ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 02 Settembre 2018 13:03

La giornata mondiale del Creato, le nostre considerazioni più Terra, Terra

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Oggi la Chiesa celebra la giornata mondiale del Creato, noi, più laicamente, diremmo la giornata della terra, quella madre Terra che nel mito nasce dal vuoto tenebroso che durava da tempo ed è la prima divinità che appare, una dea con fianchi larghi ed è appunto “Gea” la Terra. 

È davvero incredibile considerare che anche nel pensiero antico ci fosse il vuoto come quello presente prima del Bic Ben della moderna cosmologia.

L’acronimo “Geo”, viene messo oramai dappertutto per rappresentare il mondo, la geografia e persino la geopolitica che poi è un controsenso, perché è proprio da qui che nasce la mutazione dell'etica moderna: il passaggio dall'Homo Sapiens a quello Faber, intriso di potere, di business e spinto a sopraffare la natura asservendola ai propri scopi egoistici.

Il debito dell’umanità non è quello economico, quello cosiddetto ‘pubblico’ che si considera sempre, anche se – e ne abbiamo parlato qui – ha mille insidie e disinganni. Tornando al debito, quello vero è nei confronti della Natura. Quella che nell’ottocento, prima della rivoluzione industriale, prima degli allevamenti intensivi e dell’agricoltura legata ai diserbanti e pesticidi, vedeva l’uomo disincantato di fronte al Creato. Mentre oggi… no! Un dato mi piace ricordare su tutti: all’inizio del secolo scorso utilizzavamo una ventina tra gli elementi chimici fondamentali presenti in natura, oggi utilizziamo tutti i 92 elementi presenti in natura e ne abbiamo sintetizzato di nuovi di cui non conosciamo l’impatto sul futuro. Errori drammatici come fu con l’amianto negli anni ‘50, come sarà, forse, con il calcestruzzo che ora…crolla. E l’elenco potrebbe continuare: con l’impronta ecologica, la dispersione dell’acqua piovana per la impermeabilizzazione del suolo, la gestione dei rifiuti e poi la scomparsa di esseri viventi a causa della modificazione degli ambienti naturali. E poi ancora, metteteci l’inquinamento delle industrie pesanti, come nella realtà emblematica di Taranto e non è poco, anzi qui la morte riguarda anche i piccoli cuccioli…umani.

Per chiudere un elenco difficile da sintetizzare, per risposta all’appello della Chiesa, il cui messaggio del Papa è legato al tema dell’acqua: “le acque non siano segno di separazione ma di incontro”. Su Avvenire potrete leggere il testo integrale. E l’acqua è anche discrimine del ritardo dell’umanità: 800 milioni di malnutriti, 1,4 miliardi che non hanno accesso all’acqua e 2 miliardi che non dispongono dell’energia elettrica. Anche questa umanità fa parte del Creato. O no?

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