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Domenica, 03 Giugno 2018 00:00

Il deficit di democrazia in Europa nasce dal buco nero dell'autocrazia postdemocratica

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La condivisa e fondata polemica sull’enorme deficit di democrazia in Europa, prodotto con atti emanati a seguito della crisi economica, necessita di conoscenza per una partecipazione consapevole.

E’ sempre bene ribadire che la più devastante crisi economico-finanziaria che ha interessato l’Europa è stata prodotta dal settore finanziario PRIVATO internazionale (credito erogato dalle banche, bolle immobiliari). Successivamente la crisi è stata trasferita al settore pubblico, per arginare il contagio finanziario attivato dai fallimenti delle banche.

MAI DIMENTICARE  L'ORIGINE DI QUESTA CRISI.

In un decennio il polo esecutivo europeo costituito da Eurogruppo, Commissione europea, Bce, rappresenta una governance affrancata da ogni politica di controllo, una sorta di buco nero democratico. Talmente grave è la devianza da farla classificare da Bauman come “autocrazia postdemocratica “. Chi sa cosa viene negoziato nei due comitati dell’Eurogruppo, il Comitato di politica economica e il Comitato di politica economica e finanziaria? Chi valuta le decisioni assunte, in seno al Consiglio europeo dei capi di Stato dei paesi che usano l’euro? Non ne sanno nulla né il Parlamento europeo e, nemmeno quelli nazionali. Organismi che assumono decisioni, che generano effetti ben concreti sulla vita delle persone. Organismi caparbiamente impegnati ad avere, come unico obiettivo la stabilità finanziaria ed essere sordi ai temi che interessano i cittadini come l’occupazione, lo sviluppo economico, le convergenze fiscali tra Stati membri, la coesione sociale, la solidarietà. Intollerabile che, a capo della Commissione ci sia un ex primo ministro di uno Stato, il Lussemburgo che è un paradiso fiscale, zeppo di multinazionali e banche in cerca di sottrarre ricchezza al fisco degli Stati dove operano.

Provvedimenti assunti come il MES, il TSCG, il TWO-PACK, il SIX PACK hanno originato un insieme di misure che hanno legittimato un potere informale e opaco, che ha posto il sigillo sulle devastanti politiche di austerità proprio quando nelle patrie del liberismo USA e Gran Bretagna venivano superate. La lesione democratica, da parte di una tecnocrazia becera e rispondente, a interessi finanziari di grandi gruppi è palesemente verificabile negli art 12 e 13 del” Trattato sulla Stabilità, Coordinamento e Governance” nell’Unione Europea (TSCG), conosciuto anche come “Fiscal Compact” o “Patto di bilancio “. Trattato TSCG, elaborato da un apposito gruppo di lavoro presieduto da Georges Heinrich (direttore del tesoro del Lussemburgo non casualmente!) e successivamente modificato 5 volte con definitiva approvazione, da parte dell’Eurogruppo e del consiglio Econfin.

Gli articoli che evidenziano l’incompatibilità con la democrazia parlamentare? L’art 12 comma 1 dove il capo della BCE partecipa alle riunioni dei capi di Stato e di Governo dell’eurozona e il comma 5 dove il presidente del Parlamento europeo,  ossia dell’unico organismo espressione del voto degli europei, può essere invitato per “essere ascoltato”.

Il ruolo del Parlamento europeo ai fini del Fiscal Compact? Consultivo! Dove sta la contraddizione? Nella “Dichiarazione” del Consiglio europeo di Copenaghen del 1978 sul rispetto e mantenimento della democrazia rappresentativa “(impegno riaffermato sempre!) e, rispetto agli art 2 e 13 del “Trattato sull’Unione Europea” secondo cui la DEMOCRAZIA costituisce un “VALORE “ , che le istituzioni dell’Unione europea hanno il DOVERE di “ PROMUOVERE”. Nel 2012 il parlamento italiano ha approvato l’equilibrio di bilancio, che deriva dal “Patto Europlus”, dal “Patto di Stabilità e Crescita “e dal Fiscal Compact.

Nessuna norma o atto comunitario obbligava a trasferire in  Costituzione il «Pareggio di Bilancio”.

L’inserimento in COSTITUZIONE NON RICHIESTO dai TRATTATI ha aperto la strada, per INTERVENTI DIRETTI della CORTE COSTITUZIONALE, che può usare questo parametro per GIUDICARE la LEGITTIMITA delle LEGGI DI BILANCIO.

La modifica dell’art 81 è stata una grande "PORCATA"! La norma dell’equilibrio in Costituzione e la possibilità di sanzione per mancato rispetto introduce, di fatto, un limite INVALICABILE alla promozione dei DIRITTI SOCIALI.

Il testo costituzionale stabilisce, che lo Stato assicura l’equilibrio tra entrate e spese consentendo, pur sempre, che ciò avvenga: « tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico”.Inoltre ( l 243/2012) , in ipotesi eccezionali di grave recessione economica di carattere regionale (dell’area Euro o dell’Unione tutta) o, comunque, in caso di eventi straordinari e per ciò fuori dal controllo dello Stato, quali gravi crisi finanziarie e gravi calamità naturali, sono pur sempre consentiti scostamenti dall’obiettivo di medio termine (l’equilibrio), purché autorizzati dalle Camere con legge approvata a maggioranza assoluta dei loro componenti ed in PRESENZA   di un DETTAGLIATO PIANO DI RIENTRO da ATTUARSI già dall’esercizio immediatamente SUCCESSIVO .

Traduzione: la flessibilità di 41 mld ottenuta da Renzi e Gentiloni a Bruxelles si scaricherà sulle leggi di bilancio dei prossimi anni. Immensa stupidaggine, l’affermazione che lo Stato si deve comportare come un buon padre di famiglia!

Fu Keynes a capire che l’economia di uno Stato non può funzionare come il microscopico bilancio del padre di famiglia, che quando è troppo indebitato procede nel taglio di ogni spesa, che non sia assolutamente indispensabile.

Il paradosso è che per lo Stato il RISPARMIO diventa un TAGLIO di SPESA, che se non compensato da un analogo INCREMENTO di SPESA (privata) diventa una RIDUZIONE di PIL. L’autoritarismo partitocratico, mostrato nel 2012, ha gettato la maschera quando ha assicurato con i due terzi dei voti del Parlamento l’IMPOSSIBILITA di fare il referendum sull’ equilibrio di bilancio, che rappresenta di fatto un attentato ai diritti fondamentali!. Gli italiani hanno capito l’equilibrio di bilancio subendo sulla propria pelle i piani sanitari dove, anche per patologie gravi, si ha compartecipazione alla spesa, con la riduzione sotto i livelli minimi fissati dall’OMS della spesa sanitaria. Si sono accorti con il crollo di ponti, l’inesistente manutenzione di strade, scuole, acquedotti, reti di trasmissione elettrica insufficiente, bonifiche di siti inquinati, dissesto idrogeologico, tendopoli post terremoti in un dei territori più sismici del globo. Questi i risultati di una modifica costituzionale autoritaria e antipopolare praticata da soggetti autoreferenziali e irresponsabili lautamente pagati con le tasse degli italiani. Altro che populismo!

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