ANNO XVIII Ottobre 2024.  Direttore Umberto Calabrese

Mercoledì, 20 Marzo 2019 18:06

A Maurizio Martucci giornalista d'inchiesta abbiamo chiesto di parlarci dei danni del 5G - intervista

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Una volta era solo elettrosmog, antenne, ripetitori, ora arriva il 5G, lo scrivente aveva avuto recentemente un modem 4G (non si collegava alla fibra, ma non funzionava) ora la quinta generazione ci libera o ci condizione, insomma dove ci porta?

Lo chiediamo, in questa nostra intervista a Maurizio Martucci giornalista d'inchiesta che ringraziamo di aver scelto agoramagazine per questa intervista.

Secondo le previsioni dello scorso anno la Samsung, in questo nostro articolo, dice che il 5G cambierà le regole del gioco, in che cosa non siete d’accordo? 
“In tutto, perché sbaglia chi spaccia il 5G solo come una strabiliante innovazione della comunicazione senza fili. Non è affatto così, perché l’Internet delle cose nasconde le insidie non virtuali della cosiddetta intelligenza artificiale, un varco reale verso quel processo ontologicamente innaturale di de-umanizzazione della specie, uno sradicamento dell’uomo professato dalle teorie transumaniste: la creazione di un ibrido, di un cyberuomo è esattamente l’obiettivo ideologico del 5G e ancor più del 6G … che vorrebbero vendere una nuova tecnologia per sostituire la specie umana, progetto finalizzata a cosa… non si sa! Capite? Non è una questione di costumi o di cambio di stili di vita. Non stiamo dicendo di fare un passo in avanti rispetto al rapporto tra telefonino fisso e cellulare: a Barcellona, nel recente congresso mondiale del 5G, è stato installato un micro-chip sottocutaneo sul palco ad un volontario…. per la libidine degli assertori del wireless di quinta generazione che aspettano noi per microcipparci tutti…. “

 

Ma può dire in parole chiare cosa è il 5g?

“E’ tanto, è troppo…. il 5G è 110 volte il valore complessivo dell’irradiazione elettromagnetica di oggi, diffuso senza tregua sul 98% del territorio nazionale per raggiungere il 99% della popolazione. Un’operazione totalitaria e totalizzante varata meno decina di anni fa da un gruppo di potere privato statunitense senza che nessun cittadino italiano, statunitense o europeo abbia mai espresso il proprio consenso ad essere irradiato notte e giorno da milioni di nuove antenne e pure col Wi-Fi dallo spazio, senza soluzione di continuità vita natural durante, 365 giorni l’anno… fin dentro casa dove anche gli elettrodomestici saranno in wireless, un milione di oggetti connessi ogni chilometro quadrato…. “

Ma i rischi alla salute, dopo l’era dell’elettrosmog, sono legate a cosa in particolare?

“Agli effetti non termici dei campi elettromagnetici, o meglio alle radiofrequenze già nella lista nera dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro che, sulla base dei nuovi e più aggiornati studi condotti anche dall’italiano Istituto Ramazzini, potrebbe rivalutare la cancerogenesi dell’elettrosmog che poi, considerate elettrosensibilità e altre patologie correlate dalla letteratura biomedica, non è altro che la punta dell’iceberg di una serie di effetti biologici dannosi per l’uomo. Il problema è che la tecnologia, con le leggi di mercato, corre molto più velocemente rispetto alla ricerca medico-scientifica che magari impiega 10-20 anni prima di scoprire la pericolosità di alcuni agenti tossici. Non esiste uno studio preliminare sulla sicurezza del 5G, e già questo la dice lunga, mentre solo adesso, usate in maniera ubiquitaria da decenni, veniamo a sapere dei pericoli cancerogeni degli standard 2G, 3G…. Allora mi chiedo: quando i massimi organismi di sanità mondiale ratificheranno i pericoli del 5G, sarà forse troppo tardi? Perché non è stato eseguito uno studio preliminare sul 5G? Per questo l’alleanza italiana Stop 5G si appella al Principio di Precauzione sancito dall’Unione Europea: per meri interessi economico-finanziari è irresponsabile trasformare l’intera specie umana in cavie con un’irradiazione senza precedenti nella storia …. “

C’ è una generazione attenta alle questioni del clima e poco attenta a fare un passo indietro sull’uso della tecnologia, non avverti un paradosso?

