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Lunedì, 09 Ottobre 2017 05:02

Taranto - Così Massimo Cimaglia insegna teatro, abbiamo visto due ore di lezione

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Ieri era l'uitima lezione di tre giorni, dalle 16 alle 21. Oggi riparte e va Torino, "purtroppo non vivo qui" e se non ci fosse qualcuno che giustamente paga per lezioni preziose, il suo rapporto con la città sarebbe legato ad altro.

A quello che Cesare Pavese scriveva affermando che un paese vuol dire non essere soli, "saper che nella gente, nelle piante, nella terra c'è qualcosa di tuo che anche quando non ci sei resta ad aspettarti".Immagine

Le lezioni di ieri sono 15 ore di full immersion in cui ciascun allievo presenta quello che ha preparato e il maestro lo incalza di regole, di postura, di recitazione, destrutturando tutto per far entrare l'allievo nel personaggio. Di queste lezioni, in un periodo di forse due o tre anni l'attore ne ha fatte tre. Anche di due giorni

Ho parlato brevemente con gli allievi, di tutte le età,  dai 14 anni di Sermon, un ragazzo che abbiamo visto cantare alla Lega Navale durante il Premio letterario Falhantra, e 72 anni ben portati da chi fa già teatro amatoriale, - su sette allievi presenti erano in tre - già avvezzi al palco. Sono entusiasti del maestro d'arte e fanno tesoro delle sue parole. Ho detto loro che hanno una grande fortuna. Ch scrive, in un altro libro, di cui presto ci sarà edizione cartacea, ha narrato dei favolosi anni 70' in cui Taranto primeggiava nel Sud (dati Censis) per la ricchezza di gruppi teatrali di base, oltre che per un generale consumo di lirica e musica e libri. Proprio negli anni in cui si completava l'industrializzazione che quel primato affossò nel dirigismo statale e autoreferenziale. Ma era anche un mondo culturale che non aveva scuole di teatro per cui un tarantino che voleva fare teatro doveva andare al Dams di Bologna. Oggi ci sono anche altre opportunità come sottolineava l'attore durante la lezione.

Facendo tesoro della sua lezione invita gli allievi ad andare a teatro, e quest'ultima parola la ripete tre volte. Poi c'è anche l'uso di youtube che può aiutare a trovare alcuni filmati con pezzi del favoloso teatro di Giorgio Strehler e di altri per vedere come i personaggi interagiscono e prendono possesso della scena. Eh, già il personaggio!  Tutto sta lì nella costruzione del personaggio, quell'abito morale, come direbbero i filosofi, che fa cambiare aspetto, si diventa altro e si entra in favore del pubblico emozionandolo. Qui sta tutto e non è poco e per arrivarci occorre tanta caparbietà e tanto studio.Immagine3

Ecco quello che ci va di cogliere in questo pomeriggio passato nella saletta utilizzata nella parrocchia di San Pasquale nel Borgo di Taranto, così come rappresentato dagli sguardi di questi allievi, è il bisogno che Taranto investi nella cultura e nella seria formazione teatrale fatta con veri attori formati all'arte scenica e capaci di dare vera didattica funzionale alla creatività di coloro che vogliono impegnarsi in questa meravigliosa arte.

Non ci si può limitare, e su questo Massimo Cimaglia ne è convinto, a creare un piccolo teatro come il Fusco "sicuramente meglio di un supermercato" invece di puntare su qualcosa di diverso, un grande teatro, con annessi e connessi, per fare anche la lirica.

Insomma riscattare l'anfiteatro che il nostro carissimo Nicola Cippone afferma essere sotto i nostri piedi e grande quanto quello di Verona che dà lavoro a quella città più di un' acciaieria. Pensiamoci e ringraziamo l'attore e speriamo di ricontrarlo magari in un nuovo anfiteatro, magari ricreato altrove, e non è detto che ciò sia una chimera, e forse l'estate prossima ne parleremo.

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