ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Sabato, 17 Marzo 2018 05:38

Il poeta di Scampia a Taranto, «sopra le grigie vele...uscirà l’arcobaleno»

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“Secondo te le butteranno tutte giù?” “Resterà la poesia che le han dato colore”. Vincenzo Monfregola è un giovane quarantenne, quell’età che raggruppa il massimo dei ferormoni, della forza fisica e del quoziente Ql.

Seconda kermesse letteraria all’Ipercoop Mongolfiera di Taranto, in quello spazio letterario che i Soci Coop hanno voluto creare, d’accordo con il direttore della Galleria commerciale, e con l’ausilio della Onlus Falantrha e l’editore Mama Dumia, per rispondere all’urgenza della lettura. E sarà, per il 2018, un anno singolare per la quantità e qualità della proposta, non ultima la news di domani, domenica, dove arrivano da Zelig tv, il carro dei comici di Mediaset per fare un video sull’ipermercato e il suo spazio culturale.

Tornando al libro di Vincenzo Monfregola - qui una recensione di una nostra autrice - ieri ho detto di aver notato, in questi ultimi tempi, leggendo opere letterarie di giovani, come il nostro autore, la propensione a ricalcare più che lo stile, la motivazione che c’è dietro al più bello romanzo breve di Conrad, la «Linea d’ombra», quel passaggio all'età adulta che si fa, talvolta, in un mare in tempesta.

Nei miei percorsi di orientamento spesso ai giovani chiedevo di raccontarmi cos’è accaduto, nei primordi della vita, chi è stata quella persona, che dentro o fuori dalla famiglia che ha determinato la spinta, il volo. Badate che questo è accaduto a tutti e probabilmente ce ne siamo dimenticati. Una volta una giovane signora mi disse che la sua adolescenza piatta e senza sugo, si è completamente ribaltata solo quando ha fatto tre figli, il classico e se volete stereotipo, della donna legata alla cura, che non piace alle donne di oggi.

Venendo al libro di Vincenzo Monfregola, lo scenario è Scampia, nell’immaginario collettivo Gomorra, e le Vele, queste avveniristiche costruzioni non spingono e le navi non partono, come scrive l’autore. Qui si apre un altro discorso, ed è legato alle periferie. Tutte le periferie, anche quelle di Roma, che si chiamano Ostia & Mafia.

Quattro anni fa Renzo Piano pubblicava sul Sole24 ore quel famoso articolo sul Rammendo delle periferie di questo paese straordinario. Spesso la speculazione dei palazzinari, le lobby del mattone, illudono nei progetti, e Monfregola lo scrive nel sul libro, raccontando di spazi verdi, aree di giochi per bambini, persino piscine, più immaginate che reali. Poi tutto degrada, diventando aree poco urbane, lontane da servizi e legalità

Permettete una digressione ecologica. Le città estese, sono quelle che in Ecologia Urbana vengono classificate in modo negativo. Più lontane dal centro, per arrivarci occorre consumare l’aria con auto e moto, si consuma terreno sottratto alla natura, difficili da gestire e con la mondezza per strada. Scampia, è tutto questo con Vincenzo ieri abbiamo fatto questo straordinario viaggio su come è stato possibile fare il salto, attraversare la linea d’ombra arrivare alla scrittura e alla poesia In questo video su Facebook il senso del viaggio che parte dai tre anni…

Ma per arrivare alla prima riflessione una piccola digressione sul tema delle periferie, Taranto è una città molto estesa, qui siamo in un quartiere satellite che già è un'altra cittadina. Taranto ha questo primato, occupa lo stesso spazio della baia di San Francisco in California, solo che quella è una metropoli di 800 mila abitanti, noi ne abbiamo poco meno di 200 mila, di abitanti….anche se il triste primato è dovuto all'area industriale.

Ieri con Monfregola abbiamo raccontato di Scampia, questa periferia a Nord di Napoli, che la cronaca di questi giorni ci presenta come una sorta di ricettacolo della droga e della malavita; due fatti, l’arresto per spaccio di uno degli attori di Gomorra TV, e l’altro non meno inquietante di Repubblica, viaggio «Nell'orrore delle Vele di Scampia: Sono il male, distruggetele!» e pare che almeno la prima Vela si abbatta, c’è un bando pubblico, eppure in questo marasma il nostro poeta scrive, nella bellissima poesia che da titolo al libro…. «E’ ineccepibile scrivere di gioia tra la disperazione delle macerie di un abbandonato dalla dignità».

Nel libro «Nelle navi di cemento e amianto», c’è un forte messaggio poetico contro i pregiudizi, dove le parole dell'autore che riguardano se stesso e la sua vita, paiono pennellate di colore col quale ricolora le vele per far finalmente partire le navi forse anticipando quello che avverrà nel futuro. Vincenzo scrive ricercando la semplicità, l’unico mezzo per arrivare all'anima, quel percorso che Papa Francesco definisce "l’essenziale". Una traccia, un monito, una speranza.

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