ANNO XVIII Aprile 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Venerdì, 28 Agosto 2015 18:43

Taranto - La posizione di Arcigay in merito all'ennesima veglia delle Sentinelle in Piedi

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Alla luce di quanto letto sullarticolo pubblicato a pagina 6 del numero di ieri, giovedì 27 agosto, del quotidiano Taranto Buona Sera, Arcigay Taranto, realtà nata in seno allHermes Academy Onlus, tra le più operative realtà associative dell’intero territorio provinciale che il 15 settembre p.v. inaugura il proprio undicesimo anno di attività, ha la necessità di chiarire dei punti.

Quanto riportato sul giornale induce il lettore a credere che Arcigay Taranto voglia violare la libertà di pensiero e sia intenzionata a muovere guerra contro le sentinelle in piedi. Pertanto il presidente dellArcigay provinciale Luigi Pignatelli ha prontamente inviato una lettera aperta al direttore del quotidiano, il quale ha assicurato che nel numero di sabato 29 agosto verrà inserita una rettifica.

Sulla pagina fb di Pignatelli leggiamo “Un saluto, un abbraccio ed un grande augurio al nuovo direttore del Quotidiano Taranto Buona Sera,Vincenzo Ferrari, una vecchia conoscenza, una persona splendida che tempo fa volle accogliermi in una sua trasmissione televisiva e che, poco fa, ha voluto contattarmi personalmente al telefono. Taranto sta rinascendo, anche grazie a giornalisti dal cuore grande come il suo. PS Nel numero di domani ci sarà un piccolo trafiletto che chiarirà la posizione assunta da Arcigay Taranto in merito alle attività delle Sentinelle in Piedi.

Arcigay Taranto desidera ringraziare tutti i tarantini che hanno spontaneamente protestato sui social contro il gruppo omofobo “Sentinelle In Piedi”, che per la terza volta in pochi mesi manifesterà a Taranto, e fatto pressione per la creazione di un evento parallelo. Arcigay, contrariamente alla genesi di movimento come quello delle Sentinelle, non nasce per opporsi a qualcosa o a qualcuno, bensì per accogliere laltro da sé, in difesa della cultura delle differenze. Appare, dunque, legittimo manifestare pacificamente qualsiasi idea. Qui, però, siamo di fronte ad una manifestazione che dietro laffermazione “a difesa della famiglia naturale uomo-donna” nasconde la vera natura, che è quella di manifestare il proprio odio omofobico. Da più di un anno con lo slogan “Giù le mani dai bambini” e con tante altre dichiarazioni false e tendenziose, viene messa in atto unazione diffamatoria a danno delle associazioni LGBT e di operatori che in scuole di ogni ordine e grado conducono percorsi di educazione allaffettività e diffondono la cultura delle differenze tra i più giovani. Uno di questi, sul territorio provinciale, è proprio lattore e formatore Luigi Pignatelli, che, a seguito della campagna fortemente diffamatoria, lo scorso fine febbraio è stato aggredito in quanto ritenuto pedofilo.

 

