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Giovedì, 27 Agosto 2015 09:28

Emilia e Romagna - Su Facebook metà degli enti regionali

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La Regione Emilia-Romagna da ormai molti anni monitora puntualmente la diffusione dell’ICT sul territorio con i rapporti di benchmarking.

Seguendo gli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea e i “diritti di cittadinanza digitale” presenti nelle linee guida del PiTER, il rapporto presenta una serie di indicatori sullo sviluppo della società dell’informazione corredati da confronti a livello nazionale ed europeo. 
Questi alcuni dei principali risultati emersi dal Rapporto 2015.

Copertura dei servizi a banda larga e diffusione di Internet e delle ICT


A maggio 2015 si stima che il 91% della popolazione emiliano-romagnola abbia possibilità di accesso a servizi a banda larga su rete fissa con banda minima di 2 Mb/s. 
Nel 2014 le famiglie con un accesso a internet da casa in Emilia-Romagna sono il 68%, quasi tutte con una tecnologia in banda larga.
Gli utenti Internet in Emilia-Romagna sono il 61% della popolazione di 6 anni e più, con un aumento di 15 punti percentuali rispetto al 2008. Il 41% della popolazione usa la Rete tutti i giorni. Tra le attività svolte maggiormente si segnalano quelle di comunicazione: l’85% degli utenti Internet spedisce e riceve e-mail; il 54% è attivo sui social network, che vengono usati per lo più per scopi ludici e relazionali. Cresce costantemente l'utilizzo dell'home banking: nel 2014, in Emilia-Romagna il 42% degli utenti internet ha utilizzato servizi bancari via web (5 punti percentuali in più rispetto al 2012). Il 39% degli utenti emiliano-romagnoli con almeno 14 anni ha utilizzato il web per fare shopping online. È invece in flessione l’uso del Web per relazionarsi con le Pubbliche Amministrazioni. Tale utilizzo interessa solo il 35% degli utenti internet con almeno 14 anni, percentuale molto lontana dagli obbiettivi europei.
Interessante l’approfondimento sull’esclusione digitale: si conferma come il basso livello di istruzione, l’essere donna, anziano o al di fuori del mondo del lavoro siano condizioni fortemente correlate al mancato accesso alla Rete.
Sul fronte imprese, nel 2014, il 99% delle imprese emiliano-romagnole con almeno 10 addetti ha accesso a Internet. Il 75% delle imprese ha un sito Web e il 43% è attivo nel commercio elettronico, soprattutto sul fronte acquisti online.

I servizi online offerti dalle Pubbliche Amministrazioni

La parte centrale del rapporto è dedicata ai servizi offerti online dalle Pubbliche Amministrazioni locali attraverso il proprio sito istituzionale. In particolare ci si sofferma anche sui nuovi strumenti telematici di comunicazione: il 55% degli Enti locali emiliano-romagnoli è presente su Facebook e il 45% utilizza la Newsletter come mezzo di comunicazione unidirezionale con i cittadini. Emerge inoltre una offerta crescente di servizi online “interattivi” a cittadini e imprese, che consente in alcuni casi l’avvio di un procedimento e/o la sua conclusione direttamente a distanza. Si stima che il 73% della popolazione emiliano-romagnola possa contare sul oltre 30 servizi interattivi offerti dalla propria Pubblica Amministrazione di riferimento.

Open data

Nel rapporto si redige inoltre un primo bilancio dello stato dell’arte in termini di accesso ai dati. In particolare 16 enti del territorio hanno creato un proprio portale attraverso il quale veicolare dati aperti. In aggiunta sul portale nazionale, gli enti locali emiliano-romagnoli hanno pubblicato, a febbraio 2015, 1.469 dataset, circa il 10% del totale. Solo le PA di Lombardia, Lazio, Toscana e Trentino – Alto Adige hanno pubblicato un numero maggiore di dataset.

Smart cities

L’ultimo capitolo è dedicato alla misura, seppur in via sperimentale, del grado di smartness dei comuni dell’Emilia-Romagna: si tratta di un indice aggregato che sintetizza le caratteristiche multidimensionali della città o del territorio “intelligente” a partire da 90 indicatori semplici. L’aspetto che emerge con grande chiarezza è la notevole differenza tra le zone più periferiche della regione e quelle più vicine all’offerta di servizi (scuole, sanità…); in particolare in queste ultime aree (poli) si concentrano l’84% delle start up, il 43% delle imprese innovative, il 62% delle imprese green e il 79% degli spazi di co-working.

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