Quindi non replicherò alla stupidità di questo argomento.
Tuttavia, chi sostiene che Grasso avrebbe dovuto rassegnare le dimissioni quando ha lasciato il PD (che lo aveva eletto) o quando ha costituito il suo movimento (che lo aveva accolto), commette un clamoroso errore.
Dietro questa affermazione, anche se sostenuta con intelligenza da Nadia Urbinati - con la elegante distinzione tra "conflitto di interessi" e " confusione di ruoli" - c'è tutta intera la dipendenza delle istituzioni italiane dai partiti politici.
Il vero deficit della democrazia italiana, che ci attanaglia dal 1922 come "sindrome del bivacco", è proprio quello che Maranini chiamava "il tiranno senza volto", cioè i partiti politici che trasformano le istituzioni in loro succursali.
Se Grasso si fosse dimesso, prima o dopo, avrebbe comunque riaffermato il potere invadente e disarticolante della partitocrazia che in questi anni è clamorosamente riesploso. Bene ha fatto, dunque, a non dimettersi riaffermando il valore super partes della seconda istituzione dello Stato.
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