Il ministro degli Interni venezuelano, Nestor Reverol, ha confermato oggi che Oscar Perez - l'ex poliziotto che si era alzato in armi contro il governo di Nicolas Maduro - è morto ieri insieme ad altre otto persone, durante un'operazione della polizia a El Junquito, nella periferia ovest di Caracas.
Perez stesso aveva pubblicato su Instagram un video dei momenti finali della sua vita, assediato. "Ci stanno sparando con granate, lanciagranate, cecchini, ci sono dei civili qui dentro, abbiamo detto che ci saremmo consegnati, ma non vogliono permetterci di farlo. Vogliono ucciderci", le sue ultime parole, con il volto ferito.
Secondo il ministro, le informazioni fornite dai leader dell'opposizione che hanno partecipato ai negoziati con il governo del presidente Nicolás Maduro hanno permesso di localizzare Pérez, che si trovava in una casa popolare. Era entrato in clandestinità dal giugno scorso quando attaccò da un elicottero rubato alla polizia forense, con delle granate, due edifici del governo a Caracas: la Corte Suprema di Giustizia e il Ministero dell'Interno.
I parenti dell'ex poliziotto ribelle avevano chiesto al governo venezuelano la prova che questi fosse ancora in vita dopo la massiccia operazione lanciata per catturarlo.
I suoi tre figli sono fuori dal Paese. Pérez era un ex membro della polizia scientifica ma anche pilota di elicotteri e attore.
A dicembre aveva rubato decine di armi da una caserma della guardia nazionale bolivariana. (Euronews)