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Lunedì, 04 Dicembre 2017 03:45

Caparezza «Ti fa stare bene» e...lo spiega cosi

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Il cantante spiega al pubblico il significato del suo nuovo album "Prisoner 709" oggi certificato disco di platino. Torna Caparezza con il suo brano "Ti fa stare bene", tratto dall'album "Prisoner 709" certificato oggi disco di platino da FIMI/GfK.

"Ti fa stare bene" è una potente comunicazione al pubblico, quasi un congresso in cui il cantante sale sul palco e parla con voce non cattiva, ma sicura e decisa, con cui, come sempre, fa assorbire al pubblico il suo messaggio e quando arriva al sodo il pubblico stesso si lascia andare al ballo liberatorio di "Mi fa stare bene".

Bellissimo brano. Sempre in gamba Caparezza a non cercare a tutti i costi di essere sempre in cima alla collina, come molti rapper fanno, perchè lui è genuino; noi con lui stiamo bene e lui in cima alla collina...c'è già.


Questo il racconto del suo album fatto da Caparezza ai media:

CAPAREZZA – PRISONER 709


ANTEFATTO


A giugno del 2015, il fischio (allora sopportabile) che avevo nelle orecchie da anni, è aumentato fino a diventare una tortura, probabilmente a causa dell’abuso dei volumi. La patologia si chiama “acufene”. Non si conosce abbastanza, non se ne parla abbastanza, in molti sostengono di poterla debellare e, secondo la mia personale esperienza, non ne sono affatto capaci. “Chi troverà il rimedio per l’acufene vincerà il Nobel” è la frase più ricorrente nei forum, l’altra è: “Non c’è rimedio, te lo devi tenere”.


Per diversi mesi mi sono classicamente chiesto perché proprio a me. Me lo sono chiesto perché ho concentrato tutta l’esistenza sulla musica come fossi un predestinato, come se nulla potesse accadermi,
almeno fino a questo colpo di scena. Nell’arco della mia vita centinaia di scelte diverse mi avrebbero portato in centinaia di direzioni e oggi avrei potuto essere l’esatto opposto di ciò che presumo io sia.
E invece, anche stavolta sono tornato a scrivere.


PRISONER 709


Prisoner 709 è un album sulla mia prigionia. Il ruolo centrale di questo disco è lo zero che ha la forma del disco stesso e che rappresenta la scelta tra una parola di 7 lettere e una di 9 (Es: Michele o Caparezza).


Ogni traccia di questo disco ha un suo 709 (“libertà o prigionia”, “aprirsi o chiudersi”, “compact o streaming”). L’album è un percorso di autoanalisi che parte da una situazione di disagio (rappresentata
senza mezzi termini nel brano d’apertura “Prosopagnosia”) ed arriva alla sua accettazione (nella traccia finale “Prosopagno sia!”).


I brani sono 16 (la somma di 7 e 9) e ciascuno di essi rappresenta un capitolo del carcere mentale (“il reato”, “la pena”, “l’ora d’aria”, “la lettera”, ecc..) da cui tento di evadere.
La stessa copertina di questo mio disco numero 7 (o numero 9 se contiamo i due demo non pubblicati) mi vede ingabbiato all’interno di una struttura da cui potrei evidentemente evadere se solo lo volessi.
La scelta del bianco e nero, in contrapposizione all’esplosione di colori della copertina di “Museica”, è dovuta al bipolarismo del progetto ed è perfetta per raccontare come ho visto il mondo in questo anno e mezzo di composizione.


Sono un artista libero o sono prigioniero di questo ruolo? Sono felice o solo soddisfatto? Fare dischi era nel mio destino o è stato solo un grosso equivoco? Sono tante le domande esistenziali che mi sono posto mentre scrivevo questo disco, mentre cercavo di superare lo shock dell’acufene che mi ha colpito nel 2015, mentre cercavo di reinterpretare i tarocchi che avevo davanti.


PERCHE’ PRISONER?


Durante le mie letture mi sono imbattuto in quello che viene chiamato “Esperimento della prigione di Stanford” a cura dello psicologo Philip Zimbardo. L’esperimento consisteva nel far recitare il ruolo di guardie e di prigionieri ad alcuni studenti universitari per due settimane. Fu interrotto dopo appena sei giorni perché nessuno riusciva più a sganciarsi dal ruolo assegnato. Le guardie divennero estremamente violente e i detenuti, annichiliti, finirono con l’accettare passivamente qualsiasi vessazione. Il prigioniero 819 tentò con uno sciopero della fame di sabotare l’esperimento e chiese di vedere un dottore abbandonandosi ad una crisi isterica. E’pensando a quel prigioniero che è nato il titolo “Prisoner 709”.


FOREVER JUNG feat DMC
Capitolo: lo psicologo 709: guarire o ammalarsi Il rap è psicoterapia quindi materia mia. Block notes, penna a sfera, via! Azzardo l’ipotesi che il rap sia, nella possibilità di raccontare se stessi in un flusso incontrollato, una sorta di evoluzione delle scoperte di Freud e Jung. In questa traccia il rap torna a vestire i panni dello psicologo come nell’86, quando irruppe nella mia vita tramite i Run DMC. Ecco spiegata la presenza di Darryl Mc Daniels in questa traccia.


