Nella personale esperienza di chi scrive la Forestale era un punto di riferimento quando ero dirigente dell'Arci provinciale e organizzatore della nascente Lega per l'Ambiente (ora legambiente), poi al sindacato agro-alimentare per gli incendi boschivi. Il comandante di Taranto, nella sede che, all'epoca - fine anni '80 del secolo scorso-, si trovava alla Bestat, era Cammarosano, ora passato a miglior vita, che io vedevo come il Gran Mogol, addestratore delle giovani marmotte, ovvero Qui, Quo, Qua.
Il suo burbero aspetto malcelava dolcezze di fondo, i suoi occhi si illuminavano quando parlava di animali e alberi. Proprio in quegli anni capitò che Cammarosano mi chiamasse perchè un bando nazionale, che prevedeva risorse notevoli per la riforestazione di città superiori a 100 mila abitanti, stava per scadere e le sue pressioni sul Comune, a guida Mario Guadagnolo non avevano avute risposte. Ora è chiaro che un sindaco non è sempre responsabile del funzionamento della macchina amministrativa. Pertanto feci da tramite e chiamai il sindaco che dichiarò che si sarebbe interessato. Il bando passò nel silenzio. Un'altro ricordo è legato all'abbattimento di decine di Pini marittimi davanti al SS. Annunziata, qui la forestale dichiarò che sul territorio comunale non aveva giurisdizione. Qui s'aggancia il tema della responsabilità e delle competenza.
Su Greenreport il magistrato Guido Santoloci, giornalista esperto di ambiente, vede la querelle della forestale si e forestale no, dal punto di vista della competenza. Questo per ovviare alla semplificazione di una battaglia di difesa della forma e non della sostanza. Ma la riforma della Madia non è soltanto redistributiva, è restrittiva di pattugliamenti e di campagne. Vorrà dire che il territorio sarà meno controllato. I forestali saranno assorbiti parte nei Noe (Nucleo operativo ecologico) e quei pochi che combattono gli incendi boschivi, 300 su 8000 passeranno ai Vigili del Fuoco. Poi c’è il fatto che i carabinieri saranno competenti solo fuori città, lasciando alla polizia municipale che assorbe anche le guardie forestali delle province, campo libero nelle città.
A questo punto il quesito di Santoloci sulla competenza è sacrosanto, perché non si abbia più la risposta, chiedendo un intervento urgente di non essere competenti. Il paradosso è proprio nell'immaginare che la materia ambientale e/o a tutela della salute pubblica per gli organi di polizia giudiziaria statale e locale sia “rinunciabile” e “facoltativa” – scrive il magistrato. Difatti Santoloci rinforza il suo pensiero quando riporta il caso reale ovvero: “ … non è raro il caso di un cittadino che telefona ad un organo di PG non specializzato per chiedere un intervento per un reato ambientale in atto, e si sente rispondere che loro “non sono competenti” e di rivolgersi ad organo “competente”. Parliamo di reati. Il “principio” della presunta e possibile “incompetenza” di qualche organo di PG per i reati ambientali ed a danno della salute pubblica è totalmente privo di ogni fondamento logico, prima ancora che giuridico e procedurale, ed anzi totalmente fuori di ogni legittimità – appunto – sostanziale e procedurale”.
Siamo perfettamente d’accordo, quindi, a parte la riduzione dei controlli, se fosse chiarito questo aspetto, sarebbe solo questione organizzativa mettere in rete le forze di polizia giudiziaria estendendo la competenza sui controlli e sui reati.
Poi ci sarebbe anche, per quando riguarda i controlli, la possibilità di estendere l'area di volontariato delle Gev, qui facendo svolgere un ruolo alle associazioni ambientaliste e rendendo partecipi i cittadini.