“Non essere etero in Italia oggi equivale ad essere cittadini di serie B, non poter godere di diritti inalienabili. Cercare se stessi negli occhi della persona amata e dover essere costretti ad andare all’estero per sposarla, salvo poi tornare nel proprio Paese e ritrovarsi nubile/celibe, in quanto per la legge italiana tu ed il tuo sposo siete due perfetti estranei. Non poter essere al suo fianco, stringendo a te la sua mano, mentre è su un letto d’ospedale. Allevare, con amore pieno, un figlio che ti chiama mamma/papà, con la consapevolezza che quella splendida creatura gode di una tutela parziale dei diritti, poiché per lo stato italiano ha un solo genitore e se il tuo compagno o la tua compagna (suo genitore biologico) dovesse perdere la vita, tuo figlio diventerebbe orfano di stato. Combattere ogni giorno contro pregiudizi che ritenevi essere debellati, ma che ora sono tornati ad incatenare il tuo diritto all’amore, con veglie e manifestazioni, espressioni dell’odio e dell’ignoranza di chi, mosso da vera perversione (che nulla ha a che fare con il Dio dell’amore) ed egoismo, confonde la parola diritto con privilegio, inventa la teoria del gender e tenta in tutti i modi di impedirti di continuare a proporre percorsi sani di educazione all’affettività negli istituti di ogni ordine e grado, nonostante tu abbia sempre agito nella legalità, coinvolgendo sempre tutti e tre gli attori dell’educazione e dell’istruzione scolastiche: docenti, alunni e genitori. Non essere etero in Italia può significare anche desiderare e, a volte, decidere di togliersi la vita, perché  le ingiustizie, le offese, la violenza fisica e soprattutto psicologica assumono un peso troppo pesante da sopportare. Lo ribadiremo il 29 ed il 30 agosto, in piazza Maria Immacolata, nel corso della quinta edizione de Il Villaggio delle Differenze, e lo faremo anche il 13 settembre. E faremo anche festa, per celebrare la storica sentenza della Corte di Cassazione e la condanna all’amore di un mese e mezzo fa. Un caleidoscopio di incantesimi coinvolgerà passanti e simpatizzanti dell’associazionismo LGBT e non solo. Bambini, adolescenti, giovani, adulti e anziani condivideranno, ancora una volta, momenti di gioia e confronto, rompendo il muro del silenzio, delle calunnie e dell’odio che movimenti come quello delle sentinelle in piedi erigono quotidianamente con calunnie e offese gratuite. Taranto è unita e sa bene che è solo valorizzando la diversità di cui ciascuno di noi è portatore sano che potrà crescere. La cultura delle differenze va difesa e diffusa.

 

La fede in Dio e la ferma convinzione che la famiglia sia un valore da condividere e preservare non sono elementi di divisione: tuttaltro. Lo ha dimostrato anche l’ultimo meeting di Comunione e Liberazione, movimento del quale Pignatelli, con gli amici della parrocchia Santa Rita di Taranto, ha fatto parte dal 2006 al 2008, prima di diventare mormone. Il tema di quest’anno è stato la famiglia.

“I diritti che noi chiediamo non sono privilegi, ma diritti di uguaglianza, anzi io trovo particolarmente cristiano il fatto di guardare alle persone, che storicamente sono state emarginate e disprezzate, con un occhio pieno di amore e considerandole esattamente come le altre. Lo ha detto ai cronisti il presidente di Arcigay Rimini Marco Tonti, al suo arrivo al Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, che si è tenuto dal 20 al 26 giugno, insieme ad una decina di iscritti all’associazione che indossavano una maglietta rossa con su scritto Alcune persone sono gay. Fattene una ragione!. I militanti di Arcigay, tra cui anche Agnese ed Elena che si sono sposate in Portogallo lo scorso anno, si sono seduti in prima fila per ascoltare il dibattito dal titolo “Intorno alla famiglia.

 

                                                          Nella foto di copertina e qui il presidente dell'Arcigay abbraccia due sentinelle 

 

 

“Siamo qui per assistere ad un incontro in cui si parla di famiglia, visto che il tema ci interessa moltissimo. ha continuato Tonti prima di entrare in sala Siamo venuti semplicemente a verificare che le posizioni ufficiali del meeting non siano quelle trapelate sulla stampa nei giorni scorsi, ma che abbiano almeno una connotazione un po’ più sostanziale e magari avere l’occasione di un confronto. Siamo qui in modo assolutamente pacifico e non vogliamo creare problemi.

Va sottolineato che la presenza degli attivisti ha spinto gli organizzatori a chiedere ai relatori di evitare argomenti spinosi e di contenersi. Arcigay ha spinto CL a moderare i toni di un incontro pubblico: fenomeno epocale.

