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Lunedì, 20 Novembre 2017 08:57

I crimini commessi dalla cultura del possesso delle donne, secondo Dacia Maraini

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La scrittrice esce in libreria per Rizzoli con 'Tre donne': "Forse l’uscita pubblica delle tante donne molestate che finora hanno taciuto può aiutare a creare una nuova consapevolezza comune"

“La cosa più pericolosa per l’amore è il sentimento di possesso. Il possesso può rovinare ogni amore trasformandolo in proprietà e gelosia. La gelosia basata sul possesso può diventare delirio e perfino portare al crimine”. Riflessioni sull’amore con Dacia Maraini, scrittrice e autrice di un nuovo romanzo dal titolo “Tre donne” pubblicato con la casa editrice Rizzoli, che in una intervista all’Agi, racconta la sua nuova opera e dice la sua sull’amore e sulle libertà femminili. L’amore, per la scrittrice è conoscenza, dice la scrittrice.

"Se si ama davvero non si finisce mai di conoscere l'altro. E si desidera il bene dell'altro”. Nemico dell’amore è il possesso che può rovinare tutto, quel possesso che è alla base di uno dei più crimini più efferati di questo periodo: il femminicidio. Ma non solo. La nostra è una società culturalmente più evoluta rispetto a quella di 50 o 60 anni fa eppure, il corpo delle donne continua ad essere usato come merce di scambio per ottenere il successo ed  è oggetto di molestie e ricatti sessuali sui luoghi di lavoro. Sembra che non ci si riesca ad affrancare da queste situazioni. Stiamo assistendo ad un ritorno al passato. Il sasso nello stagno gettato dal caso Weinstein può invece suonare la carica?  “Non siamo usciti dal patriarcato nonostante le conquiste e le emancipazioni. Ancora i ruoli funzionano sotto una apparente parità. Certo la mancanza di associazioni organizzate ha indebolito le donne. Ma forse, l’uscita pubblica delle tante donne molestate che finora hanno taciuto può aiutare a creare una nuova consapevolezza comune”. 

I crimini commessi dalla cultura del possesso delle donne, secondo Dacia Maraini
KEVIN WINTER / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / AFP 
Il produttore Harvey Weinstein con l'attrice Meryl Streep

Ma i risultati ottenuti in questi anni corrispondono alle aspettative delle battaglie combattute da lei  e dalle donne che si sono impegnate nella conquista dei diritti femminili?  “No, certo, siamo ancora molto indietro. Il campo dove i risultati sono stati migliori  è quello legale. Il femminismo da questo punto di vista è stata una grande rivoluzione pacifica.  Ha totalmente cambiato le leggi che tenevano ingabbiata la famiglia dentro leggi piramidali basati sull'autorità del padre, sui privilegi del marito. Pensi al diritto di famiglia che era basato sulla figura autoritaria del padre e pensi  al delitto d'onore che è stato cancellato solo nel 1981”.  

Il nuovo romanzo di Dacia Maraini racconta la convivenza fra tre donne. Sono tre generazioni di femmine che si sopportano per necessità. “Eppure - riflette una delle tre protagoniste -  se mancassero mia madre e mia figlia, mi sentirei disperatamente sola. Gli affetti famigliari sono complicati e covano delle implicazioni sconosciute. Ci si ama follemente  ma anche ci si detesta. Si trovano  insopportabili i gesti, le azioni, le scelte di chi ci vive accanto ma nello stesso tempo si pensa con terrore a quando questa intimità terminera’”.

Le tre donne sono una ex attrice che per vivere fa le punture a domicilio, sua figlia, lavoratrice indefessa con tanti sogni nel cassetto a sua volta madre di una ragazza di 17 anni, ribelle e un pò egoista come le giovani della sua età sotto la cui dura scorza batte però un cuore gonfio di tenerezza. Ancora una volta, la scrittrice ha voluto dedicare una sua opera al mondo femminile, lasciando parlare tre generazioni diverse, accumunate dal bisogno di scrivere e comunicare a qualcuno o qualcosa le proprie  riflessioni sulla vita. Un libro dove le tre protagoniste esprimono liberamente i propri pensieri, delusioni e aspirazioni, con un file rouge comune: l’amore. Non è un libro femminista, non c’è bisogno di evocare il femminismo. Le tre donne, a parere di chi scrive, sono in linea con i tempi.

I crimini commessi dalla cultura del possesso delle donne, secondo Dacia Maraini
Anne-Christine POUJOULAT / AFP 
 Asia Argento

Nonostante tanta emancipazione, le donne oggi non riescono a difendersi o a riconoscere un amore malato restando vittime della violenza di alcuni uomini  che si impossessano della loro libertà arrivando anche ad ucciderle quanto tentano di imporre una loro scelta…."Non è il caso di François che ama veramente Maria - dice Maraini riferendonsi all’uomo di cui è innamorata una delle tre protagoniste  -  ma non riesce a trattenersi di fronte a una tentazione erotica. Grave perché si tratta della figlia della donna amata, ma pure non lo vediamo come un uomo particolarmente perfido: lui fa quello che fanno tanti uomini anche colti e gentili. Penso al caso di Woody Allen che si è messo con la figlia adottiva della propria moglie creando ferite, rancori e dolori profondi. Ma il mondo lo ha perdonato e nessuno glielo rinfaccia. Fa parte dei privilegi storici maschili”.

Tornando a parlare d’amore, è d’accordo con chi dice che ogni donna, per quanto innamorata alla follia, sa che il vero amore deve sempre arrivare? “Non sono d'accordo. Vorrebbe dire che l'amore fra uomo e donna è impossibile. Io credo invece che sia possibile e che sia una delle cose più belle del mondo. Sempre che non venga guastata dalla mania del possesso , dalla mancanza di rispetto e di stima”.  (agi)

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