E’ stato trasmesso un comunicato stampa a firma di Fulvio Aurora “responsabile delle vertenze giudiziarie”. Non si comprende a quale titolo egli parli non sapendo neppure dove è ubicato il polo chimico di Spinetta Marengo (Alessandria), non conoscendo nulla del processo Montedison-Solvay, non avendo partecipato alle udienze né del primo grado né di questo Appello in Corte d’Assise di Torino. L’unico che ha titolo in questo processo di parlare a nome di “Medicina democratica Movimento di lotta per la salute” è la Sezione di Alessandria, cioè Lino Balza che dal primo giugno 1970 è della fabbrica la memoria storica e soprattutto il protagonista nazionale di mezzo secolo di lotte e conseguenti rappresaglie (cassa integrazione, tre trasferimenti, mobbing, anni di dequalificazione professionale, di inattività assoluta, oltre ad uno stillicidio di tentati provvedimenti disciplinari e vertenze minori e, dulcis in fundo, il licenziamento. Balza è ricorso a 7 cause in pretura, 4 in appello, 2 in cassazione, tutte sudate col sangue, tutte concluse a suo favore). Anche tutte le Vittime sono state cercate da Balza e portate Parti civili in questo processo, che è stato il culmine e l’effetto di quasi mezzo secolo di lotte (esposti, denunce, querele, manifestazioni, scioperi della fame, incatenamenti, chilometri di firme di solidarietà, titoli su titoli in giornali e tv ecc.) della Sezione di Alessandria, cioè di Balza.
Ebbene, furono proprio il firmatario del suddetto impudente comunicato stampa, insieme al presidente dell’Associazione fondata troppo tempo fa da Maccacaro, all’indomani della scandalosa sentenza assolutoria del tribunale di Alessandria furono essi ad avallare il sostanziale assenso alla sentenza (clicca qui) e la decisione dell’avvocata: ““Per quanto riguarda le statuizioni civili, la sentenza contiene criteri equilibrati, mutuando in punto di diritto, dalla sentenza Eternit. Non è quindi mia intenzione impugnare la decisione, ma partecipare al futuro giudizio d’Appello con deposito di memorie e conclusioni, nelle quali chiederò la conferma della sentenza di primo grado””. Chi non si accontenta delle parole scritte, può sempre ascoltarle dalla viva voce dell’avvocata: clicca qui il video. Questa decisione è stata contestatissima da parte della Sezione di Alessandria: “Avvocato, tu, nella costituzione in primo grado, avevi chiesto -- a causa dell’avvelenamento, a causa del dolo, a causa dell’art. 439 --- avevi chiesto per le nostre 15 parti civili morti e malate risarcimenti per complessivi 2.848.450 euro mentre ora consideri equi ed equilibrati i 60.000 euro complessivi riconosciuti a 6 persone per… ‘patema d’animo’!! e zero euro alle altre 9. Non è morale farsi condizionare da calcoli opportunistici di bottega legati ai risarcimenti per l’Associazione e alla parcella”.
La decisione della presidenza fu contestatissima da parte della Sezione, che chiedeva e continua a chiedere (vedi Verbale del Congresso) l’apertura di causa civile per tutte e 15 le Vittime Parti Civili. Fu contestatissima al punto che Lino Balza diede le clamorose dimissioni dal Consiglio Direttivo, revocò l’avvocata e si presentò come parte offesa in Appello assistito dal proprio avvocato Massimo Martinelli. In Appello Balza, unico titolato da mezzo secolo di storia e lotte a rappresentare nel processo “Medicina democratica Movimento di lotta per la salute”, ha contestato con memoria (clicca qui) la sentenza di primo grado sia per le condanne assolutorie sia per gli offensivi risarcimenti alle vittime, e in 36 pagine (clicca qui) ha replicato a ciascuno dei 13 avvocati difensori fornendo alla Corte le prove del “dolo” di ciascuno degli8 amministratori e dirigenti imputati per pene che vanno dagli 11 ai 17 anni di reclusione.
Queste verità storiche sono proditoriamente omesse nel comunicato stampa firmato da Fulvio Aurora, denso di strafalcioni e date inventate , soprattutto traboccante di millantati meriti (“ci siamo impegnati a lungo e profondamente”) e prosopopea (“in un processo di questo genere si fa scienza come forse più che all’Università”)mentre nasconde cinquant’anni di vere lotte altrui prima e durante il processo, insomma un comunicato intriso di ipocrisia, anzi di cinismo nei confronti della tragedia delle Vittime sacrificate agli interessi di bottega. Cinicamente viene annunciato un presidio davanti al tribunale di Torino da parte di persone che se ne sono strafregate da sempre del processo, delle Vittime, della salute dei lavoratori e dei cittadini di Alessandria: una farsesca messa in scena per farsi riprendere in foto.
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