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Sabato, 15 Agosto 2015 00:00

Riapre ambasciata Usa a Cuba John Kerry "Mi sento a casa"

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L'Avana (Cuba)  - Dopo 54 anni, la bandiera americana e' tornata a sventolare nel cielo dell'Avana. "Siamo qui perche' i nostri leader, Barack Obama e Raul Castro, hanno preso la decisione coraggiosa di smettere di essere prigionieri della storia", ha affermato il segretario di Stato Usa, John Kerry, nel corso della cerimonia di riapertura dell'ambasciata americana a Cuba.

"Non abbiamo nulla da temere" dalla ripresa delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba, "mi sento a casa oggi", ha aggiunto Kerry, alternando lo spagnolo e l'inglese, "mettiamo da parte le barriere ed esploriamo le possibilita'" offerte dalla ripresa delle relazioni.
  Gli Stati Uniti, nonostante il disgelo con L'Avana, non voltano la testa dall'altra parte rispetto al tema dei diritti umani e Kerry lo ha messo in chiaro, esprimendo l'auspicio che Cuba diventi una "democrazia autentica". "Siamo convinti che i cubani possano stare meglio con una democrazia autentica, nella quale possano scegliere chi sia a guidarli, esprimere le proprie idee, professare la propria fede", ha affermato Kerry.
  "Gli Stati Uniti rimarranno sempre campioni di democrazia", ha insistito il capo della diplomazia americana, "restiamo convinti che la giustizia sociale, i diritti umani siano fondamentali". Nel corso di una conferenza stampa congiunta, il ministro degli Esteri de L'Avana, Bruno Rodriguez, ha assicurato che Cuba e' pronta ad affrontare con gli Stati Uniti anche il tema dei diritti umani, su cui tuttavia ci sono "posizioni diverse". Ci sono punti di vista differenti quanto a "sovranita', democrazia e diritti umani", ha spiegato Rodriguez, "ma siamo pronti a discutere su ognuno di questi temi, accettando che su alcuni sara' difficile arrivare a un accordo". Rodriguez ha inoltre ribadito che per la normalizzazione dei rapporti e' essenziale la rimozione dell'embargo americano e la restituzione della baia di Guantanamo, dove ha sede una base americana. La riapertura della sede diplomatica Usa a L'Avana arriva a meno di 8 mesi dall'inizio del riavvicinamento tra Washington e L'Avana, con l'annuncio dell'avvio del disgelo lo scorso 17 dicembre scorso di Barack Obama e del presidente cubano, Raul Castro. A issare la bandiera sono stati tre marine che l'hanno ricevuta dalle mani dei commilitoni che 54 anni fa, il 4 gennaio 1961, ammainarono per l'ultima volta il vessillo statunitense: il 78enne sergente Jim Tracy, il 76enne caporale Mike East ed il 75enne soldato Larry Morris. Assieme a Kerry, primo segretario di Stato americano a Cuba dal 1945, anche l'omologo cubano, Bruno Rodriguez, con il quale ha avuto un faccia a faccia a porte chiuse. Alla cerimonia anche una ventina di membri del Congresso e funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, del Tesoro, del Commercio e delle Difesa Usa. Tra i senatori, il repubblicano Jeff Flake e i democratici Barbara Boxer, Amy Klobuchar e Patrick Leahy; tra i deputati i democratici Steve Cohen, Barbara Lee e Jim McGovern che erano gia' stati sull'isola per preparare il terreno per la ripresa delle relazioni. Durante il discorso ufficiale, il capo della diplomazia americana ha ringraziato Papa Francesco e il Vaticano che "hanno reso possibile" il disgelo nelle relazioni tra Stati Uniti e Cuba. E dopo la cerimonia ha avuto un colloquio con l'arcivescovo a L'Avana, il cardinale Jaime Ortega. Quindi un incontro, nella residenza dell'ambasciatore, con un gruppo di dissidenti anti-castristi.
  Per riportare alla normalita' totale i rapporti tra Usa e Cuba manca ora 'solo' la revoca dell'embargo americano. Un passo che spetta pero' solo ed esclusivamente al Congresso, dal 3 gennaio a maggioranza repubblicana. Un processo sul quale Barack Obama puo' influire molto poco. Il presidente Usa ha potuto compiere, tuttavia, il passo preliminare che ha reso possibile la cerimonia di oggi: la rimozione di Cuba dalla lista dei Paesi sponsor del terrorismo, in cui era stata inserita nel 1982. (AGI)

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