ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Giovedì, 27 Agosto 2015 07:48

Carosino (Taranto) - 49° Sagra del Vino: “La nostra storia”

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Il vino è stato protagonista indiscusso della conferenza stampa di presentazione della 49° Sagra del Vino, questa festa che chiude l’estate della nostra provincia, in questo comune che nel toponimo ha il nome caro, nel senso di prezioso, e cosa c’è di più prezioso della risorsa uva? Ieri il Sindaco, dott. Arcangelo Sapio l’ha difesa a spada tratta come la migliore in assoluto.

Ma non vuole essere una sagra paesana tradizionale, lo sottolinea anche la presenza dell’azienda Marinelli alla conferenza; impresa che dal 1943 è presente nell’agro con diversi ettari di uva da vino e guidata dall’ultima generazione che la porta a esportare vino in Cina, Russia e Austria e prossimamente negli Emirati Arabi, qui, sottolinea Daniele il giovane imprenditore(qui nella foto accando alla delegata agli spettacoli Mina De Santis)“saremo costretti a dare più valore alla bottiglia con etichetta in lamina d’oro che non al prezioso nettare”. Marinelli, che nella festa curerà i percorsi di degustazione, afferma che è cambiato l’approccio alla festa: “prima era la kermesse degli ubriaconi, ora invece la degustazione con la presenza di sommelier, accanto al cibo, diventa approccio culturale innanzitutto”. Un’altra cosa, quindi.

Il sindaco prendendo la parola sottolinea questo percorso: “il paradosso storico è aver avuto per anni il miglior prodotto della natura offerto in modo anonimo, facendo da spalla a vini blasonati di altri luoghi”. Un po’ com’è stato per l’olio lampante nostro diluito per fare leggeri oli toscani.

Questa è stata la causa dell’esodo massiccio dei contadini verso la nascente industria mettendo in crisi la pratica agricola, anche con l’abbandono della terra. Ora con questa festa vogliamo riprendere il discorso, già in apertura avremo il confronto con giovani imprenditori che ci diranno qual è la loro ricetta per uscire dalla crisi con fatti concreti, cambiando l’approccio al lavoro agricolo, non inteso come un ripiego perché non c’è altro, ma guardando al futuro. Anche l’ultimo incontro di presentazione del libro “Pane al Veleno” diventa un discorso sull’era preindustriale, quella industriale e il post industriale, cosa ci aspetta domani

Diremmo noi, facendoci ancora una domanda, ancora sudditanza sotto la coperta dell’acciaio di Stato, o un nuovo rinascimento nel nome del vino? L’assessore Marinelli insiste su questo. Prima della conferenza parliamo del recupero delle tradizioni. Com’è accaduto, talvolta, con le vie dell’olio, recuperando i trappeti ipogei, potrebbe essere per il vino, allora Carosino potrebbe inaugurare la riscossa del vino doc con la sua via che passa attraverso i «paramienti» parola dialettale intraducibile che sarebbero delle infrastrutture con vasche che servivano per fare il vino. Su questo conferma il Sindaco ci sarebbe una misura regionale. (Nella foto al centro il sindaco Sapio e l'assessore Marinelli).

Nel corso della conferenza l’assessore Marinelli introduce un altro aspetto che va messo nero su bianco: “l’agricoltura nostra deve fare i conti con l’acqua, i pozzi artesiani sono un costo elevato perché occorre andare molto in profondità per non avere acqua salata. Da troppi anni abbiamo l’invaso Pappadà che doveva servire per le pratiche agricole ancora inutilizzato

Il riferimento dell’assessore è a quell’invaso, del quale recuperiamo un immagine dalla rete, che è diventato un ottimo specchio d’acqua inserito nell’eco-sistema mete di passeggiate degli amanti del bike cross country.

Problemi, analisi, speranze tanti ingredienti in una festa che l’assessore Mina De Santis illustra per la parte folkloristica di richiamo. "Una parte, più baccanale, con la pigiatura e la parata che precede l’accensione della fontana che zampilla vino, poi un vero corteo storico che richiama la presenza del Castello rinascimentale e poi gruppi musicali dell'area regionale che richiama molti giovani, un feeling che si era perso nel passato".

Ultimo argomento è un assist dato da Dino Miccoli del Quotidiano che richiama l’attenzione della festa alla solidarietà, per la bracciante morta nei giorni scorsi.

Un’attenzione dovuta che riporta sul binario giusto la festa che diventa riflessione su di noi e sul futuro. La nostra storia.

Chiudo con la risposta del giovane imprenditore che essendo nel campo dell’uva da vino che si raccoglie cosi, senza mondarla, ovvero senza tutte quelle fasi che sono presenti nell’uva da tavola, non ha caporali e non ha pericolosi turni di lavori in serra e diventa, la vendemmia, una festa. E festa sia. 

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