Tornando al fenomeno locale, contrariamente a quanto si può dedurre dallarticolo pubblicato da Taranto Buona Sera, Arcigay Taranto nelle due veglie precedenti non ha né offeso né schernito le sentinelle, malgrado la scelta delle letture avrebbe potuto suggerire molti spunti di ironiche riflessioni. Né intende farlo durante lennesima veglia, che consegna a Taranto un triste primato: tre veglie nella stessa città, nella stessa piazza e nel giro di soli 3 mesi e mezzo. Ciò è dovuto alla forte pressione che la mafia cattolica fa sull’intero territorio provinciale. Ricordiamo che l’attore e formatore Luigi Pignatelli fu aggredito verbalmente e fisicamente da alcuni confratelli della congrega del Carmine nel luglio del 2013, durante la performance “Il giro dell’Ilva in Burqa. A seguito della diffusione della locandina dell’evento, non erano bastate le minacce fatte al padre di Pignatelli, anch’egli confratello e, dunque, i dieci uomini erano stati alle sue calcagna dall’alba, ancora prima che la performance (documentata dal video-maker, nonché giudice minorile, Giovanni Matichecchia) avesse inizio all’ingresso della portineria dello stabilimento e lo avevano più volte minacciato lungo tutto il percorso fino alla pensilina Liberty, dove ebbe luogo lo scontro finale. Le rimostranze nascevano dalla scelta artistica di Pignatelli di associare la figure della donna in burqa a quella del perdone: due anime incappucciate entrambe prigioniere, l’una dell’integralismo islamico, l’altra (indiscussa immagine simbolo di Taranto in tutto il mondo) del mostro chiamato ILVA (nei cui loschi affari si era da poco scoperto essere coinvolto anche il parroco della Chiesa del Carmine). Un anno dopo, a seguito del grave problema di salute di Pignatelli, arrivarono le scuse da parte di alcuni dei colpevoli dell’aggressione subita dall’operatore culturale, che da sempre combatte contro ogni forma di discriminazione.

 

La libertà di parola e di pensiero è un bene prezioso per lumanità intera: va tutelato sempre e comunque. Ciò che conta è permettere a tutti di esprimersi. Ma l’omofobia non è un diritto di espressione: è oggettivamente un reato e, anche se in Italia la legge non lo contempla ancora, è una forma di discriminazione, pertanto reato. La vera Cultura è frutto di confronto e dialogo. aggiunge Pignatelli Arcigay Taranto ha sempre chiesto di intervenire tra i relatori delle veglie, onde evitare che messaggi distorti potessero essere diffusi e potessero turbare le menti, giovani e meno giovani, dei partecipanti. Per il resto, i messaggi riprovevoli, frutto di menti perverse, che vengono inviati tramite catene di whatsapp bastano e avanzano per la denuncia di diffamazione. Hermes Academy Onlus Arcigay Taranto sin dalla sua fonazione educa alla cultura delle differenze, anche e soprattutto nelle scuole. Taranto sta rinascendo solo mediante gli sforzi di realtà come quelle che rappresentiamo, grazie alla sussidiarietà orizzontale, grazie alla consapevolezza che una integrazione è sana quando ci si appropria di una identità di tipo dinamico, frutto di un incontro sincero e trasparente tra esseri sociali. Personalmente ho sempre invitato alle nostre iniziative anche rappresentanti di istituzione e associazioni di stampo cattolico o comunque palesemente contrarie alla vision e alla mission dellAssociazione di cui sono presidente.

 

Noi auspichiamo che il ddl Cirinnà prosegua il più celermente possibile il proprio iter in parlamento e non venga ulteriormente depauperato del suo senso più profondo mediante infiniti emendamenti. Lascolto e la condivisione delle nostre diversità producono ricchezza, sempre e comunque. Le veglie dovrebbero rappresentare unoccasione di riflessione, di studio del ddl di legge, un confronto di punti di vista. La libertà di espressione è anche liberta di critica. Anche se ciò che leggo sulla pagina delle sentinelle in piedi non è critica. Vengo definito violento e nemico dell’umanità. Durante la prima veglia, nonostante fossi in convalescenza dopo essere stato investito mentre ero in bici, ho distribuito volantini informativi sul ddl Cirinnà, contenti sul retro citazioni tratte dalle sacre scritture. Infine, ho abbracciato le sentinelle e sono stato denunciato per sospensione di una manifestazione autorizzata. Nella seconda veglia, dopo aver salutato una vecchia conoscenza, ovvero una sentinella con la pettorina che stava distribuendo materiale illustrativo (e diffamante) al di fuori del perimetro, sono stato accusato di aver cercato di abusare di lei. In entrambe le veglie ho indossato la maglietta con su scritto Alcuni ragazzi sposano ragazzi. Nei paesi civili, in Italia No e dei giornalisti mi hanno intervistato. Abbiamo chiaramente dichiarato di essere pronti al dialogo e che la nostra posizione era di sorveglianza rispetto alle posizioni omofobe, uno dei ruoli che Arcigay riveste su tutto il territorio nazionale. Spero con tutto me stesso che nessuno abbia più lardire di accusarmi di violenze o, ancora peggio, di atti di pedofilia.”

 

 

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