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Lunedì, 29 Aprile 2019 05:14

Siri, province, droga, il governo giallo verde litiga su tutto e dobbiamo rinnovare l'Europa

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La settimana che s'apre in questo scampolo di Aprile, prima del primo maggio, ci riconsegna il gioco delle parti di un governo diviso che ha una particolarità straordinaria, rispetto al passato. Difatti di litigi nei governi ne abbiamo sempre parlato, dal pentapartito degli anni '70 in poi, mai però abbiamo visto crescere il consenso, soprattutto in un litigante.

Tanto che di qualcuno ha teorizzato che i due vicepremier facciano come i ladri di Pisa che, secondo la tradizione toscana, pare andassero a rubare insieme durante la notte e poi litigassero fra loro tutto il santo giorno.

Che dire infatti della scocciatura di Salvini: "I Cinque Stelle si devono mettere d'accordo tra di loro. Il ministro dice una cosa e il suo vice sostiene l'opposto. Il percorso sulle Province, che ora non sono né carne né pesce, è stato deciso insieme. Il problema è che cambiano idea troppo spesso. Non solo in questo caso, ma anche sulla flat tax, sull'immigrazione o sulle autonomie. Non si può dire contemporaneamente sì, no e forse. Se poi Di Maio ha un modo per sistemare scuole e strade senza enti intermedi sono pronto ad ascoltarlo. Però mi secca lavorare settimane per scoprire che hanno una nuova opinione". Cosi afferma il vicepremier Matteo Salvini, in un'intervista a La Stampa.

"Le seccature cominciano a essere troppe", si sfoga il ministro dell'interno, che assicura di non voler tornare al voto: "Ho giurato il primo giugno. Ho fatto delle promesse agli italiani e intendo mantenerle. Certo, per andare avanti bisogna essere d'accordo in due". Quanto a presunte ambizioni da premier, "quello che faccio mi piace moltissimo. Non capisco perché Conte alluda a qualcosa di diverso". 

Non è, peraltro, di poco conto la gestione del caso Siri che urta il movimento 5 Stelle fino al punto di costringere il premier Conte a fare l'ennesima parte del paciere, proponendo un incontro fra lui e il vice ministro indagato sulla presunta collusione con la mafia. Tuttavia  è molto probabile, spiegano fonti di Palazzo Chigi, che l'incontro tra Giuseppe Conte e Armando Siri non avvenga lunedì ma nei giorni successivi, dal momento che il presidente del Consiglio rientrerà da Pechino domenica notte e martedì ripartirà per la Tunisia.

Quindi la settimana che si apre vedrà ancora Lega e M5s attaccati a questa questione di principio e non è buona cosa in un avvio di campagna elettorale europea.  Specie che, invece di diminuire, pare che le divisioni aumentino, come nel caso della "droga da combattere e droga da legalizzare, altro nuovo gazzabuglio che divide il governo e che riporta ad una netta visione tra scenari probizionisti e legalitari che appartengono ad una vecchia destra e alla sinistra più radicale. 26 Maggio, domenica si vota e siamo già a contare i giorni, ne mancano 27, vorremmo parlare di politica europea e di futuro. Ma con una politica diversa. O no?

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