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Mercoledì, 23 Gennaio 2019 15:38

In Venezuela va tutto bene, parola del grillino Cabras Fratelli d'Italia mozione contro Maduro

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Scontri a Caracas lo scorso 21 gennaio Scontri a Caracas lo scorso 21 gennaio

Mentre nel paese la popolazione protesta contro la rielezione di Maduro, in Italia il deputato M5s difende il regime: “Il sistema elettorale è tra i migliori al mondo e la stampa gode di un'ampia libertà”, scive Nicola Imberti sul quotidiano Il Foglio pubblichiamo integralmente il suo articolo'articolo

Se il Venezuela di Nicolás Maduro non è il paradiso terrestre, poco ci manca. Parola del deputato grillino Pino Cabras che, in barba alle notizie di cronaca, durante una discussione in commissione Affari esteri alla Camera, si è lanciato in una difesa spassionata del regime venezuelano. Non è certo una novità che il M5s abbia delle simpatie per Maduro, ma l'intervento del deputato 5 Stelle crea un cortocircuito sovranista, visto che arriva nel giorno in cui il vicepresidente americano Mike Pence, con un video-messaggio, ha esortato i venezuelani a “far sentire le vostre voci” nella protesta contro Maduro, “un dittatore che non può rivendicare legittimamente il potere” e “che non ha mai vinto la presidenza in un'elezione libera ed equa”. Insomma il governo gialloverde sta con Donald Trump ma anche no. Soprattutto quando si parla di Venezuela.

A far reagire Cabras è stata la risoluzione presentata in Commissione dal collega di Fratelli d'Italia Andrea Delmastro Delle Vedove, con cui si chiedeva al governo, “dando seguito a quanto unanimemente convenuto in sede di Consiglio europeo e di G7, a non riconoscere l'esito delle elezioni presidenziali svoltesi in Venezuela il 20 maggio 2018 e, dunque, il secondo mandato presidenziale del dittatore comunista Nicolás Maduro” e “a dare precise indicazioni all'ambasciatore d'Italia in Venezuela di non accettare qualsivoglia invito a cerimonie ufficiali che prevedano la presenza del dittatore comunista Nicolás Maduro”. Non solo, nello stesso testo, Maduro veniva definito “dittatore comunista”.

Proprio per questo, rilevando “l’opportunità di non alimentare le tensioni e contestualizzare le critiche al regime venezuelano” e “segnalando i pericolosi intrecci di interesse tra l’Amministrazione statunitense e la borghesia compradora venezuelana”; onde evitare una situazione simile a quella che si è verificata in Libia e in Siria, “dove i Paesi occidentali sono intervenuti per contrastare i regimi al potere, determinando una situazione di grave destabilizzazione”; Castro ha respinto la risoluzione auspicando la presentazione di “un atto da parte della maggioranza che, più prudentemente, riconosca la legittimità del processo democratico in Venezuela”.

La discussione si è ovviamente surriscaldata. Le opposizioni sono andate all'attacco di Cabras che ha provato a correre i ripari ribadendo “l’inopportunità di sancire l’illegittimità dell’elezione di Maduro, poiché ciò potrebbe compromettere la tutela dei nostri connazionali, la situazione dei diritti umani e, più in generale, gli equilibri geopolitici della regione”. Quindi ha ricordato “che il regime gode di un ampio sostegno popolare” e ha sottolineato che “occorre evitare ogni forma di ingerenza, che rappresenta un principio di diritto internazionale, dal momento che analoghe interferenze esterne hanno prodotto situazioni di caos incontrollato, come è accaduto, in Libia”. Inoltre, ha concluso, “la legittimità delle elezioni sono 108 e rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale”.

La discussione, per ora, è stata rinviata a dopo che la maggioranza avrà presentato un proprio testo. Ma poco importa, la linea è chiara. E chissenefrega se da Caracas arrivano le immagini degli scontri violenti e che, ormai da mesi, la popolazione viva in condizioni drammatiche a causa del regime di Maduro. Per il M5s va tutto bene. La democrazia venezuelana è la migliore possibile.

 

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