Dopo le ultime correzioni e i "puntini sulle i" fatti mettere dalla Ragioneria dello Stato, che ha svelato per altro un effetto di crescita delle persone che rischiano di restare a casa con la stretta sui contratti a termine, le modifiche di fatto al Jobs act targato Renzi-Poletti entrano in vigore, in attesa delle possibili modifiche durante l'iter parlamentare di conversione in legge.
CONTRATTI A TEMPO DETERMINATO
La questione, che ha suscitato molte polemiche, compreso Gentiloni che parla di passaggio da precari a disoccupati, leggendo la norma apparirebbe contenuta. Difatti la riforma più che eliminarli tende a disincentivarli per favorire e accelerare la transizione ai contratti stabili. Rispetto alla riforma di Poletti, la loro durata complessiva scende da 36 a 24 mesi, con la possibilità di proroghe che passa da cinque a quattro. Tutto qui, però un articolo successivo appare più coriaceo per le imprese. Il contratto biennale, solo per il primo anno è libero da vincoli, dopo gli imprenditori devono specificare le ragioni per le quali si intende proseguire quel contratto a tempo; e qui la griglia diventa strettina in quanto sono solo due i casi particolari da considerare: esigenze connesse a incrementi temporanei, significativi e non programmabili dell'attività ordinaria; necessità temporanee e oggettive, estranee all'attività ordinaria, o per necessità di sostituire altri lavoratori che magari sono in ferie. Sono comunque casi che riguardano una serie infinita di lavori soprattutto guardando alle piccole e medie imprese.
A questa stretta si unisce quella contributiva: ogni rinnovo, anche al di sotto dei 12 mesi, prevede che i contributi crescano dello 0,5% andando a sommarsi a quell'1,4% che dal 2012 (Fornero) finanzia la Naspi, la nuova indennità di disoccupazione.
I contratti in somministrazione sono interessati da questa normativa, ad eccezione dello staff leasing. Alle Agenzie per il lavoro non si applica neppure il tetto - che vale per gli altri - di un 20% di tempi determinati sul totale degli indeterminati.
In generale, le novità valgono per i nuovi contratti ma anche per rinnovi o proroghe di contratti in corso. Per i contratti della Pa e per gli stagionali resta tutto come prima: anche a questi ultimi non si applica il discorso delle causali.
Quanto alla parte del contenzioso e dei diritti dei lavori, sale da 120 a 180 giorni la finestra di tempo nella quale un lavoratore può impugnare un contratto a tempo. Maggiori anche i costi di licenziamento, in caso di illegittimità: salgono del 50%. La forbice dell'indennizzo sale infatti dalle 4-24 mensilità previste dal Jobs act in vigore dal marzo 2015 alle attuali 6-36.
REDDITOMETRO E SPLIT PAYMENT PER L'IMPRESA FORNITRICE DELLA PA L'IVA LA PAGA QUEST'ULTIMA.
Congelato il redditometro, strumento di accertamento fiscale a dire il vero poco diffuso: prevede il calcolo di redditi e tenore di vita, con una griglia di compatibilità tra entrate e uscite. Chi risulta fuori, perché spende più di quel che consentirebbero i redditi che dichiara, finisce sotto il faro del fisco. Anche lo split payment, ovvero la scissione dei pagamenti, viene rivisitata. Il meccanismo prevede che le PA che acquistano beni e servizi dai fornitori, non versino loro anche l'Iva che viene presentata in fattura, ma la trattengano per girarla direttamente all'Erario senza che debbano provvedere i fornitori. La modifica del dl Dignità esclude da questo meccanismo i professionisti, bisogna vedere se in futuro verrà messo i discussione nel suo complesso. Per ora, la Relazione tecnica individua oneri per 35 milioni per il 2018, che raddoppiano a 70 milioni per il 2019.
STOP ALLE DELOCALIZZAZIONI E ALLE BUGIE SUGLI IMPEGNI OCCUPAZIONALI
L'impresa che riceve aiuti di Stato per finanziare gli investimenti produttivi non può spostare per almeno 5 anni la sua attività o una sua parte dall'Italia. In caso decidesse di farlo, o in Italia o in Europa, dovrà restituire i soldi ricevuti con gli interessi maggiorati del 5%. Se decidesse di andare fuori dalla Ue, la sanzione può raddoppiare o quadruplicare il valore dell'incentivo ricevuto. Si prevede un intervento specifico per recuperare i soldi dati con l'Iperammortamento 4.0 e utilizzati per finanziare macchinari o beni in altre realtà produttive dell'azienda.
Al di là delle delocalizzazioni, vengono punite le imprese che ricevono aiuti dal pubblico in funzione di una valutazione del loro impatto occupazionale, e poi tagliano la forza lavoro in misura superiore al 10%.
SLOT - GRATTA E VINCI SENZA SPOT
Stop alla pubblicità e alla sponsorizzazioni per il gioco d'azzardo. Non vedremo più gli spot sul lotto, sulle scommesse sportive, i gratta e vince, le slot o i giochi e casinò online e via dicendo: un modo per far sì che si diffondano il meno possibile le ludopatie. Per le casse dello Stato si stima un ammanco totale che va dai 147 milioni del 2019 ai 198 degli anni successivi. Per coprire (in abbondanza) queste necessità, si prevede un aumento del prelievo erariale sulle slot: lo 0,25% dal prossimo settembre, uno 0,25% aggiuntivo dal prossimo maggio. Alla fine, il Prew sarà al 19,5% per le Awp (le new slot) e al 6,5% per le videolotteries.
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