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Mercoledì, 10 Ottobre 2018 13:19

La bellezza del Sud per rilanciare il Sud di Francesco Lenoci

Written by  Francesco Lenoci*
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Penso che gli organizzatori del Secondo Premio Internazionale “Nicola Fasano”, che volge al termine presso il Parco della Civiltà di Grottaglie, non avrebbero potuto scegliere titolo migliore per questa mia relazione: “La Bellezza del Sud per rilanciare il Sud”.

Penso che gli organizzatori del Secondo Premio Internazionale “Nicola Fasano”, che volge al termine presso il Parco della Civiltà di Grottaglie, non avrebbero potuto scegliere titolo migliore per questa mia relazione: “La Bellezza del Sud per rilanciare il Sud”.

BELLEZZA
Sulla spilla che illumina la mia giacca c’è scritto “La bellezza resta”.
Verifichiamo se è vero recandoci con la macchina del tempo all’inizio del 900. Consideriamo le 7 nazioni “più importanti” del Mondo: Italia, USA, Inghilterra, Francia, Germania, Cina, Giappone.
La bellezza è un marcatore di significato.
Consideriamo 5 marcatori di significato: bellezza, lusso, stile, genio, immaginazione. Si tratta delle specialità di Casa Italia.
All’inizio del 900 l’Italia:
è prima per lusso e stile;
è seconda per bellezza;
è terzo per genio e immaginazione;
è sesta per estetica.
Con la macchina del tempo percorriamo un secolo, arrivando al 2000.
Nel 2000 l’Italia:
è settima per lusso;
è quinta per stile;
è seconda per bellezza;
è quinta per genio;
è settima per immaginazione;
è settima per estetica.
In un secolo l’Italia ha perso posizioni per lusso, stile, genio, immaginazione e estetica. È riuscita a mantenere la seconda posizione solo per bellezza. (Cfr. Rapporto 2013 di UnionCamere e Symbola “Io sono cultura – L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi”)
A mio avviso, dal 2000 al 2018 non siamo più riusciti a occupare la seconda posizione. Abbiamo dilapidato buona parte del patrimonio trasmessoci dai nostri avi! Non siamo riusciti a mantenere le promesse del passato! Abbiamo commesso un vero e proprio delitto!
Adesso, come ci ha insegnato don Tonino Bello “Non basta più enunciare la speranza, adesso occorre organizzare la speranza”.
Da dove ricominciamo?
Non ho alcun dubbio: dalla bellezza.
È sulla bellezza che dobbiamo puntare per organizzare la speranza.
Un punto fermo: la bellezza bisogna anche saperla raccontare attraverso storie e narrazioni
STORIE E NARRAZIONI
Per un territorio il patrimonio competitivo è costituito, soprattutto, dalle risorse intangibili.
Gli strumenti capaci di valorizzare il capitale intangibile di un territorio sono le storie e le narrazioni.
La narrazione del territorio non è la narrazione degli anni di storia vissuta: è piuttosto la rivisitazione emozionale di ciò che un territorio è.
Attraverso una narrazione emozionale, il territorio, tutti i suoi uomini e tutte le sue componenti vanno in scena con una nuova forza propulsiva e con un valore aggiunto arricchito.
Se è vero che è necessario costruire una storia, è altrettanto vero che la capacità di narrazione è il requisito indispensabile per renderla credibile, funzionale e di valore. La narrazione aumenta il valore del territorio e accresce il suo capitale intangibile.
È la narrazione di un territorio, molto più che l’eccellenza del suo capitale fisico e tangibile, a garantirne la competitività, il futuro.
Un secondo punto fermo. Occorre narrare le storie, generando emozioni: la narrazione deve essere narrazione emozionale.
LA BELLEZZA DI GROTTAGLIE
Se questa sera sono presso il Parco della Civiltà di Grottaglie è perché il 9 maggio 2014 ho parlato a Grottaglie, presso l’Auditorium della BCC di San Marzano.
Terminata la conferenza, Giuseppe Fasano mi ha invitato a visitare il suo negozio presso il Quartiere delle ceramiche. Ho accolto con gioia l’invito, perché mi dava la possibilità di fare delle foto che mi sarebbero tornate utili per il mio gruppo di Facebook dedicato all’enogastronomia “Milano e la Puglia”. Il progetto che porto avanti è: “Ogni pietanza ha il piatto adatto”.
Sono, quindi, entrato nel negozio “Giuseppe Fasano Ceramiche” pronto a scattare foto ai manufatti meritevoli di un “Mi piace”. Del resto, il nostro cervello è ormai abituato, con l’aiuto dello sguardo, a privilegiare le immagini e a decidere velocissimamente “Mi piace, Non mi piace”.
Ma non è andata così. Appena ho messo piede nel negozio ho capito cosa intendesse dire Gustav Mahler con la sua meravigliosa frase “Tradizione non è culto delle ceneri, tradizione è custodia del fuoco”.
Quel fuoco mi ha avvolto, lasciandomi attonito. La sbalorditiva varietà di colori che avevo di fronte e la stupefacente varietà di forme (piatti reali, piatti menzani, pigne, vasetti, lucerne, sruli, ciarle, zuppiere, trimmoni, pupe, pumi, fischieddi, campanieddi, trumbetti, scucarieddi, pasturi, acquasantiere, cavalli con cavalieri, stoviglie, piastrelle, craste, limmoni, pitali, minzane, vummili, capase, capasoni, scafaree, pendriali, cammautti, scutedde, quartare, piretti. . . .) mi hanno fatto andare in tilt lo sguardo e il cervello.
