ANNO XVIII Dicembre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Lunedì, 07 Maggio 2018 14:49

Libertá e schiavitú: la libertá cristiana

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Tommaso D’Aquino ricorda nella Summa Teológica un testo significativo San Damasceno, un santo nato a Damasco e vissuto circa nel 749.

Come insegna il Damasceno, si dice che l’uomo é stato creato a immagine di Dio, un essere dotato d’intelligenza, di libero arbitrio, e di dominio dei suoi atti.”

L’uomo ha, quindi, intelligenza e capacitá di scelta e tali poteri si fondano nel fatto di essere stato creato da Dio a sua immagine. Questo concetto ci viene trasmesso dalla tradizione ebreo-cristiana.

Possiamo anche dire che l’idea della libertá é entrata nella civiltá occidentale – e ha avuto una notevole influenza nelle altre aree del pianeta – dall’apporto fondamentale dell’influsso cristiano e dalla tradizione ebrea.

Per quanto detto precedentemente, si scoprono le motivazioni, nell’Antico Testamento, della libertá. Tale ansia dell’uomo é strettamente legata al rapporto immediato del credente a Dio. L’uomo cerca di vivere appunto secondo l’immagine dalla quale fu creato, attraverso il rapporto immediato con Dio stesso.

Possiamo osservare la idea della libertá dell’uomo. Dio vuole liberare il suo popolo dal Faraone d’Egitto, il quale rappresenta un anti – dio:

Chi é il Signore che io debba ubbidire alla sua voce e lasciare andare Israele? Io non conosco il Signore e non lasceró affatto andare Israele” –Esodo 7,16 –

IL riconoscimento dell’Immagine di Dio implica dall’uomo, il dovere di servirlo: “L’uomo é stato creato – Insegna Ignazio di Loyola – per lodare, riverire, servire Dio, il Signore e cosí salvare la propria anima”.

Invece il Faraone non vuole servire Dio perché non lo conosce e non si riconosce a sua immagine. Neppure lascia che gli ebrei lo servano.Come succede oggi anche. Ci scherniscono solo per il fatto che riconosciamo nel rapporto con Dio.

IL servizio a Dio ci riporta a un’altra conseguenza: il servizio agli altri. La negazione del primo, l’immagine di Dio, comporta la negazione del secondo, giá all’inizio della storia umana. “Sono forse il guardiano di mio fratello?” –Genesi 4,9- Risponde Caino al Signore che gli chiede notizie di Abele, suo fratello; Caino risponde che non lo sa. Era suo diritto ignorare il fratello, non era infatti il suo guardiano.

Lo stesso atteggiamento dell’uomo é successo con l’idea di libertá a immagine di Dio, dal momento che si é progressivamente staccata dalla matrice cristiana e dalla tradizione di Israele.

La libertá si é costituita in Occidente solamente un diritto individuale, diritto che consente, soprattutto, di esonerarci dal dovere verso gli altri.

L’appello oggi alla libertá serve a giustificare un atteggiamento di distanza da Dio e dai propri simili.

Senza questi punti fissi, il mondo cerca di assolutizzare l’idea della libertá e riesce a svuotarla dal vero significato e dalla sua natura specifica.

Nell’Antico Testamento troviamo: “Sia il servo sensato amato come la sua anima; non rifiutargli la libertá” – Siracide 7, 21-. Nel Levitico, 19,20, si sottolinea: “La donna schiava non ha la libertá”.

Il significato é chiaro: la libertá si oppone alla schiavitú. Lo schiavo non é libero e viceversa.

Allora possiamo anche riflettere su noi stessi: “Siamo schiavi o siamo liberi, creati a immagine di Dio?” Ognuno di noi deduca chi é dunque.

Gesú Cristo, venuto a ridimere l’uomo, arrichisce l’idea veterotestamentaria di libertá, con la necessitá di osservare la sua Parola e conoscere la veritá: “Se perserverate nella mia parola, siete veramente i miei discepoli; conoscerete la veritá e la veritá vi fará liberi” –Vangelo di Giovanni. 8, 31-32 -.

La legge nuova di Gesú Cristo é chiamata “legge dell’amore”. Ci porta ad agire spontaneamente sotto l’impulso della Caritá, e ci fa transitare dalla condizione di servi a quella di amico di Cristo: “ Perché tutto ció che ho udito dal Padre, l’ho fatto noscere a voi” -Vangelo di Giovanni 15,15- e alla condizione di figli eredi: - Galati, 1-7.21-31; Romani 8-15-17.

 

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