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Venerdì, 10 Novembre 2017 08:54

Identificazione senza identità

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Che cosa ci insegna l'esperienza prevedibile e prevista del Partito Democratico? Passato rapidamente dalla rottamazione (connotato della azione politica) alla restaurazione (connotato della riforma elettorale-costituzionale)?

Che cosa ci insegna il fatto che, nonostante gli evidenti e clamorosi deficit politici e democratici, il M5S prende ancora il 35% deii voti espressi? E cosa ci insegna il fatto che la destra, nonostante quanto accaduto in questi anni in termini di governo e di reati penali, sia ancora la forza politica più grande del paese con un ampio elettorato? E che cosa ci insegna, più di tutto la forte disaffezione degli elettori alla politica? 

Sono tutti partiti senza identità: il PD non è più di sinistra e non riesce ancora ad essere un partito di destra; la destra moderata non è affatto moderata, è estrema senza essere estremista (in quanto conservatori proclamano il cambiamento); il M5S esalta la sua neutralità rappresentativa per acquisire il sentiment della rappresentanza neutrale (malamente interpretata come populismo).

Tuttavia due su tre, hanno identificazione. Non si dichiarano alternativi alla destra e fanno insieme una legge elettorale il cui esito politico obbligato è un governo con la destra. Se sei con Berlusconi stai a destra, se sei contro stai con Grillo.

Il problema della sinistra è di avere una identità senza identificazione.

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