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Venerdì, 06 Ottobre 2017 00:00

Ocse «Italiani poco qualificati»

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"Attualmente l'Italia è intrappolata in un low-skills equilibrium, un basso livello di competenze generalizzato". E' quanto emerge dal nuovo rapporto Ocse presentato al Mef, che indaga sul livello delle competenze in Italia.

"I lavoratori italiani possiedono un basso livello medio di competenze e hanno, rispetto a quanto avviene in altri paesi, minori probabilità di utilizzare specifiche competenze cognitive, che sono importanti nella performance dei lavoratori e delle imprese. Queste carenze si ritrovano anche tra laureati italiani". "L'Italia - aggiunge il segretario generale Ocse Angel Gurria- è bloccata in un equilibrio di basse competenze".

SOTTO QUALIFICATI E CON BASSE COMPETENZE - Circa il 6% dei lavoratori possiede competenze basse rispetto alle mansioni svolte, mentre il 21% è sotto qualificato. Sorprendentemente, malgrado i bassi livelli di competenze che caratterizzano il paese, si osservano numerosi casi in cui i lavoratori hanno competenze superiori rispetto a quelle richieste dalla loro mansione, cosa che riflette la bassa domanda di competenze in Italia. I lavoratori con competenze in eccesso (11,7%) e sovra-qualificati (18%) rappresentano una parte sostanziale della forza lavoro italiana. Inoltre, circa il 35% dei lavoratori è occupato in un settore non correlato ai propri studi.

"Riequilibrare la domanda e l’offerta delle competenze richiede che le istituzioni nel settore dell’istruzione e della formazione siano più reattive ai cambiamenti, che ci siano politiche per il mercato del lavoro più efficaci, ed un uso migliore di strumenti di valutazione e analisi dei fabbisogni di competenze attuali ed emergenti. Infine, sono anche necessari più sforzi da parte del settore privato e la disponibilità a collaborare con queste istituzioni pubbliche".

IL CONFRONTO CON I LAVORATORI DEI PAESI G7 - Ma "l'Italia è anche caratterizzata da significativa eterogeneità; i migliori lavoratori italiani hanno, in diverse aree di competenza, un livello pari a quello dei più qualificati lavoratori degli altri paesi del G7. In particolare, nel confronto con gli altri paesi i lavoratori italiani mostrano buoni livelli di competenza riguardo alla 'rapidità d’apprendimento e problem solving'.

COSA MIGLIORARE - L'Italia deve migliorare l'allineamento tra domanda e offerta di competenze. E' questa una delle sollecitazioni dell'Ocse. "Il fenomeno dello skills mismatch, che si verifica quando le competenze di un lavoratore non sono allineate con quelle richieste per compiere uno specifico lavoro, è molto diffuso in Italia", afferma l'Ocse, snocciolando i risultati della sua indagine. L'Italia ha bisogno di definire rapidamente una strategia di sviluppo delle competenze che promuova lo sviluppo in tutto il territorio nazionale" ribadisce l'Ocse.

LE RIFORME - "Ravvisando la necessità di intervenire - rileva ancora l'Ocse - il governo italiano ha varato un ambizioso pacchetto di riforme. Queste riforme compongono una strategia di lungo periodo, che comprende lo sviluppo e l’attuazione di politiche di promozione delle competenze, e che è stata predisposta per rispondere in modo efficace e attento alle sfide che si prospettano sia a livello nazionale sia regionale". Ma, avverte, "stanno emergendo alcune sfide riguardo la loro implementazione". L'Ocse cita in particolare la 'Buona Scuola': "le importanti riforme per migliorare la qualità dell’istruzione scolastica attuate nell’ultimo decennio richiederanno del tempo per concretizzarsi in qualifiche più alte dei lavoratori". Ma anche il Jobs Act: "una pietra miliare del recente processo di riforma" e l'istituzione dell'Anpal, l'Agenzia per le politiche attive per il lavoro.

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