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Venerdì, 16 Marzo 2018 03:37

Una scrittrice considerata "troppo africana" ha vinto uno dei premi letterari più importanti

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Jennifer Nansubuga Makumbi è stata a lungo ai margini della letteratura per colpa dei temi trattati dai suoi libri. Ma ha tenuto duro, adesso ha vinto il Windham-Campbell Prize e 165mila dollari

 Ha dell'incredibile la storia delle scrittrice ugandese Jennifer Nansubuga Makumbi, stabilita in Gran Bretagna dal 2000. Per anni non ha trovato un editore locale per il suo libro, "Kintu", valutato come "troppo africano".

La Makumbi ha tenuto duro, non è scesa a compromessi pur di mantenere inalterata la sua novella, ambientata nell'Uganda pre-coloniale dell'Ottocento. La sua opera prima è stata pubblicata nel 2014 in Kenya dalla casa editrice no profit Transit Books e in Inghilterra soltanto nel gennaio 2018. La sua lunga fatica è stata ricompensata pochi giorni fa, quando all'autrice è stato assegnato uno dei massimi premi letterari: il Windham-Campbell Prize dell'Università di Yale, negli Stati Uniti, con una ricompensa in denaro di 165 mila dollari.

Non guadagnavo da tempo, da molto tempo. Ho messo tutto il mio impegno nella scrittura

Dopo il Nobel, questo premio è considerato uno dei riconoscimenti letterari più importanti, istituito nel 2013 da Donald Windham e la compagna Sandy M. Campbell, per "dare agli scrittori l'opportunità di concentrarsi sul proprio lavoro, senza avere preoccupazioni finanziarie".

"Non guadagnavo da tempo, da molto tempo. Ho messo tutto il mio impegno nella scrittura. Per questo quanto accaduto è davvero incredibile" ha commentato la Makumbi alla 'Bbc'. 'Kintu' è un tuffo nella storia dell'Uganda, alla scoperta dell'identità ugandese. Un racconto che inizia con un fatto di cronaca - un uomo picchiato in un mercato alle porte di Kampala, scambiato per un ladro - e prosegue come un viaggio nel tempo, con episodi collocati durante la dittatura di Idi Amin Dada, nel periodo coloniale ma soprattutto a corte del Regno di Buganda.

Di cosa parla il libro di Makumbi

Un libro intergenerazionale che scava dentro tematiche cruciali - dal patriarcato ai poteri sovrannaturali - per analizzare il Dna degli ugandesi. A lungo le case editrici britanniche non hanno aperto le porte alla Makumbi, argomentando che il suo 'Kintu' difficilmente potrebbe catturare l'attenzione di lettori europei. è vero che la scrittrice, titolare di un dottorato in scrittura creativa della Lancaster University, stabilita a Manchester con la famiglia, ha scritto la novella pensando prima di tutto al pubblico del paese di origine.

"Volevo che gli ugandesi cominciassero a guardare alla storia del paese prima del cristianesimo, prima dell'arrivo degli europei per fare paragoni con la situazione odierna" ha spiegato la scrittrice in occasione della 'Los Angeles Review of Books', lo scorso agosto. Invece per quanto riguarda il pubblico britannico ed europeo in generale, la Makumbi è convinta che "se qualcuno è davvero interessato ad esplorare l'Africa, preferisce farlo seguendo un punto di vista africano piuttosto che leggere cose scontate". Nel 2015 'Kintù aveva già vinto il 'Kwani Manuscript Project'. Nel 2014 la scrittrice ugandese aveva ottenuto il Commonwealth Short Story Prize con il suo racconto breve "Let's Tell This Story Properly". (agi)

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