Iniziativa che ripropone una volta di più l’esigenza improrogabile della drastica riduzione, se non della totale eliminazione, di tutte le fonti di inquinamento ambientale del territorio, a cominciare da quelle della grande fabbrica.
La vendita di ILVA ad Acelor-Mittal e i relativi accordi e piani, non solo occupazionali, ma anche per la riduzione delle fonti inquinanti, non appaiono ancora soddisfacenti ed impongono di battersi con determinazione perché la nuova proprietà sia costretta a porre in essere tutti gli interventi necessari e le Istituzioni competenti ad assolvere al proprio ruolo.Deve, finalmente, essere resa possibile quella indispensabile ricomposizione del conflitto tra lavoro e salute.
E’ indispensabile un monitoraggio continuo dello stato di attuazione degli interventi previsti, così come la necessità di procedere alla Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS), sia in termini generali che con particolare riferimento a specifici impianti, a garanzie della salute dei lavoratori e dei cittadini.
E se la VIIAS confermasse che una produzione superiore ai sei milioni di tonnellate annue di acciaio riveniente dal funzionamento a pieno regime dell'area a caldo dello stabilimento di Taranto comporterebbe rischi per la salute per una fascia consistente della popolazione tarantina, si dovranno adottare processi produttivi innovativi.
Partito della Rifondazione Comunista
Federazione Provinciale di Taranto