Tanto che di qualcuno ha teorizzato che i due vicepremier facciano come i ladri di Pisa che, secondo la tradizione toscana, pare andassero a rubare insieme durante la notte e poi litigassero fra loro tutto il santo giorno.
Che dire infatti della scocciatura di Salvini: "I Cinque Stelle si devono mettere d'accordo tra di loro. Il ministro dice una cosa e il suo vice sostiene l'opposto. Il percorso sulle Province, che ora non sono né carne né pesce, è stato deciso insieme. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso, ma anche sulla flat tax, sull'immigrazione o sulle autonomie. Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione". Cosi afferma il vicepremier Matteo Salvini, in un'intervista a La Stampa.
"Le seccature cominciano a essere troppe", si sfoga il ministro dell'interno, che assicura di non voler tornare al voto: "Ho giurato il primo giugno. Ho fatto delle promesse agli italiani e intendo mantenerle. Certo, per andare avanti bisogna essere d'accordo in due". Quanto a presunte ambizioni da premier, "quello che faccio mi piace moltissimo. Non capisco perché Conte alluda a qualcosa di diverso".
Non è, peraltro, di poco conto la gestione del caso Siri che urta il movimento 5 Stelle fino al punto di costringere il premier Conte a fare l'ennesima parte del paciere, proponendo un incontro fra lui e il vice ministro indagato sulla presunta collusione con la mafia. Tuttavia è molto probabile, spiegano fonti di Palazzo Chigi, che l'incontro tra Giuseppe Conte e Armando Siri non avvenga lunedì ma nei giorni successivi, dal momento che il presidente del Consiglio rientrerà da Pechino domenica notte e martedì ripartirà per la Tunisia.
Quindi la settimana che si apre vedrà ancora Lega e M5s attaccati a questa questione di principio e non è buona cosa in un avvio di campagna elettorale europea. Specie che, invece di diminuire, pare che le divisioni aumentino, come nel caso della "droga da combattere e droga da legalizzare, altro nuovo gazzabuglio che divide il governo e che riporta ad una netta visione tra scenari probizionisti e legalitari che appartengono ad una vecchia destra e alla sinistra più radicale. 26 Maggio, domenica si vota e siamo già a contare i giorni, ne mancano 27, vorremmo parlare di politica europea e di futuro. Ma con una politica diversa. O no?