ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 30 Aprile 2018 16:30

Taranto - Rifondazione Comunista, «La città vecchia non è un’autostrada»

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Riceviamo e pubblichiamo - Secondo quanto riportato dal Corriere di Taranto in un articolo del 28 aprile, l’assessore Di Paola avrebbe annunciato l’istituzione di una particolare forma di ZTL in città vecchia.
Come se fosse un’autostrada, per percorrere l’isola verrà imposto un vero e proprio pedaggio: 5 euro per transiti di durata inferiore a 30 minuti. Ad oggi né l’assessore né il Sindaco hanno smentito.
Lascia sconcertati l’atteggiamento dell’amministrazione, che su alcune questioni fondamentali – a partire dagli interventi sulla città vecchia – continua a prendere decisioni senza alcun dialogo con la città.
Se l’operazione dovesse confermarsi, il traffico da e verso la città si concentrerebbe lungo il ponte Punta Penna, congestionando le principali arterie cittadine e dilatando i tempi di percorrenza, con un aumento delle emissioni inquinanti.
Mentre si punta a trasformare la città vecchia in “vetrina” per i visitatori, si creerebbero gravi disagi alla maggioranza dei cittadini.    
E’ quello che già accade nei grandi centri turistici – da Venezia a Napoli, da Firenze a Matera –: congestione del traffico, aumento dei prezzi e dell’inquinamento, perdita di identità, a unico vantaggio degli speculatori immobiliari.
Se la città vecchia non può più essere un’isola spartitraffico, non si può immaginare di trasformarla in un luna park per il turismo di massa.
In questa direzione sembra però spingere il governo, che ha trasferito il potere decisionale sul risanamento dell’isola nelle mani di Invitalia, il cui unico obiettivo è la valorizzazione economica. 
Un progetto accettato dalla giunta Melucci, che fino ad oggi ha accuratamente evitato di aprire un dibattito ampio sul futuro del centro storico – e sulle alternative per il traffico veicolare. 
Lanciamo un appello ai soggetti – forze politiche e sociali, associazioni, singoli – che si riconoscono in un’idea di città come spazio di tutti, il cui futuro va programmato in maniera democratica a partire dai bisogni di chi la abita. Incontriamoci e discutiamo di come affermare questo diritto. Facciamolo prima che gli interessi di pochi possano mettere definitivamente le mani sulla nostra città vecchia. 

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