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Mercoledì, 20 Marzo 2019 04:23

Migranti - Arriva il caso Mare Jonio alla vigilia del voto sulla Diciotti

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Intervistato a Radio Radio, il vicepremier Salvini ha affermato: "Coincidenza tra il caso di Nave Jonio e il voto sulla Diciotti? Io credevo a Babbo Natale fino a che avevo 8 anni.

Poi un amichetto mi ha detto: 'guarda che nell'armadio trovi i regali che ti portano mamma e papà'. Mi è crollato il mondo addosso. Ma da allora ho smesso di credere in Babbo Natale. Questo presunto salvataggio di questa nave gestita dai centri sociali era organizzato da giorni", accusa.

"Oggi alle 13 - ha aggiunto - ho incontrato il capo delle capitanerie di porto, della Finanza, della Polizia, dei servizi segreti esterni. Ho dettagli, ho numeri: è certo che questa nave è inserita in un traffico di essere umani. E quindi conto che nei prossimi minuti arrivi dall'autorità giudiziaria e forze dell'ordine quello che consegue a chi viola la legge".

"Se non c'è il sequestro del mezzo, non sbarca nessuno", aggiunge il ministro dell'Interno. Qui, inoltre, "rispetto ai casi di precedenti, non c'era un invito formale di una forza pubblica a fermarsi, in questo c'è stato e per ben due volte è stato rifiutato. Usano gli immigrati per scopi di propaganda politica. Provano a farsi passare per buoni, quelli che invece mettono a rischio decine di vite".

La nave Mare Jonio entra nel porto di Lampedusa e viene sequestrata, ma i 48 migranti sbarcano. Tra questi 12 minori. I naufraghi saranno accompagnati dalle forze del'ordine nell'hotspot di contrada Imbriacola. Secondo l’agenzia Adnkronos, la nave della Ong Mediterranea Saving Humans sarebbe sottoposta a sequestro probatorio per iniziativa della Polizia giudiziaria. Stamattina, apprende ancora l'Adnkronos, l'equipaggio sarà interrogato dal Procuratore aggiunto Salvatore Vella, insieme con un pubblico ministero. Saranno anche sentiti i migranti che erano a bordo. La Procura cercherà di capire se l'equipaggio ha agito per "stato di necessità". Subito dopo valuterà il da farsi.

Per Salvini si tratta della nave dei centri sociali. Questa semplificazione nasce dal fatto che il capo missione della nave Ong è Luca Casarini, ex leader no global. Sulla vicenda interviene anche Martello, sindaco dell’isola di Lampedusa: "Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati". Lo dice all'Agi il sindaco di Lampedusa Totò Martello, che ricorda che sull'isola gli sbarchi non si sono mai fermati. "È stato autorizzato l'ancoraggio? Non lo capisco... perché non entrano?", chiede Martello. Il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto".

Il sindaco di Lampedusa ha poi affermato a Radio Capital che "tutti gli sbarchi che ci sono stati nel 2019 sono entrati direttamente nel porto, sono scesi, e poi sono stati raccolti per essere portati nel centro d'accoglienza". Da Guardia Costiera e governo, ha aggiunto Martello, "non sono arrivate indicazioni. Da due anni siamo stati cancellati dalla geografia politica del governo italiano. Ci autogestiamo completamente".

"Dieci giorni fa", ha raccontato il sindaco, "ci sono stati due sbarchi con 50 persone. Arrivano con barchette in legno con il motore fuori bordo, direttamente nel porto di Lampedusa. Quando arrivano, la barca viene sequestrata, mettono anche la data dell'arrivo. Quindi chi non crede che a Lampedusa ci sono sbarchi, può venire e fare le fotografie alle barche. Come si fa a dire che in Italia non ci sono più sbarchi?" si è chiesto il sindaco? "Allora Lampedusa non fa più parte dell'Italia. C'è qualcuno che si spaventa a nominare Lampedusa, perché vuol dire parlare di accoglienza e sbarchi, e questo fa male mediaticamente".

Ora la magistratura farà il suo corso. La Guardia costiera libica era "a cinque miglia dal gommone in panne ed era in grado di recuperare in sicurezza tutte le persone a bordo. L'intervento della nave dell'Ong Mediterranea non era necessario ed è stato pretestuoso" ha detto all'Agi il portavoce della Guardia costiera libica, Ayoub Qassem. "Non comprendiamo perché abbiano voluto prendere loro i migranti, a ogni costo, pur essendo in acque libiche", aggiunge. "Alla nostra richiesta di chiarimenti hanno spiegato che i migranti si trovavano in una situazione di pericolo ma questo non è vero, non si è trattato di un naufragio ma solo di un guasto al motore", continua l'ammiraglio Qassem.

La motovedetta della Guardia costiera libica "è rimasta poi a distanza perché a quel punto i migranti per non tornare in Libia avrebbero messo a rischio la loro vita e quella dell'equipaggio", conclude Qassem che accusa le Ong di ostacolare le operazioni di salvataggio per "interessi certamente non umanitari".

"Arrestateli", chiede Salvini

Salvini ha chiesto l'arresto dell'equipaggio. "E' certo che questa imbarcazione non abbia soccorso navi che rischiavano di affogare ma sia inserita in un traffico di esseri umani, organizzato, programmato e concordato. Conto quindi che nelle prossime ore arrivi dall'autorità giudiziaria quello che consegue a chi viola la legge.

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