I troppi “Mi piace” determinati da cotanta bellezza mi hanno ubriacato; le storie che mi raccontava Giuseppe Fasano trascinandomi nei vari incredibili ambienti e grotte di quello che io pensavo fosse un semplice negozio, mi hanno fatto avere delle visioni. Visioni poetiche, accompagnate in sottofondo, da una meravigliosa musica.
Suono dolce colto per caso
danza nell’aria incontrastato
vani i rumori che vogliono
distogliere l’udito incantato
parole perfette sospese
su un aereo pentagramma
inutile impedirne il volo
si tuffano nell’anima
che si riempie
vaso dorato
della celestiale
musica di parole
in fila a cantare
la favola della vita.
(Antonietta Ursitti)
La favola della vita. . . .è ciò che ho vissuto in quei 30 minuti di tilt.
Poi il mio sguardo e il mio cervello hanno ripreso a funzionare. Ho fatto tante foto e tante domande a Giuseppe Fasano. E gli ho detto che volevo ritornare a Grottaglie, per provare a raccontare il fascino della bellezza.
Dovrei parlarvi della bellezza di tutto il Sud: ovviamente non posso farlo questa sera per motivi di tempo. Ma non voglio parlare solo di Grottaglie in termini di bellezza.
In fin dei conti siamo a pochi chilometri da quella che sarà la Capitale Culturale Europea 2019: Matera.
LA BELLEZZA DI MATERA
Tra le motivazioni che hanno portato la Giuria di selezione a scegliere Matera come Capitale Europea della Cultura per il 2019 quella che più mi colpisce è questa: “L’obiettivo di Matera di porsi alla guida di un movimento finalizzato all’abbattimento degli ostacoli che impediscono l’accesso alla cultura, soprattutto attraverso nuove tecnologie e processi di apprendimento, è visionario”.
Obiettivo visionario….visioni di radici millenarie…. visioni intese come capacità di vedere oltre la realtà materiale e storica….visioni quali sinonimi di tensione etica e spirituale orientata alla piena realizzazione di sé e dei propri ideali.
Ho avuto il privilegio di parlare a Matera, metropolis eximia, origine peruetusta, il 22 marzo 2013, presso lo stupefacente Salone degli Stemmi dell’Episcopio.
Quella sera, avviandomi alla conclusione della mia relazione “Fare Impresa per Organizzare la Speranza”, feci un regalo al progetto di Matera Capitale Europea della Cultura per il 2019: la meravigliosa definizione di Cultura di don Tonino Bello.
“Cultura è impegno, servizio agli altri, promozione umana come il riconoscimento della persona libera, dignitosa e responsabile.
Cultura è cemento della convivenza, orizzonte complessivo, strumento di orientamento, alimento di vita.
L’elaborazione culturale è una via obbligata per individuare stili di vita, modalità di presenza e di comunicazione, attenzione alle attese delle persone e della società, per esprimere le ragioni della speranza e accettare responsabilità in spirito di servizio”.
Conclusi, affermando che “con una simile definizione di Cultura niente è precluso, tutto è possibile: anche che i Sassi, i più famosi sassi del mondo, un patrimonio dell’umanità….finalmente…. inizino a danzare”.
Tutti coloro che hanno avuto la fortuna e la gioia di visitare Matera hanno testimoniato e continuano a testimoniare senza soluzione di continuità l’apprezzamento per l’entusiasmo e l’innovatività caratterizzanti l’approccio culturale e artistico.
Resta da risolvere il problema di come trasmettere tali gioiose conoscenze a chi non ha ancora visitato Matera.
Ebbene, ci ha pensato, un nome per tutti, Cataldo Albano, grazie alla magia della fotografia, innovando sapientemente quest’arte con lo spirito del luogo e la tecnologia.
Come hanno potuto apprezzare i visitatori della mostra fotografica “Matera: I Sassi” allestita a Verona, la bellezza naturale, straordinaria di Matera, città dallo scenario spettacolare, incomparabile, emerge con immediatezza dalle foto e con grande emozione dal video.
L’architettura rupestre, e non solo, di Matera si staglia nelle foto dagli orizzonti stupefacenti….dall’alto, dal basso, di giorno, di notte.
I fermenti di un antico e innovativo messaggio culturale risaltano dalle foto che catturano i passi delle fanciulle dagli antichi calzari, ma anche dalle foto che immortalano gli artigiani nella lavorazione della cartapesta, dell’argilla, del legno, della pietra, del mitico pane, nonché dal suono familiare nel video dei passi veloci e degli attrezzi storici dei maestri artigiani.
Sia lode e gloria all’arte della fotografia che rende possibile la trasmissione nel tempo e nello spazio del messaggio culturale e artistico della Città dei Sassi: un messaggio intriso di storia, di futuro, di continuità, di utopie, di radici, di percorsi, di riflessioni, di connessioni…..di visioni.