CONFUSIANESIMO
Capitolo: il conforto
709: ragione o religione
C’è una scienza dietro le religioni Io sono uno scettico. Non riesco a trovare pace in nessuna dottrina, religiosa o spirituale che sia. Un po’ mi dispiace perché mi rendo conto che se avessi un credo sarei più sereno. In questo sfogo cerco di capire come sarebbe la mia vita se aderissi a tutte le religioni contemporaneamente.


IL TESTO CHE AVREI VOLUTO SCRIVERE
Capitolo: la lettera
709: romanzo o biografia
Scrivo tanto, soddisfatto mai. Sono il vanto per i cartolai. Essere insoddisfatti porta spesso a ricominciare. La lettera che tento di scrivere dalla mia cella mentale è inconcludente, sbagliata, priva di ispirazione. Tutto ciò che rimane è la tenacia, la voglia di mettersi in gioco a prescindere dal risultato.


UNA CHIAVE
Capitolo: il colloquio
709: aprirsi o chiudersi
Chi dice che il mondo è meraviglioso non ha visto quello che ti stai creando per restarci Non è un parente che viene a farmi visita ma un bambino col mio stesso nome e cognome. Parlo con lui
cercando di infondergli la sicurezza che non ha mai avuto. Ma il piccolo ha inaspettatamente più coraggio di me e mi suggerisce di rinchiuderlo definitivamente nel passato. Forse è questa la chiave.

TI FA STARE BENE
Capitolo: L’ora d’aria
709: frivolo o impegnato
Soffia nelle bolle con le guance piene e disegna smorfie sulle facce serie Basta autocommiserazione. Un coro di bambini mi suggerisce alcune cose da fare per ritrovare la libertà .


MIGLIORA LA TUA MEMORIA CON UN CLICK feat. Max Gazzé
Capitolo: il flashback
709: ricorda o dimentica
Ciao, se hai cliccato questo file di sicuro hai vuoti di memoria,lo scrissi perché non potevo accedere alla posta e pensai: “Non ricordi le password, figuriamoci la storia” Prima che la memoria si offuschi raccolgo informazioni su chi sono e su cosa mi piace, poi carico tutto su un file chiamato “Migliora la tua memoria con un click”. Quando sarò anziano mi basterà aprirlo per ritrovare me stesso.


LARSEN
Capitolo: la tortura
709: perdono o punizione
Mi rivolsi ad uno specialista che mi disse: ”C’è una sola cura, come prima cosa nella lista, parla con l’orecchio, chiedi scusa” Questo pezzo parla del mio acufene e di tutti i modi con cui ho tentato di sconfiggerlo, senza alcun risultato.


SOGNO DI POTERE
Capitolo: la rivolta
709: servire o comandare
Poco adatto a governare, come Ludwig Der Zweite, non mi cambierai nemmeno a pugni e testate. Pare che chiunque voglia ricoprire un ruolo di potere. Io no. Io mi sento come Ludovico II di Baviera che, una volta divenuto re (senza averlo nemmeno desiderato), si mostrò più interessato ai drammi musicali di Wagner o alla costruzione della sua Neverland che alla guida del regno.


L’UOMO CHE PREMETTE
Capitolo: la guardia
709: innocuo o criminale
L’uomo che premette sono io che non lo ammetto mai La guardia, nella prigione mentale, è la mia parte oscura. Molti di noi si nascondono dietro un velo di tolleranza che si squarcia al primo alito di propaganda.


MINIMOOG feat. John De Leo
Capitolo: l’infermeria
709: graffio o cicatrice
I chirurghi sono Mickey Rourke, io Miki Munch.
Ho le loro dita addosso come un Minimoog Colpito dalla mia stessa invettiva mi ritrovo sul lettino dell’infermeria circondato da medici che tentano di rimettermi in sesto.


L’INFINTO
Capitolo: la finestra
709: persone o programmi
E ti scandalizzi se ti rivelo che siamo finti? Proprio non realizzi che per gli alieni tu manco esisti? La teoria dell’universo simulato sostiene che il pianeta terra sia un enorme, evoluto, videogame. Quando
affronto questo argomento, noto che coloro che credono in Dio, nella reincarnazione, negli extraterrestri e in Babbo Natale si stizziscono. Io invece trovo che sia uno scenario verosimile, anzi, l’idea di una simulazione spiegherebbe e giustificherebbe gran parte degli atteggiamenti che prima faticavo a comprendere.


AUTOIPNOTICA
Capitolo: l’evasione
709: fuggire o ritornare
La mia macchina è il cursore di una lampo sulla linea tratteggiata, guardo nel retrovisore, dietro me si sta scucendo l’autostrada. Progetto la mia evasione a bordo di un’auto perché mentre guido faccio viaggi mentali come fossi sotto ipnosi.


PROSOPAGNO SIA!
Capitolo: La latitanza
709: Libertà o prigionia
In questa traccia di me non c’è alcuna traccia .

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