 “Il paradosso è nel sistema. L’ondata di contestazione green spinta dal fenomeno Greta in questi giorni, in realtà percorre il sentiero del ‘dissenso debole’ tracciato sui temi non urticanti a chi ha ben chiari i pericoli reali per umanità ed ecosistema e si adopera per sostituirli con alternative di comodo. Il clima è in pericolo? Ok. Ma…. Che senso ha spingere al minor consumo di plastica quando potremmo finire tutti dentro un grande forno a microonde a cielo aperto, immersi tra 61 V/m che elettrizzeranno pure l’aria di campane, montagne e mari? Perché si discute di cambiamenti climatici quando per il 5G si stanno tagliando gli alberi? Chi decide l’agenza della contestazione giovanile? Se, fuori dagli schemi imposti, i giovani liberi e ribelli riusciranno a cavalcare l’onda verde trasformandola in una critica complessiva ad un sistema fallimentare votato al suicidio esistenziale, allora si…. avranno vinto e svolto al meglio il loro dovere in questo delicato momento storico!”

Non avverti comunque il limite di un 'avversione allo sviluppo delle tecnologie e della robotica che non tiene conto dell’evoluzione inarrestabile?

“Sgombriamo il campo da facili luoghi comuni. Qui nessuno, tantomeno io, rappresenta la reincarnazione del movimento luddista dell’800, non stiamo conducendo un’anacronistica lotta contro le macchine. Quando parlo di tecnoribellione e movimento Stop 5G mi riferisco alla difesa di tutto ciò che è natura e naturale senza però rifiutare il progresso tecnologico in assoluto, ma denunciando quello potenzialmente nocivo per la salute, optando per una tecnologia sicura, green, senza radiofrequenze, senza microchip sottocutaneo, senza sostituzione dell’essere umano con l’intelligenza artificiale. Il 5G è un salto nel buio inaccettabile a livello storico, le Smart City sono quelle che con intelligenza non irradiano i propri abitanti con campi elettromagnetici possibili cancerogeni ….”

E in alternativa che facciamo, anche tenuto conto dei limite territoriali della nostra azione?

“Facciamo che restiamo umani e facciamo che spingiamo affinché i nostri governanti sostituiscano le radiofrequenze con la più sicura luce dello spettro solare: mettiamo il Li-Fi al posto del Wi-Fi. Togliamo le antenne, piatiamo alberi e spingiamo per la sicura connessione via cavo. Facciamo informazione veritiera e circolare sull’uso corretto e non compulsivo del telefonino cellulare. Vietiamolo ai bambini perché in pericolo come fascia debole. E poi spingiamo Governo e Parlamento alla promozione di studi epidemiologici sugli effetti per la popolazione dei campi elettromagnetici, chiedendo di investire i soldi pubblici in sicurezza per la salute, non su infrastrutture resilenti che rispondono ai ritmi del ciclo di vita del prodotto. La questione del 5G è un fatto politico di democrazia, altro che rivoluzione tecnologica ..”

Maurizio Martucci (Roma1973). Bilaureato (Lettere e Scienze e tecnologie della comunicazione), giornalista e scrittore, è autore di numerosi libri di inchiesta su vicende contemporanee. Per un decennio si è occupato di comunicazione ambientale per le aree naturali protette.
Dal 2012 collabora a Il Fatto Quotidiano con un blog in cui affronta il problema dell’elettrosmog. Volontario, nel 2016 è promotore e portavoce nazionale del Comitato No Wi-Fi Days. Sostenuto da medici, operatori olistici e tecnici, nel 2017 è ideatore di Oasi sana, sito di informazione libera, eventi e residenziali disintossicanti anche per malati di elettrosensibilità. Nel 2018 pubblica il “Manuale di autodifesa per elettrosensibili” (Terra Nuova Edizioni). Nel 2019 è promotore del 1° Meeting nazionale STOP5G e diventa il portavoce dell’alleanza italiana STOP5G che raggruppa anche medici, ricercatori, scienziati, avvocati e associazioni di malati.

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