Il disco, prodotto da Marco Zangirolami, è un racconto introspettivo del rapper milanese, che si è dovuto mettere in discussione e ha dovuto superare alcuni suoi limiti per riuscire a scoprire un lato di sé finora nascosto.
Peligro ci racconta il suo percorso:
Peligro, il 14 agosto sarai a Riccione sul palco di Deejay on Stage, poi ti prenderai un periodo di riposo?
Chi si ferma è perduto (Sorride N.d.r.)
In realtà ho già avuto modo di prendermi una breve pausa, voglio approfittare del mese di agosto per dare libero sfogo alla creatività e vedere cosa ne esce.
L'album "Mietta sono io" è chiaramente una forte affermazione di te stesso: "Questo sono io, il vero io!"...possiamo dire cosi?
Al 100%!
In questo disco ho davvero messo parte del mio cuore. È un album molto importante per me e il fatto che mi somigli così tanto mi dà tanta soddisfazione.
Com'è nato "La parte migliore?
“La Parte Migliore”è nata da un istinto di sopravvivenza. La canzone parla di come si è costretti a cambiare quando ci si trova a dover vivere in contesti e situazioni nuove.
È il principio dell’evoluzione darwiniana, ma Darwin non ha mai detto quanto potesse essere difficile l’adattarsi a nuove situazioni. In questo brano racconto le due facce del cambiamento, sia quella positiva, la ventata di novità, che quella negativa, cioè il lasciarsi alle spalle la vecchia versione di noi stessi.
"Nell'aspetto cerco di mostrare il mio più bel sorriso anche se non ci credo", la gente, l'uomo di per sè, ti ha deluso?
Ci sono persone che mi hanno deluso e persone che mi hanno dato tanto, ne incontro ogni giorno, sia nella vita privata che nella musica, quel verso vuole indicare come, volenti o nolenti, quando ci rapportiamo con altre persone, soprattutto in determinati settori, siamo più o meno costretti ad indossare “la migliore faccia possibile”, anche se magari non ce ne frega niente di quello che sta accadendo.
"Questa città mi ha privato della mia parte migliore, ma......" Vivere la tua città o la vita è una sfida con te stesso?
Vivere Milano per me è un’esigenza. Milano mi ha chiamato e io ho risposto alla chiamata. Credo che, come tutte le grandi città, anche Milano metta alla prova: è una città che dà tanto, ma devi stare alle sue regole se vuoi giocare al suo gioco, altrimenti rimani indietro.
Hai sofferto nella tua vita al punto da renderti un uomo più avanti degli altri, un animale ribelle. Concordi con questo?
Non saprei… non mi definisco un ribelle. Nella mia vita, così come nella vita di tutti, ci sono esperienze positive e negative. Quando scrivo cerco di raccontare quello che vivo e di fare delle riflessioni su quello che mi capita… magari è il mio modo di scrivere a farmi apparire così :D ma alla fine sono un bravo ragazzo :D
Sei romantico?
A tratti lo sono… non sono tipo da gesti plateali (il proverbiale bouquet di rose gigante o cose del genere), però quando tengo a qualcuno mi piace ogni tanto fare qualche gesto romantico immotivato (Sorride N.d.r)
Il tuo rap ha un testo comprensibile, con un suo significato chiaro. Cosa pensi dei tanti rap italiani portati in radio in questo periodo ma che il pubblico definisce...senza contenuto? Sei d'accordo sul dover fare selezione nella musica italiana?
Penso che se qualcosa non dovesse piacere al pubblico, probabilmente il pubblico non lo ascolterà... se un artista, a prescindere da come viene “etichettato”, smuove qualcosa nel suo pubblico al punto da portarlo a comprare un biglietto per andare ad ascoltarlo dal vivo, o a fare ore di fila per una foto e una firma su un CD, allora quell’artista ha una parte di ragione.
L’errore più grande che si possa fare è etichettare un fenomeno musicale come non di livello, solo perché non lo comprendiamo. Per fare un esempio, prendiamo la trap, (sottogeneremusicale dell'hip hop, derivante dal southern hip hop ) a me non piace, non l’ho mai nascosto, per i top player della trap stanno avendo un grande ed indiscusso successo. Sarebbe stupido da parte mia non considerare il fenomeno solo perché non incontra il mio gusto.
Nella mia sfera privata ascolterò i dischi che amo, ma non credo che solo perché non gradisco la trap, allora sia necessaria una “selezione” che porti la trap a scomparire dalle radio o da altri circuiti.
Hai iniziato ad amare la musica da giovanissimo, ora ti guardi allo specchio, fai un sorriso...cosa ti dici dopo tutti questi anni?
“Bel lavoro, ma c’è ancora tanto da fare!”
Grazie Peligro per questa intervista. Auguri per il tuo viaggio musicale da parte nostra e da tutti i tuoi fan.
Grazie a tutti voi.