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Mercoledì, 08 Agosto 2018 00:00

Vico (Pd): «Vaccini: il diritto alla salute dei bambini non si rinvia»

Written by  Ludovico Vico
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Ieri il primo via libera del Senato al decreto Milleproroghe “estivo”. Un decreto che affronta anche il tema dei vaccini; punto che ha animato il dibattito in aula fra maggioranza e opposizione.

Il decreto, infatti, prevede che per il prossimo anno scolastico tutti i bambini, compresi quelli sprovvisti di documentazione sulla loro vaccinazione, potranno accedere alle scuole per l’infanzia. Le sanzioni per chi viola l’obbligo slittano al 2019/2020. In attesa che il decreto venga convertito definitivamente le famiglie a inizio anno scolastico, ai primi di settembre, dovranno ancora presentare l’autocertificazione.

In questo modo sono a rischio di esclusione scolastica i bambini immunodepressi, cioè quei bambini che a causa di patologia non possono vaccinarsi, ma che sono i più esposti al contagio.

 

Non a caso la federazione degli ordini dei medici ha lanciato un appello per cambiare la legge, al contempo le Regioni minacciano il ricorso alla Consulta.

È bene ricordare che, grazie al decreto Lorenzin sull’obbligo della vaccinazione per l’accesso a scuola, trasformato in legge nel 2017, la copertura vaccinale in Italia aveva raggiunto quasi la soglia del 95% raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Soglia che garantisce il raggiungimento di quelle che viene definito “effetto gregge”, ovvero quel meccanismo per cui, se una quota sufficiente di persone è vaccinata, viene protetto anche chi non lo è o meglio, non può esserlo. Un’asticella fissata, come detto al 95%, che l’Italia si apprestava a raggiungere con i provvedimenti dello scorso Governo, grazie ai quali la copertura media nazionale per l’esavalente aveva raggiunto al 31 dicembre 2017, il 94,95% e quella contro il morbillo il 91,68% (crescendo del 4,42% rispetto al 2016, anno in cui c‘era stato un aumento del 230% dei casi di morbillo in Italia in relazione al 2015).

Una politica “no vax” non solo pone nel lungo periodo l’Italia a rischio di nuove epidemie, ma come già detto, nel breve periodo mette a rischio la salute dei bambini (e non solo) immunodepressi, che per evitare un eventuale contagio, dovranno scegliere di non frequentare le aule scolastiche.

 

Ultima in ordine di tempo la proposta del Ministro alla Salute, Giulia Grillo, che vorrebbe creare delle classi dove inserire i bambini immunodepressi con bambini sicuramente vaccinati. Premesso che, all’interno di una stessa classe non potranno convivere due bambini immunodepressi proprio perché non vaccinati e che senza obbligo di vaccinazione i bambini immunodepressi non potranno frequentare l’area comuni (bagni, mensa, giardini, atrii, palestre, ecc), la questione si sposta dal punto di vista clinico a quello pedagogico. Tale proposta, infatti, non tiene conto del diritto alla continuità educativa dei bambini, del concetto di inclusione e condivisione che la scuola dovrebbe offrire. Per non parlare dell’impossibilità organizzativa che i dirigenti scolastici e gli insegnanti dovrebbero affrontare nel gestire una situazione in cui tutti hanno il diritto di andare a scuola, ma i diritti degli uni entrerebbero in contrasto con quelli degli altri.

 

Una proposta che commenta da sola come questo Governo brancoli nel buio più totale!

Significativo ciò che ha dichiarato l’agenzia della salute inglese, lo scorso luglio, quando ha reso noto che i casi di morbillo nazionali sono raddoppiati a causa “dell’importazione” da parte dei visitatori britannici rientrati dall’Italia.

 

“È scoraggiante – ha dichiarato il Collegio Reale dei medici britannici – se consideriamo quanto eravamo vicini a sradicare completamente la malattia”.

Il Times, puntando il dito contro Lega e 5stelle, scrive agli inizi di luglio: “Il rifiuto dell’opinione medica generale è parte del quadro mentale dei populisti”. E aggiunge: “C’è una spaventosa ironia in un politico come Matteo Salvini, che parla del rischio-malattie dagli immigrati africani e poi fa campagna per una politica cha ammazza i bambini italiani”.

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