ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Domenica, 09 Settembre 2018 05:27

La questione Ilva, tra prospettive e realtà, tra eccessi di potere e di polveri

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La trattativa del nuovo Ministro dello Sviluppo Economico su Ilva ha generato, a parere di chi scrive un unico punto positivo: la recuperata, anche se in ritardo trasparenza sugli atti dello Stato.

L’Avvocatura dello Stato ha evidenziato un eccesso di potere quando è stata fatta la gara su Ilva. La gara quindi era illegittima, ma non era sufficiente questa condizione perché per l’annullamento ci voleva l’interesse pubblico.  

A parere di chi scrive la presunta conservazione dei posti di lavoro oggetto primario della trattativa al Ministero è meramente temporanea, a causa dei seguenti motivi:

a) decarbonizzazione dei cicli produttivi e incidenza sui costi di produzione dell’ETS;

b) eccedenze di produzione in Europa e nel mondo;

c) volume delle emissioni inquinanti direttamente proporzionale alla produzione;

d) presidi tecnologici;

e) robotizzazione, intelligenza artificiale e programma “industria 4.0;

f) un grande progetto di riconversione centrato sul Porto/Via della Seta e sul progetto Euro Mediterraneo;

g) i passi da gigante fatti dalla ricerca per le nanotecnologie e il grafene.

Come noto, da Kyoto in poi, la lotta al cambiamento climatico rappresenta una delle priorità delle policy europee. Gli obiettivi di taglio delle emissioni (-20% nel 2020, - 40% nel 2030) fanno parte di un percorso di decarbonizzazione spinta dell’economia che, secondo l’Energy Roadmap, dovrebbe portare l’Unione Europea nel 2050 a tagli del carbonio compresi tra l’80% e il 95%.

Di fatto, si tratta di una rivoluzione energetica straordinaria che l’Unione Europea ha dichiarato, nei propri documenti ufficiali, di voler perseguire. Ancelor ha elaborato un piano che, per quanto riguarda la emissione di CO2, prevede una riduzione del 15% rispetto alle emissioni del 2017.

Negli ultimi due anni il valore della CO2 nell’ambito dell’ETS (Emission Trading Scheme) ha ormai raggiunto 21 €/t, quattro volte la media dell’ultimo quinquennio, incrinando la competitività degli impianti.

Aggiungerei che lo stabilimento comprende una cokeria composta di 12 batterie di forni (di cui 10 in attività), un impianto di sinterizzazione, cinque altiforni (di cui due in attività), due acciaierie.

Sull’area tarantina è ubicata una raffineria di petrolio, una cementeria. Evidente che per la finalità della tutela della salute, a mio parere, sempre prioritario rispetto a qualsiasi altro diritto costituzionalmente protetto va tenuto conto il fattore cumulato delle emissioni rispetto alle singole sorgente. Diversamente è un imbroglio!! In Europa esiste attualmente una eccedenza di produzione di acciaio di 50 milioni di tonnellate e nel mondo la sola Cina eccede per 800 milioni di tonnellate la produzione.

Lo scorso anno con artifici giuridici si è impedito alla Cina di essere classificata come economia di mercato, dopo 15 anni di permanenza nel WTO, ma non potrà durare a lungo questa condizione. Nell’Accordo raggiunto con AncelorMittal si afferma che si potranno superare nel tempo 8 milioni di tonnellate di acciaio prodotte, utilizzando migliori tecnologie, che abbattono le polveri del 30%, in particolare nell’impianto di agglomerazione filtri tecnologicamente innovativi”, come anche nelle cokerie.

Meglio chiarire una volta, per sempre la funzione dei filtri “innovativi” e non.

Innanzitutto per le PM 10 il limite di sicurezza annuale fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che è pari a 20 milionesimi di grammo per metro cubo e 10 milionesimi di grammo per le PM 2,5 mentre, per l’Unione europea, le quantità diventano rispettivamente 40 milionesimi di grammo a metro cubo e 25 per le PM 2,5

Le PM 10, sono particelle con diametro aerodinamico che varia tra dieci millesimi di millimetro e intorno lo zero quindi contengono PM 2,5, PM1 e PM 0,1..

