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Venerdì, 01 Dicembre 2017 16:06

Gianni Liviano, intervento nel Consiglio Regionale sull'Ilva «la città sia coinvolta senza scelte al buio»

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Pubblichiamo integralmente intervento del Consigliere Regionale Gianni Liviano tenuto oggi nel consiglio regionale monotematico sull'Ilva di Taranto.

 

- Il 5/6/2017 il Ministro Calenda ha FIRMATO il decreto che autorizzava i Commissari Straordinari del Gruppo Ilva in Amministrazione Controllata a procedere all'aggiudicazione dell'azienda al gruppo acquirente AMIVESTCO ITALY srl (aventi soci Arcelor MITTAL e il gruppo Marcegaglia che nel recente passato già aveva investito a Taranto rinunciando poi di fatto alla sua attività imprenditoriale e lasciando a casa da ormai 4 anni numerosi dipendenti che detto per inciso continuano ancora per poco a vivere grazie agli ammortizzatori sociali);


Oltre alla proposta del  gruppo acquirente c'era stata un'ALTRA proposta di acquisto del gruppo denominato Acciaiitalia (capitanato dall'imprenditore indiano Jindal e di cui facevano parte anche Cassa Depositi e Prestiti, Arved e altri).
I criteri di aggiudicazione erano: l'offerta del prezzo di acquisto (che aveva una valenza del 50% per la individuazione della proposta vincente) e poi anche il Piano industriale, il piano occupazionale e il piano ambientale (che però avevano una valenza decisamente inferiore nei criteri di valutazione del Governo);

- IL 29/09/2017 è stato emanato con DPCM il piano ambientale relativo allo stabilimento ILVA che è stato considerato da ARPA Puglia, dalle associazioni ambientaliste e dagli Enti Locali incompatibile con la salute dei cittadini;

- IL 6/10/2017 con una lettera inviata ai sindacati il gruppo Aminvestco ha informato:

1) di voler occupare 10.000 dipendenti (di cui 7.600 a Taranto) a fronte dei 14.000 attuali creando così di fatto un esubero di circa 4.000 dipendenti di cui 3.300 dipendenti a Taranto;

2) di voler assumere ex novo questi 10.000 dipendenti (escludendo la continuità del rapporto di lavoro intrattenuto dai dipendenti in relazione al trattamento economico e all’anzianità ed escludendo altresi' il godimento dei diritti scaturenti dall'art. 18);

-  i 4000 lavoratori in esubero (secondo le indicazioni del governo) sarebbero destinati a restare in carico dell'amministrazione straordinaria dell'Ilva ai fini di effettuare le bonifiche all'interno dell'Ilva stessa.


- successivamente il gruppo acquirente ha dichiarato di accettare i livelli retributivi e l’anzianità dei lavoratori assunti;


- il 16/11/2017 il governo ha istituito un tavolo specifico per l’Ilva di Taranto con i rappresentanti le comune e della regione;


- il 28/11 la Regione Puglia e il comune di Taranto hanno presentato un ricorso al tar di Lecce avverso il piano ambientale;



- il 29/1 il ministro ha dichiarato che se il Tar di lecce accoglie il ricorso, l'amministrazione straordinaria procederà allo spegnimento dell’Ilva. Questa è la storia recentissima della vicenda di un'impresa l’Ilva che da sola genera oltre il 75% del pil della città di Taranto e la quasi totalità del traffico merci i entrata e in uscita dal porto di Taranto.


Questa è la storia recentissima di un'azienda che dà lavoro e che dà morte, che da pane e che da sofferenze e malattie che impedisce ai bambini residenti in un quartiere i tamburi di andare a scuola nei giorni di wind days anche quando per ironia della sorte quei giorni coincidono con le giornate a tutela dell'infanzia.

Questa è la storia recentissima di un'azienda a cui la città di Taranto è legata ad oggi ancora ad un doppio filo di appartenenza. E siccome il futuro dell'azienda  ora è legato ad una decisione del Tar che ci sarà tra un mese, due mesi  o tra quanto tempo non sappiamo, anche il futuro di Taranto in questo momento storico è legato alla decisione di un tribunale amministrativo.


Taranto è quindi oggi una città dal destino incerto, dal futuro condizionato da una decisione del tar.

Non abbiamo dubbi, presidente sul fatto che il piano ambientale fosse inadeguato rispetto alle aspettative e che la proposta di Jindal fosse qualitativamente migliore sotto questo profilo anche perché introduce nel processo produttivo la decarbonizzazione che a lei e che a molti di  noi almeno nella progressiva introduzione sta a cuore; non abbiamo dubbi sul fatto che il piano occupazionale potesse essere ulteriormente migliorabile.

Le sue valutazioni sul piano ambientale e sul piano occupazionale ci sentiamo di condividerle e farle nostre.


Stiamo parlando delle aspettative di vita e di lavoro di una città che paradossalmete sembra sempre costretta a dover decidere di dare priorità all'una o all'altra opzione quasi fossero alternative, quando invece l'una e l'altra sono l'essenza della vita di ogni uomo e di ogni comunità.

Abbiamo qualche dubbio però in verità sul metodo che lei ha scelto di seguire.
stiamo parlando del ruolo della politica: cos'altro è la politica se non una ricerca di confronto permanente, di mediazione, di dialogo, uno sforzo di ricerca di sintesi tra mondi diversi? E’ lecito che la politica deleghi di fatto il futuro di una comunità alla sentenza di un tribunale amministrativo?


Io ho paura presidente,  che l’emotività della città, che la pancia, gli umori talvolta rischino di condizionare le istituzioni e quando le istituzioni sono condizionate dalla pancia e dagli umori della comunità in verità la storia insegna che non fanno grande strada.
La politica delle istituzioni deve salvaguardare a se stessa un ruolo pedagogico, educativo, non può ' lasciarsi trasportare.

E allora se il ministro Calenda sbaglia a fare minacce forse sbagliamo anche noi a rinunciar e al dialogo e al confronto. E' imbarazzante presidente, per me che sono di Taranto, essere fermato quotidianamente da tante persone (amici della questione ambientale e amici della questione del lavoro, quelli che sposano per tutta la vita la chiusura e quelli che invece vogliono che resti aperta) che mi chiedono notizie  e non sapere che cosa dire, salvo quello che si legge dai giornali e poi sentire dire che la regione ha deciso quando tu di quelle decisioni non ne sai assolutamente niente.

Mi permetto di invitarla a condividere maggiormente le scelte con i consiglieri del territorio e con i capigruppo e di chiedere al ministro Calenda la sospensione degli effetti del dpcm per riaprire la trattativa con contestuale disponibilità al ritiro del ricorso. Ora al di là del metodo la questione è il futuro, e forse dobbiamo chiarirci se lo immaginiamo con Ilva o senza Ilva: tutte le scelte sono legittime, ma non al buio, e non facendo la guerra di forza di twitter con il governo nazionale.

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