oggetti più svariati ci sono, ma sono casi rari. Io ne ho avuto uno solo, ma vi dico com’è andato a finire: da tempo esorcizzavo una donna sposata e un giorno, che tra l’altro era la festa dell’Immacolata, quindi era particolarmente suggestivo, insieme a padre Giacobbe — un altro esorcista molto più in gamba di me —, l’abbiamo esorcizzata per cinque ore e mezzo: sembrava proprio liberata! Lacrime, abbracci, salti di gioia... dopo qualche giorno era come prima”.

L’episodio di un contadino: “Io sono Lucifero”

Ho avuto un episodio di un contadino che aveva sui 26-27 anni: era un caso tremendo. Avevo ad aiutarmi un frate minore che si chiamava fra’ Sebastiano, più altre tre o quattro persone molto robuste che lo tenevano fermo. Ha anche levitato durante l’esorcismo. Parlava sempre in inglese, io non capivo ma avevo chi mi traduceva, e disse subito: “Io sono Lucifero”. Bisogna sapere che dire il nome, per il demonio, è una sconfitta seria. Lui invece rivelò subito il suo nome. E disse: “Io andrò via il 21 giugno alle ore 11”. Abbiamo iniziato gli esorcismi a febbraio, abbiamo fatto vari incontri e poi gli ho dato un appuntamento dopo il 21 giugno; ho trovato il contadino perfettamente libero. Gli ho chiesto: “A che ora ti sei liberato?”. Mi ha risposto: “Alle 11 precise”. Per sicurezza l’ho esorcizzato ancora qualche volta, perché a volte ci sono delle liberazioni provvisorie: il demonio se ne va temporaneamente, sperando che la persona un po’ per volta torni ad allontanarsi dalla Chiesa e, magari, si dia a una vita di peccato per poi riacciuffarla. E in questo caso è peggio di prima!

“Il demonio se ne va via quando lo decide il Signore”

Ho paura delle liberazioni provvisorie; anche ho timore delle liberazioni fasulle. Alle volte finge di andare via e io allora continuo per un po’ a esorcizzare. In genere non faccio una preghiera di ringraziamento per la liberazione avvenuta, se non è passato almeno un anno. Padre Candido me l’ha sempre detto: “Non si aspetti di vedere che alla fine dell’esorcismo il demonio se ne va via e così tutti contenti: non se lo aspetti! Va via solo quando ha stabilito il Signore! È Lui che ha i suoi piani, è Lui che fa!”.

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