Grandezza di una particella che è tanto più piccola quando più elevata è la temperatura. L’OMS fissa il limite di sicurezza annuale, in 20 milionesimi di grammo per metro cubo ,per le PM 10 e 10 milionesimi di grammo per le PM 2,5 mentre, per l’Unione europea le quantità diventano rispettivamente 40 milionesimi di grammo a metro cubo e 25 per le PM 2,5.

Il volume di una sfera (a cui possiamo assimilare una polvere ) è pari a un poco più della metà (0,523) del diametro, moltiplicato per se stesso tre volte (D3). Una particella PM 10 quindi, a parità di composizione, peserà mille volte una particella PM 1 e un milione di volte una PM 0,1.

Le stesse differenze incideranno quando si andrà, a valutare la concentrazione del particolato esprimendola in milionesimi di grammoper tutte le particelle contenute, in un metro cubo di atmosfera. Evidente che la componente di particolato che influenzerà la misura saranno quelle con diametro aerodinamico PM 10, mentre insufficiente rilevanza sarà data alle particelle più piccole come PM 1, PM 0,1, che sono quelle più pericolose dal punto di vista sanitario considerato che arrivano fino agli alveoli polmonari. Un milione di particelle con diametro di 0,1 microgrammi sono pari a una con diametro PM 10.

Le nano polveri ovvero particelle di diametro compreso tra 1 e 0,1 non sono abbattute da nessun filtro per quanto innovativo.

Alcuni numeri dicono molto sulle prospettive di Ilva e l’intervento di Am Investco Italy:

1) Appena un anno fa ArcelorMittal aveva perso nei primi 9 mesi 1,2 miliardi e, aveva debiti per 16,8 miliardi che rappresentavano 4 volte il margine operativo lordo. Investimenti certi su Ilva?

2) Il pareggio operativo di Ilva si realizza con una produzione giornaliera di 21.500 tonnellate di acciaio (circa 7,8 milioni di tonnellate annue ). Il 40% di questa produzione proveniva dall’altoforno n 5definitivamente spento!

Tale limitazione riduce a circa 4,7 milioni di tonnellate annue la produzione realizzata con AFO2 e AFO 4. Evidente che considerando i costi fissi si verificano perdite operative. L’annuncio di Mittal di una produzione di 6 mln di tonnellate forse è possibile solo usando il preridotto acquistato. Secondo il vecchio piano di Arcelor, la produzione dell’Ilva era portata al massimo a 6 milioni di tonnellate. Un livello che consentiva comunque di raggiungere il break even, in tre anni anche grazie all’inserimento nelle linee produttive di prodotti ad alto valore aggiunto(preridotto).

Una tale situazione non può non comportare nel medio periodo la sostituzione fino al 90% della occupazione. Sostituita con robot collaborativi e nel lungo periodo integrati di intelligenza artificiale.

A riscontro di tale esito non si può non citare il programma “Industria 4.0”,che rappresenta già oggi la frontiera della innovazione digitale nelle imprese. Il Governo lo scorso anno ha stanziato per questo programma ben 13 miliardi di incentivi diretti. La quarta rivoluzione industriale consente l’innovazione di processo e di prodotto utilizzando un ampio elenco di tecnologie come l’Internet of things, il cloud compunting, la stampa additiva in particolare il 3 D printing, i Big Data e l’intelligenza artificiale. Le condizioni prima esposte potrebbero sicuramente indurre, per questioni di guadagno il quasi azzeramento dei lavoratori e lasciando a Taranto la produzione incompatibile con una città di circa 200 mila abitanti. Un malato di cancro ogni 18 abitanti nei quartieri vicino, a Ilva avrebbe dovuto indurre a chiudere Ilva e pensare con grande coraggio, a un progetto di riconversione industriale guardando a quattro potenziali driver il porto di Taranto come terminale della Via della Seta ( Silk Road Economic Belt), il Corridoio VIII , l’Autostrada del Mare (“canale tirrenico”) e il rilancio del progetto Euromed assassinato dalle tecnocrazie del Nord Europa che occupano le istituzioni UE.

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