L’ascolto, il confronto costante, la risoluzione di problematiche accantonate per troppo tempo, infatti, sono le caratteristiche salienti di un rapporto che si è sempre ritenuto leale e che si immaginava potesse mantenersi tale, per il progresso dell’azienda. Non è assolutamente comprensibile, quindi, l’iniziativa almeno ingenerosa di tre sigle sindacali (Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel) che hanno addirittura lanciato un ultimatum al sindaco Rinaldo Melucci.
Un’iniziativa infelice, inoltre, poiché arriva in un momento in cui i lavoratori stanno toccando con mano l’impegno che vertici aziendali e Comune stanno ponendo nel garantire il rispetto dei loro diritti.
La ritrovata regolarità nei pagamenti di stipendi e tredicesima, il riconoscimento dei buoni pasto agli aventi diritto, il recupero delle quote di produttività non riscosse negli anni passati e l’apertura verso la definizione di quella per i prossimi anni sono traguardi inequivocabili. Evidentemente, qualcuno ha scambiato questa azione di normalizzazione per una ghiotta opportunità, finalizzata a ottenere più di quel che sia possibile.
Sarebbe bastato riflettere su questi temi per fugare dubbi e incertezze sulle intenzioni nei confronti di AMIU, che è e sarà uno degli asset fondamentali dell’azione di governo cittadina. Il lavoro che si sta compiendo su contratto di servizio e impianti, d’altro canto, è finalizzato proprio a garantire un futuro produttivo, azioni che sono in divenire e sulle quali i sindacati sono già informati, per quanto di competenza, con la riserva di approfondire il confronto quando vi saranno elementi sostanziali.
Come è stato fatto per la figura del direttore generale, la cui individuazione è una necessità che è stata condivisa con i rappresentanti dei lavoratori a più riprese. Si tratta di una figura indispensabile per raccordare le numerose attività svolte da AMIU, un’esigenza che in tempi non sospetti avevano manifestato gli stessi sindacati.
Di fronte a questo quadro, quindi, pur rispettando il diritto alla protesta, la paventata organizzazione di un sit-in o il ricorso alla saggezza del Prefetto appaiono prospettive stridenti, poiché si finirebbe per rivendicare… ciò che già si possiede.
L’appello alle organizzazioni sindacali, a questo punto, è di evitare l’inutile logoramento dei rapporti. L’azienda, seppur faticosamente, sta intravedendo un traguardo di piena autonomia che le consentirà di svolgere il servizio con profitto, a beneficio della città e dei suoi lavoratori che devono essere protagonisti, e non antagonisti, di questo risultato.