Il centravanti pareggia al 48' con un rasoterra preciso e firma il 2-1 al 54' trasformando un calcio di rigore. La Juve, dopo una traversa colpita nel primo tempo da Higuain su rinvio di Strakosha, centra un palo clamoroso al 92' con Dybala. Allo scadere, penalty per i bianconeri: Dybala sbaglia, come due settimane fa a Bergamo, e la Lazio vince 2-1. Con 19 punti, la formazione di Inzaghi aggancia i campioni d'Italia.
Juventus (4-3-3): Buffon; Lichtsteiner (72' Sturaro), Barzagli, Chiellini, Asamoah; Khedira (65' Dybala), Bentancur, Matuidi; Douglas Costa (54' Bernardeschi), Higuain, Mandzukic.
Lazio (3-5-2): Strakosha; Bastos, de Vrij, Radu; Marusic, Parolo, Leiva, Milinkovic, Lulic (84' Patric); Luis Alberto (72' Nani), Immobile (75' Caicedo).
La notizia è da non credere: Dybala continua a far perdere punti alla Juve. La Joya diventa tristezza, quando il pallone è sul dischetto del rigore. Specie se è l'ultimo minuto. Un incubo ricorrente: chissà quante volte se lo sarà sognato, durante la pausa per le nazionali. L'occasione per far valere il detto "chiodo scaccia chiodo" c'è stata, ma la ruota della fortuna non gira per Paulo Dybala, proprio no. Come era successo a Bergamo, dove la parata di Berisha ha tolto due punti ai bianconeri, a Torino è un altro portiere albanese a negare all'argentino di diventare il salvatore della patria. Strakosha intuisce e para il rigore di Dybala e la Juve si piega alla Lazio, in casa. Non succedeva dal 2002.
Immobile sfata il tabù. La doppietta dell’attaccante più in forma del nostro campionato (lo dicono i numeri, 11 gol per lui in Serie A), ribalta la Juve e interrompe una tradizione che dire negativa è poco: i bianconeri, l’avversario contro cui i la Lazio ha perso più volte (78) e incassato più reti in Serie A, ospitano la squadra di Simone Inzaghi con la forza dei precedenti. Impressionante la striscia degli scontri recenti in campionato: vinti gli ultimi sei incroci contro la Lazio, tenendo la porta inviolata in tutti questi match.
Quindici anni dopo (non succedeva dal dicembre 2002), ci pensa l’attaccante della Nazionale cresciuto proprio nella primavera della Juve a portare in trionfo la Lazio nella trasferta di Torino con i bianconeri. Tutti si aspettavano la sentenza Higuain – la Lazio è la sua vittima preferita, 12 gol in otto sfide, comprese una tripletta e tre doppiette – e invece è Ciro Immobile a rubare la scena al Pipita. Meritato protagonista, Ciro, è l’artefice di una rimonta che si concretizza nei primi minuti del secondo tempo. Sì perché i padroni di casa avevano iniziato in perfetto stile Juve, impostando il match aggredendo l’avversario come accade di consueto con Allegri in panchina. L’allenatore livornese, che in vista della Champions e in considerazione del viaggio oltreoceano di Dybala ha escluso la Joya dall’XI iniziale, è stato inizialmente ripagato da Douglas Costa, schierato titolare assieme a Mandzukic e Higuain. Il brasiliano ha portato in vantaggio la Juve dopo 24 minuti con una conclusione ravvicinata resa possibile dalla posizione di Bastos, che lo ha tenuto in gioco tradendo Strakosha. Il portiere albanese, nel finale di un primo tempo frizzante, si rende protagonista di un episodio quasi paranormale: con una giocata ad altissimo tasso di rischio prova un rinvio che sbatte su Higuain, nell’occasione bravo a pressarlo. Il pallone rimbalza prima sulla traversa e poi sulla linea di porta. Lazio graziata.
Un segno del destino? Nel dubbio, al rientro dall’intervallo, i giocatori della Lazio onorano la buonasorte con una prestazione di forza, carattere e intelligenza calcistica. Ciro Immobile batte Buffon prima su azione (assist di Luis Alberto) e pochi minuti dopo dal dischetto.
Allegri si gioca la carta Bernardeschi e poi inserisce anche Dybala, che nel primo minuto di recupero colpisce il palo. Ma la resistenza degli ospiti è meritata ed efficace.
La tragedia sportiva si completa con il rigore sbagliato da Dybala nell'ultimo minuto del recupero: ancora una volta (dopo Berisha) un portiere albanese gli nega la gioia dal dischetto. Juve beffata, Lazio in paradiso.
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