Il piano punta a ripopolare di alberi le foreste degli altipiani andini, un progetto “che ha a che fare più con il clima, che con la produzione di legno”. La speranza, ha aggiunto il presidente, è di “attirare maggiori piogge”.
Lo sviluppo energetico, tema centrale dell’evento, è strettamente connesso all’ambiente: ecco perché è stato scelto questo contesto per presentare il piano, come ha concluso Kuczynski.
Il Piano Sierra Azul, che prevede un fondo di 400 milioni di sol (poco più di 100 milioni di euro), vuole creare sviluppo e rilanciare la creazione di posti di lavoro, proprio puntando sul contrasto della siccità.
La Cordigliera delle Ande attraversa buona parte dell’America Latina: Venezuela, Colombia, Ecuador, Bolivia, Argentina, Cile e naturalmente Perù. Quest’ultimo – come molti dei suoi vicini – ha sopportato una dura siccità, preceduta o seguita in alcuni casi da forti piogge e inondazioni, risultato di un peggioramento del fenomeno metereologico del Nino.
A risentirne di più i raccolti, gli allevamenti e, come nel caso del Cile, la produzione di vino, famosa in tutto il mondo. Gli effetti più drammatici sono però quelli sull’enorme patrimonio di flora e fauna delle aree forestali che crescono ai bordi della Cordigliera, che come in un circolo vizioso, se danneggiato produce a sua volta effetti negativi sul clima. E secondo gli esperti, la scarsità di piogge o le violente inondazioni sono in parte da attribuirsi al riscaldamento globale.
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