Con questa domanda conclude un lungo articolo sul "Perchè le chiese evangeliche rifiutano la devozione mariana" che assumiamo a riferimento per una riflessione personale su questo tema. Vero è che da Papa Giovanni Paolo II molti passi sono stati fatti e quindi le posizioni che vengono espresse da alcuni cristiani di altre religioni alla cattolica sono da attribuirsi a minoranze che hanno una visione arcaica senza sbocco. Tra le posizioni che possiamo consideare più mormide al culto mariano sono le chiese luterane e anglicane.
Al di là di tutto avere una beata, "....le generazioni mi chiameranno beata" e amica che ci accompagni nell'ora della nostra morte, non può essere un fronte comune? Persino nel mondo mussulmano vi sono milioni di devoti alla Madonna.
Dei tre vangeli sinottici quello che parla più diffusamente di Maria è il Vangelo di Luca. Vi si racconta che Maria viveva a Nazaret, in Galilea, figlia di Anna e Gioacchino e che, promessa sposa di Giuseppe, ricevette dall'arcangelo Gabriele l'annuncio che avrebbe concepito il Figlio di Dio, senza conoscere uomo Ella accettò e, per la sua completa accettazione e fedeltà alla missione affidatale da Dio, è considerata dai cristiani il modello per tutti i credenti. Secondo i costumi del tempo, il suo fidanzamento con Giuseppe è probabilmente avvenuto in tenera età.
Lo stesso Vangelo secondo Luca racconta la sua pronta partenza per una città della regione montuosa di Giuda, per aiutare una parente di nome Elisabetta, anziana, incinta di sei mesi. Da Elisabetta è chiamata "la madre del mio Signore". Maria risponde proclamando il Magnificat: "...le generazioni mi chiameranno beata..."
In questa visione, tratta dai libri il Vangelo Rivelato di Maria Valtorta c'è la nascita di Maria l'8 dicembre.
"Viene la sera, anticipata dalla furia temporalesca che è violentissima. Acqua torrenziale, vento, fulmini, vi è di tutto, meno la grandine che è andata ad abbattersi altrove. Uno dei garzoni nota questa violenza e dice: «Sembra che Satana sia uscito coi suoi demoni dalla Geenna. Guarda che nubi nere! Senti che fiato di zolfo è nell'aria, e fischi e sibili e voci di lamento e maledizione. Se è lui, è furente questa sera!».
L'altro garzone ride e dice: «Gli sarà sfuggita una grande preda, oppure Michele lo ha percosso con nuova folgore di Dio, e lui ne ha corna e coda mozze e arse».
Passa di corsa una donna e grida:
«Gioacchino! Sta per nascere! E tutto fu svelto e felice!» e scompare con un'anforetta fra le mani.
Il temporale cade di colpo, dopo un ultimo fulmine così violento che sbatte contro le pareti i tre uomini; e sul davanti della casa, nel suolo dell'orto, resta a suo ricordo una buca nera e fumante. E mentre un vagito, che pare il lamento di una tortorina che per la prima volta non pigoli più ma tubi, viene da oltre la porta di Anna, un enorme arcobaleno stende la sua fascia a semicerchio su tutta l'ampiezza del cielo.
Sorge, o per lo meno pare sorgere, dalla cima dell'Hermon che, baciata da una lama di sole, pare di alabastro di un bianco rosa delicatissimo; si alza fino al più terso cielo di settembre e, valicando per spazi detersi da ogni impurità, sorvola le colline di Galilea e la piana che appare, fra due alberi di fico, che è a sud, e poi ancora un altro monte; e sembra posare la sua punta estrema all'estremo orizzonte, là dove un'aspra catena di monti chiude ogni altra veduta.
«Che cosa mai vista!».
«Guardate, guardate!».«Pare che leghi in un cerchio tutta la terra di Israele, e già, ma guardate, già vi è una stella mentre ancor non è scomparso il sole. Che stella! Brilla come un enorme diamante!...». «E la luna, là, è tutta piena, mentre ancor mancano tre giorni al suo esserlo. Ma guardate come splende!».
Le donne sopraggiungono festanti con un batuffolino roseo fra candide tele.E' Maria, la Mamma! Una Maria piccolina che potrebbe dormire fra il cerchio di braccia di un fanciullo, una Maria lunga al massimo quanto un braccio, una testolina di avorio tinto di rosa tenue e dalle labbruzze di carminio, che non piangono già più ma fanno l'istintivo atto di succhiare, così piccine che non si sa come faranno a prendere un capezzolo, un nasetto minuto fra due gotine tonde e, quando stuzzicandola le fanno aprire gli occhietti, due pezzettini di cielo, due puntini innocenti e azzurri che guardano, e non vedono, fra ciglia sottili e di un biondo quasi roseo, tanto è biondo. Anche i capellucci sulla testolina tonda hanno la velatura roseo- bionda di certi mieli che sono quasi bianchi. Per orecchie, due conchigliette rosee e trasparenti, perfette. E per manine... cosa sono quelle due cosine che annaspano per l'aria e poi vanno alla bocca? Chiuse come ora, due bocci di rosa borraccina che abbiano fenduto il verde dei sepali e sporgano la loro seta di rosa tenue; aperte come ora, due gioiellini d'avorio appena rosato, di alabastro appena rosato, con cinque pallide granate per unghiette. Come faranno quelle manine ad asciugare tanto pianto? E i piedini? Dove sono? Per ora sono solo uno zampettìo nascosto fra i lini. Ma ecco che la parente si siede e la scopre... Oh! i piedini! Lunghi un quattro centimetri, hanno per pianta una conchiglia corallata, per dorso una conchiglia di neve venata d'azzurro, per ditine dei capolavori di scultura lillipuziana, anche loro coronate di piccole scaglie di granata pallida. Ma come si troveranno sandaletti, quando quei piedini di bambola faranno i primi passi, tanto piccini da poter stare su quei piedini? E come faranno quei piedini a fare tanto aspro cammino e sorreggere tanto dolore sotto una croce? Ma ora questo non si sa, e si ride e sorride del suo annaspare e sgambettare, delle belle gambette tornite, delle cosce minute che fanno fossette e braccialetti tanto sono grassottelle, della pancina, una coppa capovolta, del piccolo torace perfetto sotto la cui seta candida si vede il moto del respiro e certo si ode, se, come fa il padre felice ora, vi si appoggia la bocca ad un bacio, battere un cuoricino... Un cuoricino che è il più bello che ha la terra nei secoli dei secoli, l'unico cuore immacolato...." Buona Festa dell'Immacolata (rdg)
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