ANNO XVII Marzo 2023.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 27 Giugno 2018 00:00

Il mio salmo

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Nel 1991 ebbi un coma da emorragia cerebrale, per stress. Tuttavia rimasi agnostico fino al 2003. Propongo il salmo 30 come il mio salmo.

Propongo la lettura e poi commento. Rendo col titolo la trad. di padre Turoldo al suo passo 13:

Salmo 30 (29)

Perché il mio cuore ti possa cantare

2. Signore, ti voglio esaltare:

   salvo mi traesti dal pozzo,

   né lasciasti i nemici beffarsi di me.

3. Signore, mio Dio, ho gridato

e subito tu mi hai guarito.

4. Dal regno buio dei morti

   mi hai fatto, Signore,

risalire alla luce:

quando stavo per scendere la fossa

hai voluto ridarmi la vita.

5. Componete salmi al Signore, o fedeli,

evocate la santa memoria:

6. la sua collera dura un istante,

l’amore suo tutta la vita.

S’allunga e perdura il pianto la notte

ma il mattino ridona la gioia.

7. Nella mia fortuna mi dicevo:

nulla mai mi potrà turbare.

8. Come un monte stabile e forte

mi aveva reso la tua grazia, Signore;

ma bastò che appena mi celassi il volto

che subito io mi sentissi un perduto.

9. E’ a te, Signore, che elevo il suo grido,

è da te, mio Signore Iddio,

che imploro pietà.

10. Forse ti giova versare il mio sangue,

forse scendere giù nella fossa?

Potrà forse lodarti la polvere,

potrà mai cantare al tuo nome?

11. Signore, ascolta ed abbi pietà,

sii tu la mia forza, Signore.

12. Hai mutato il mio pianto in danza:

sii il mio sacco in vesti di gioia:

13. perché il mio cuore ti possa cantare,

cantare inni senza mai fine:

lodarti per sempre Signore, mio Dio.

Prendo la mia chiave personale da ‘perché il mio cuore ti possa cantare’, ‘Signore, salvo mi traesti dal pozzo’.

Ero io sulla via di Balaam di Bosòr accado (2 Pietro 2.15) [‘che venga Baal di Buzzur –demone delle miniere profonde-]. Dunque, il pozzo è quello degli inferi, dal quale nessuno torna. Né lasciasti che i nemici si beffassero di me.

La mia società di partecipazioni in micro-aziende Titanio, rimasta vittima di un’aggressione mafiosa (aggettivo tecnico specifico), perì ed io ebbi un coma, che durò 11 giorni, scampai alla morte perché il chirurgo optò per non aprire la scatola cranica ed attendere il prosciugamento naturale dell’irrorazione sanguigna. L’anno successivo compilando esercizi enigmistici, recuperai la memoria perduta.

Signore, tu mi hai guarito subito (insieme con l’assistenza dei miei) e poi io ho urlato, nell’estate 2003: grazie! Dopo 12 anni. Tu sei fuori dal tempo. Io, nel tempo, fatico a leggere subito ciò che accade.

Da archeologo del linguaggio riesco ad esplorare la mia memoria, col tuo aiuto.

Dal regno dei morti, Signore, mi hai fatto risalire alla luce. Avrei potuto non risvegliarmi e sarei senz’altro finito tra i perduti per sempre. E la cosa poteva ripetersi fisicamente, dieci anni fa, ipotizzato in cerebropatia gongofila (www.tellusfolio.it conserva il diario di quei giorni). In questo caso, forse, sarei morto col cervello, parte a me cara.

E non avrei lasciato tracce di archeologia del linguaggio.

Quando stavo per scendere nella fossa hai voluto ridarmi la vita, materiale e spirituale, due volte!

Componete al Signore sal.mi: sal-mi è utero sal dello Spirito mi. in zumero.

La sua collera dura un ish-tan-te, ‘vita/morteish- purificazione – connessionete’ in zumero. tan:

tan 2 [MEN]

to become clean, clear, light, free (ta, ‘nature, character’ + an, ‘sky, heaven; cf., tam)[1].

tam, ta(5), tu2 [UD]

polished; cleansed; shiny; reflective; pure; reliable; trustworthy; favorable; favorite brother (tu5,17, + an3, ‘to be’)[2].

Il suo amore tutta la vita, perché lui è zum. AMU, Io sono Colui che è, in ebr..

http://www.tellusfolio.it/index.php?prec=%2Findex.php%3Flev%3D153&cmd=v&id=21361

Il mattino, (tempus) matutinu lat., ma.tu.tin.u, ‘legame. Vento. Vita-corrente. Tutto’, ridona, ri.dun.a, la gioia, ig.uia, apertura della via.

Nella mia fortuna mi dicevo: sono padrone di me stesso, insegno ad agire per obiettivi, perché un manager sa che il mondo ti gira intorno quando sai quel che devi e vuoi fare.

Ed il mondo è andato in coma per me con tutto il mio mondo.

Bastò che tu celassi il tuo volto, poi, in quell’autunno 2008; scrissi a sorella demenza nella chiesa di san Francesco ai Frati, e sentii perduto il mio cervello.

Rendi questo Carletto kar.lu, ‘forza (del) soggetto’, o Signore, conto su GESH.BU.

Sii il mio sacco in vesti di gioia: bellissimo!: io, l’anima, e tu il contenitore in vesti di gioia.

Che il mio cuore ti possa cantare inni senza fine.

Un’altra volta indugerò nella lettura zumera dei termini del mio salmo, il 30, come il numero più notorio di Ishtar.

Adesso, sono troppo gioioso.

 


[1] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 274.

[2] John Alan Halloran, Sumerian lexicon, Los Angeles, Logogram Publishing, 2006 : 273.

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