Ma non basta.

Come insegna l’incredibile e entusiasmante esperienza di Andrea Capaldi e Paolo Aniello con “Mare Culturale Urbano” a Milano….e qui di seguito riproposta in parte…. anche Grottaglie, anche Matera….tutto il Sud ha urgente bisogno di imprenditori sociali culturali contemporanei.
La definizione chiave è quella di “imprenditore contemporaneo”.
Non è contemporaneo non essere sociale.
Non è contemporaneo accumulare e aumentare il proprio privilegio a discapito degli altri.
Non è contemporaneo investire senza sognare.
Non è contemporaneo costruire la sostenibilità di un progetto senza errare.
Soprattutto, non è contemporaneo sbagliare da soli.
Questo deve essere il sogno degli imprenditori sociali culturali contemporanei.

Grottaglie, Matera…. tutto il Sud devono imparare che ci vuole molta forza per costruire il cambiamento e che, se non si cambia, il sogno si spegne.
Se non si ha cura del proprio sogno e del sogno degli altri, della propria vita e della vita degli altri, il sogno si spegne e se il sogno si spegne non si erra più, ma ci si ferma al proprio piccolo interesse e al proprio piccolo benessere.
Parlando insieme, invece, tutto cambia…. non più la propria felicità, il proprio benessere e poi il vuoto, ma un orizzonte condiviso di un sogno comune.

Occorre cercare ossessivamente le soluzioni per una crescita comune. Bisogna cercare ossessivamente di creare le condizioni per cui a stare bene si sia in tanti.
Il sogno è quello di costruire questa resistenza attraverso l’arte e la cultura, attraverso il teatro, la danza, la musica, che così non sono più vissute come un oggetto di consumo, ma come parte integrante della vita.
L’arte è innesto vitale per la trasformazione delle persone. L’arte che parte dalla vita, che parte dai problemi della società contemporanea, fa si che ci si interroghi, che si discuta. L’arte che parte dallo specifico crea linguaggi universali, fa poesia, produce bellezza.
Grottaglie, Matera….tutto il Sud devono essere costruttori di bellezza, portatori sani di bellezza, per contagiare il mondo.
CONCLUSIONI
Mi avvio alle conclusioni, tornando alla bellezza di Grottaglie, paradigma della bellezza di tutto il Sud.                
Al fine di diffondere sempre più il fascino della bellezza, vi auguro di preservare l’antica formula della ceramica tradizionale e artistica di Grottaglie, senza peraltro rinunciare ad ogni ragionevole esigenza di attualizzazione.
Al fine di diffondere sempre più il fascino della bellezza, vi chiedo di prolungare la meravigliosa visione del Maestro Ceramista e Imprenditore Nicola Fasano: “Occorre educare e educarsi alla bellezza”.
L’ho scritto dappertutto in questi giorni: da Grottaglie a tutto il Mondo…….occorre educare e educarsi alla bellezza.
Perché?. . . . perché solo con l’educazione alla spiritualità e alla bellezza, le nuove generazioni sapranno scoprire i tesori che hanno dentro di sè. . . .e avranno la capacità di scoprire il bello e il bene che è nel mondo che ci circonda.
Il ringraziamento più bello per il dono della bellezza è di don Tonino Bello.
Santa Maria, 
donna bellissima,
attraverso te vogliamo ringraziare il Signore, 
per il mistero della bellezza.

L’ha disseminata qua e là sulla terra,
perché lungo la strada tenga deste,
nel nostro cuore di viandanti,
le nostalgie insopprimibili del Cielo.

È un dono che ci inebria di felicità 
perché, sia pure per un attimo appena, 
ci concede di mettere lo sguardo 
nelle feritoie fugaci che danno sull’eterno.
Concludo, rendendo lode e gloria:
a Nicola Fasano;
al premio internazionale Nicola Fasano;
a chi ha voluto il premio internazionale Nicola Fasano: suo figlio Giuseppe Fasano;
a chi ha collaborato con Giuseppe Fasano per organizzare il premio internazionale Nicola Fasano;
a chi ha ricevuto il premio internazionale Nicola Fasano e i correlati riconoscimenti.

 

 

 
 
*Docente Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano

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