ANNO XVIII Novembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 06 Maggio 2018 10:42

Etetimo del paleonimo Negheb

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Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati Mentre Pietro stava per entrare, Cornelio andandogli incontro si gettò ai suoi piedi per adorarlo. 

Ma Pietro lo rialzò, dicendo: "Alzati: anch'io sono un uomo!". 
Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, 
ma chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto. 
Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo scese sopra tutti coloro che ascoltavano il discorso. 
E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si meravigliavano che anche sopra i pagani si effondesse il dono dello Spirito Santo; 
li sentivano infatti parlare lingue e glorificare Dio. 
Allora Pietro disse: "Forse che si può proibire che siano battezzati con l'acqua questi che hanno ricevuto lo Spirito Santo al pari di noi?". 
E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo. Dopo tutto questo lo pregarono di fermarsi alcuni giorni. 



Prima lettera di san Giovanni apostolo 4,7-10. 
Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 
Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 
In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. 
In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati. 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,9-17. 
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. 
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. 
Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena». 
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. 
Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. 
Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. 
Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. 
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. 
Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri

Etetimo del paleonimo Negheb.

L’ordine (it.), lat. ordo, zum. urdu[1] è –amatevi!-.

Il deserto del Negheb verrà praticato dal Giro d’Italia, oggi[2], nella terza tappa. L’occasione fa emergere dal ‘essere riarso’, il senso ebraico di Negheb, ‘stabilità priva di tutto’, in senso zumero.

Il ‘Signore’, en in zum., ‘fortifica’, ge-en-ge-en, il ‘seguace’, ne.

Comprovo:

Analisi di Negheb vel Neghev[3]:

partenza dal zumero

ne…gub to position oneself (‘precise’ + ‘to stand’; cf., ni2…gub)[4].

NE-NE

(cf., bar7-bar7-ra, bir9-bir5-ra and zu2…bir9-bir9; itiNE-izi-gar)[5].

ge-en-ge-en

to strengthen; to make right or stable; to perfect (cf., gin6, gen6)[6].

eb

(cf., ib[7] [corner, angle (ub, ‘cielo’), ib2, eb2, middle[8] ].

Negheb = stabilità priva di tutto.

 


[1] http://www.archeomedia.net/carlo-forin-urdu-schiavo-maschio-in-sumero/

[2] Domenica 6 maggio 2018.

[3] https://wol.jw.org/it/wol/d/r6/lp-i/1200003209

[4] Halloran: 194.

[5] Halloran: 194.

[6] Halloran: 76.

[7] Halloran: 58.

[8] Halloran: 119.

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