ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 02 Ottobre 2017 09:57

Spagna-Catalogna: Il prezzo della democrazia

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Quanto è accaduto in Spagna manifesta un aspetto della politica che sa tanto di arroganza, di cinismo e disprezzo dell’idea stessa di democrazia. Lungi da noi andare oltre le righe ed enfatizzare un contrasto nei rapporti tra lo stato e una sua regione per arrivare a giudizi sommari.

E’ che abbiamo avvertito in questa domenica spagnola il rapporto più inquietante dell’intera faccenda: non sappiamo convivere con le idee altrui e ci arroghiamo il diritto d’esercitare un potere che è capace di sopprimere la volontà di chi la pensa diversamente. Tutto questo doveva proprio capitare in una regione che ha pagato a caro prezzo in passato l’essere stata paladina di un’idea di democrazia e di libertà subendo alla fine l’accidentato percorso della dittatura franchista.

Al cospetto di un’opinione pubblica europea sconcertata dalle scene rilanciate dai media per le strade di Barcellona e in tutta la Catalogna la domanda che ora ci poniamo se fosse stato necessario questo show muscolare della polizia calata in forze, si parla di dodicimila agenti, e che ha lasciato sul campo centinaia di feriti per impedire ad una moltitudine di persone che chiedeva solo una cosa: andare a votare pacificamente.

Certo Madrid aveva il diritto dalla sua parte e lo avrebbe potuto far valere anche in seguito al voto popolare senza esacerbare gli animi. Perché non lo ha fatto? E la comunità europea perché non è intervenuta raccomandando ai governanti spagnoli moderazione? Non ci vengono a dire che non hanno inteso interferire negli affari interni di uno Stato. Altrove hanno saputo farlo molto bene, e noi italiani e greci lo sappiamo molto bene. Ora speriamo che non si arrivi ad esacerbare nuovamente gli animi negando l’evidenza di un voto e la volontà popolare che è seguita dietro a formalismi di maniera e a cercare rivalse giustizialiste come già si minaccia di voler fare nei confronti della polizia catalana rea di aver lasciato libertà di voto. Dimenticano questi signori che la polizia non è preposta per reprimere l’opinione e le libere e pacifiche scelte dei cittadini ma a difenderli contro i soprusi da qualsiasi parte provengano. (Riccardo Alfonso)

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