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Giovedì, 05 Aprile 2018 05:41

Sviluppo dell'obesità: ambiente e stili di vita incidono più dei geni

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Cellule adipose circondate da tessuto Cellule adipose circondate da tessuto

Su "Physiological Measurement", una ricerca della Statale di Milano condotto sui gemelli, ottimo caso per studiare la relazione fra genoma e obesità.

 Ambiente e stile di vita sono più importanti per lo sviluppo dell'obesità dei geni che ereditiamo.

Questa è la principale conclusione di uno studio pubblicato su Physiological Measurement da un gruppo di ricercatori del Centro della Complessità e i Biosistemi (CC&B) dell'Università Statale di Milano.

L'obesità è un importante fattore di rischio per molte malattie cardiovascolari, soprattutto nei paesi sviluppati. Al momento l'ipotesi di una sua origine genetica è applicabile solo al 5% dei casi più gravi di obesità e non permette di spiegare la maggior parte delle variazioni individuali dell'indice di massa corporea, attribuibili invece a fattori ambientali e agli stili di vita.

"In uno studio precedente avevamo identificato una serie di 38 geni la cui attivazione è correlata con diverse caratteristiche associate all'obesità: infiammazioni, cancro, disturbi della riproduzione e dell'umore – spiega Francesc Font-Clos, ricercatore al CC&B e autore principale dello studio. "Abbiamo quindi cercato di capire se questa sorta di firma genetica potesse aiutarci a indagare il ruolo che i nostri geni giocano nello sviluppo dell'obesità".

Utilizzando un algoritmo sviluppato in precedenza presso il Centro della Complessità e i Biosistemi, Font-Clos e i suoi colleghi hanno così confrontato la loro lista di 38 geni con più di 600 campioni di un database britannico di gemelli con diversi indici di massa corporea, ottimo caso per studiare la relazione fra il background genetico e l’obesità.

I risultati delle analisi hanno rivelato che la firma genetica dell'obesità, identificata in un precedente lavoro, è correlata sia all'indice di massa corporea sia alla massa grassa.

In particolare, i ricercatori dell'Università Statale hanno scoperto che nei gemelli monozigoti le differenze nell'attivazione di questa firma genetica non sono dovute al loro genoma, che è identico, ma alle variazioni nella massa corporea: non è il genoma, quindi, a provocare l'insorgenza dell'obesità ma è l'obesità – provocata da fattori ambientali e stili di vita – ad attivare alcuni geni a loro volta implicati in processi come l'infiammazione o i disturbi dell'umore.

"I nostri risultati dimostrano che l'ambiente ha un ruolo più importante del genoma nello sviluppo dell'obesità" – commenta Caterina La Porta, docente di Patologia generale al dipartimento di Scienze e Politiche ambientali dell'Università Statale di Milano e coordinatrice di questa ricerca. "Non si diventa obesi perché si ereditano alcuni geni sfortunati. Non è questione di sfortuna ma di condizioni che possono essere cambiate. Per questo è importante studiare l'obesità in un contesto più ampio, che includa sia fattori interni che esterni, e le loro interazioni reciproche".

 

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